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Ma non doveva essere una rivoluzione?

Vincenzo Falasca analizza le linee di mandato recentemente presentate dal sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, e ci dimostra tutto il suo disappunto e lo sconcerto per quella che si rivela essere l'"ennesima occasione mancata".

#ISTITUZIONI #POLITICA
Di Vincenzo Falasca


Devo dire con sincerità che le aspettative con le quali mi ero approcciato alla lettura delle linee di mandato del neo Sindaco erano estremamente elevate: decenni di attesa di questa storica occasione per poter governare la Città, scardinando uno stantio metodo di gestione inefficiente e clientelare dell’Amministrazione cittadina (così si diceva), avevano creato in me, spesso critico con alcune scelte della Giunta uscente, l’attesa di un programma rivoluzionario. L’aver inoltre aspettato gli ultimi scampoli consentiti dalla legge (4 mesi) per presentare tale documento, mi aveva di per sé convinto che si stesse elaborando un documento tanto unico quanto approfondito. E invece (quasi) nulla.

Innanzi tutto colpisce la mancanza di una visione unitaria: questo è il documento che dovrebbe spiegare compiutamente ai cittadini qual è l’idea di Città che si ha per il prossimo quinquennio; in realtà si riduce ad un collage di parti dei programmi elettorali, parti di documenti organizzativi dei vari uffici, qualche copia-incolla da internet e solo pochi spunti specifici e puntuali.

Colpisce inoltre l’assenza totale di alcune delle questioni fondamentali anche in campagna elettorale: svincolo di Scopoli, area ex Zuccherificio, manutenzioni stradali, raccolta differenziata, interventi specifici nelle periferie (S. G. Profiamma e S. Eraclio in primis) e nelle aree montane.

Stupisce contemporaneamente la presenza di elementi fortemente criticati in precedenza, anche da vari rappresentanti dell’attuale Giunta: piastra logistica (vituperata fino a ieri), squadra manutentiva interna al Comune (ricordo la distanza in merito di almeno due degli attuali assessori quando si parlava di chiusura della FILS), rivendicazione dell’alto livello di sicurezza già ad oggi garantito dei vari plessi scolastici (ma come? non era una invenzione?).

Moltissime buone intenzioni “general-generiche” e pochissime cose concrete. Anzi, le uniche cose concrete che vengono previste sono l’attuazione di quanto impostato dalla precedente amministrazione: svincolo dal regime convenzionale degli alloggi di edilizia agevolata (attualmente sono in vigore convenzioni che limitano le possibilità di alienazione di tali immobili, a discapito dei proprietari e senza beneficio di acquirenti in difficoltà economiche), potenziamento dell’impiantistica sportiva, progetti relativi all’edilizia scolastica, l’intero pacchetto di Agenda Urbana e dei Programmi di Sviluppo Rurale già completamente progettati e finanziati.

Giusto prevedere il sostegno alle persone con difficoltà economiche, anche se alla data in cui scrivo sono stati annullati alcuni dei contributi diretti esistenti fino ad oggi. Giusto rendere vivibile il Topino anche con la realizzazione di strutture (ma magari sarebbe meglio capire preliminarmente come procede la sua messa in sicurezza tramite il finanziamento portato a casa nella scorsa consiliatura). Sacrosanto sostenere “le tante manifestazioni ed eventi che rendono ancor più vivo il cuore della nostra città” (a proposito non erano realizzate da “sedicenti associazioni”?), ma allora perché molte di queste sono state messe nella condizione di non poter programmare gli eventi per il prossimo anno?

Positivo prevedere l’efficientamento degli uffici dell’Urbanistica con “idonei sistemi eliminacode” ma allora perché sono stati tolti quelli esistenti, seppur limitati al bigliettino stile supermercato?

Fondamentale sfruttare i finanziamenti europei futuri, ma allora perché non iniziare anche dagli ultimi scampoli di quelli attualmente disponibili, lasciati scadere nelle ultime settimane? Sarebbe ottimo riuscire a retrocedere terreni edificabili ad agricoli o ridiscutere gli ambiti, ma siamo sicuri che si possano toccare diritti acquisiti, o si parla solo di rimodulazioni volontarie da parte dei cittadini, già consentite dalle norme attuali? E poi: si ha la consapevolezza di quanto potrebbe costare la realizzazione di un canile/gattile che comprenda anche “un grande spazio ricreativo con relax e ristoro per le famiglie”, considerando le poche risorse che si hanno a disposizione per questo ambito?

Quando si parla di creazione di una squadra per le manutenzioni, di implementazione della video sorveglianza attiva, del pattugliamento stradale, della creazione di sportelli di supporto a cittadini ed imprese, del potenziamento del personale in alcuni settori (ne servirebbero giustamente tanti e in molti ambiti) si ha la conoscenza degli spazi di manovra in materia di assunzione e mobilità del personale?

La nostra Città necessita sicuramente di una svolta che la metta al passo con le complessità attuali e con le prospettive future, nessuno lo nega ed alcuni di noi lo chiedono con forza da tempo, ma la sensazione che si ha leggendo queste 40 pagine è di essere di fronte ad un’altra occasione perduta, con qualche ulteriore rischio di aggravamento. Peccato, si poteva fare di meglio.

Pensavo fosse cambiamento… invece era un calesse!

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