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Di redazione Sedicigiugno
( La fotografia è di Osvaldo Pinchi, all’epoca comandante dei Vigili del fuoco, e disponibile presso la biblioteca comunale. Una straordinaria testimonianza di don Alessandro Trecci, all’epoca parroco di Colle San Lorenzo, si trova nel quaderno “I nostri nonni raccontano che…”, realizzato nell’anno scolastico 2004/2005 dalla classe IIIF della Scuola “Gentile da Foligno”, guidata dalla prof. Maura Properzi, e pubblicato in collaborazione con l’Officina della Memoria)
Il 22 novembre 1943 alle 13 ha luogo la prima, catastrofica incursione aerea alleata su Foligno.
Ormaiassuefatta ai falsi allarmi, la città è colta di sorpresa e pagherà un prezzo altissimo alla guerra voluta dalfascismo e proclamata dal Duce il 10 giugno del 1940, in un tripudio di evviva, dal balcone di piazzaVenezia: ingentissimi danni materiali e 97 vittime civili.
Era per molti, dopo l’8 settembre di quello stesso 1943, il secondo risveglio, un tragico selfie collettivo, da una allucinazione durata più di vent’anni e pagata prima col disonore (i bombardamenti terroristici sulla Spagna repubblicana, i gas sugli Etiopi, le torture sui resistenti libici, l’occupazione dell’Albania, la pugnalata alle spalle alla Francia già invasa dai Tedeschi, l’aggressione alla Grecia, alla Yugoslavia, all’Unione Sovietica) poi con la duplice tragedia dell’occupazione tedesca e dei bombardamenti alleati.
Altre 32 incursioni si succederanno nei mesi successivi, fino al giorno della Liberazione, il 16 giugno 1944. Alla fine si conteranno 137 vittime civili, centinaia di case interamente distrutte, oltre mille gravemente danneggiate. Più, naturalmente, i caduti in guerra, i partigiani e le vittime delle rappresaglie nazifasciste. Vittime, tutte, che non ci stancheremo di onorare.