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Storielle senza importanza [2] – Giulia #1 – Si vive soli, si legge insieme

Secondo appuntamento con i racconti giornalieri di Marco Parlato!

#STORIELLESENZAIMPORTANZA
A cura di Marco Parlato


Non sarebbe più romantico se il libro lo leggessi tu per poi raccontarmelo? Si discute tanto di libro cartaceo contro elettronico, noi andremo avanti: i libri raccontati, diceva Giulia al telefono.
Allora andiamo indietro, quando le storie si tramandavano.
Andare avanti è un po’ come andare indietro, rispose Giulia all’appunto di Roberto.
Nella vita si ottiene tutto quando si ha la risposta facile, e Giulia otteneva ciò che voleva con i miracoli che le uscivano dalla bocca. Non parlava per frasi, ma per formule magiche.
Roberto, invece, era vittima dell’esprit d’escalier, con l’aggravante che, quando le parole giuste lo raggiungevano sulle scale, lui inciampava e ruzzolava senza che le parole lo prendessero più.
Ma tornando al libro, Giulia era andata da Roberto proprio per leggerlo insieme. Tuttavia, dopo essere entrata in casa, altri interessi avevano occupato i pensieri, e in breve i corpi, di entrambi per tutta la serata, fino al bacio di saluto sulla porta. Così il libro era rimasto abbandonato sul tavolo.
Questo a dimostrazione che ogni libro può pretendere di essere necessario quanto vuole, ma le necessità umane hanno un sistema piramidale molto più solido delle pretese librarie.
Perché vorresti vedere la foto dell’autore? Puoi cercarla su internet, ma poi, davvero, a cosa serve?, domandava Roberto.
Il legame tra il lettore e lo scrittore è più forte, se ci si guarda negli occhi, rispose Giulia, che in pochi secondi ottenne una foto della foto, una tecnologica mise en abyme.
L’uomo era ritratto a mezzobusto, con un maglioncino con lo scollo a v, le braccia incrociate, gli occhi socchiusi, come se stesse osservando un minuscolo particolare davanti a sé. Sulla guancia destra spiccava una voglia simile a uno stato americano, dai confini netti, tirati con righello e matita. Avrebbe potuto essere anche uno stato africano, ma pure uno stato mediorientale. Si sa, però, che l’immaginario è volentieri capitalista.
Ha la faccia del grande scrittore, disse Giulia.
Tutti hanno la faccia del grande quando si scatta in bianco e nero, disse Roberto inviando a Giulia una sua foto, in scala di grigi. In quel momento a Giulia sembrò che Roberto fosse un grande…

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