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Editoriale- SessismoVirus.

Nell'editoriale dell'ottavo numero di Sedicigiugno la nostra direttrice Susanna Minelli ci parla del tema della violenza di genere e di un altro virus che affligge il nostro paese da ben prima del Covid-19 e che è dannoso, anche se sotto un altro punto di vista, allo stesso modo: il sessismo.

#EDITORIALE
Di Susanna Minelli
(In foto: l’abbraccio tra Silvia Romano e sua madre a Ciampino)


Abbiamo contato i contagi. Abbiamo contato i morti. Infine, non con pochi pensieri, ci siamo fatti i conti in tasca per ripartire. A tutt’oggi continuiamo a contare. Il gioco dei numeri è stato il macabro passatempo del lockdown e lo sarà, purtroppo, ancora per molto. Tante vecchie abitudini abbiamo lasciato indietro, altre ne abbiamo prese. Ma di sicuro, fra tutte le malsane consuetudini che ci caratterizzavano prima, non si è lasciata indietro quella della violenza.

Tanta la violenza sui social in questi mesi di isolamento, forse ancora di più. Il tempo interminabile costretti a casa, la frustrazione del presente, la paura del futuro hanno portato a sfoghi di disumano inauditi. Un tutti contro tutti, che confondeva un’emergenza nell’emergenza: quella della violenza contro le donne. Più nello specifico il dramma della violenza domestica che con il lockdown ha finito di trasformare tante case in grotte degli orrori. Undici le donne che durante i due mesi di confinamento sono state uccise dai propri compagni in Italia. Mentre se vogliamo scendere nel particolare del nostro territorio allo Sportello anti violenza di Foligno gestito dall’associazione Liberamente Donna sono approdati ben quattro nuovi casi. La violenza permane, si annida, perdura e diventa una piaga nascosta, una seconda linea di dolore che non guadagna più le prime pagine. E di questi tempi nell’urlo mediatico del femminicidio si cela una crudele ipocrisia. Quella di un sessismo endemico che si annida sempre e ovunque.

E proprio Silvia Romano mi ha ricordato una faccenda: quella che in Italia, ma come vale per molti altri posti nel mondo, se sei donna non importa ciò che fai ma come ti presenti. Perché “se stai in Italia ti metti la minigonna e fai vedere le cosce” ma se poi la minigonna è troppo corta e capita che qualcuno ti molesta, forse, anzi è molto probabile, che te la sei cercata. Se hai il seno grande la scollatura è sempre troppo volgare, se ce l’hai piccolo corri a farti una mastoplastica additiva: perché la donna è bella con le forme ma se hai la cellulite i leggins non te li mettere, per favore. Per non parlare del trucco: con quel rossetto sembri una poco di buono ma senza non ti si può guardare. “Sei sciatta, vatti a dare una sistemata” come è stato detto a più riprese e in più modalità alla giornalista Giovanna Botteri. E ora passiamo a madre natura. Se sei bella molte volte penseranno che sei stupida, e se proprio non riescono a dirtelo che sei stupida, hai sicuramente frequentato le segrete di qualche uomo potente per essere arrivata dove sei. Che tu sia una capo reparto o una deputata. Se sei brutta, cercheranno in tutte le maniere di non farti esporre, perché non sei un bel vedere, ma se proprio di te non possono farne a meno appena farai qualcosa che non rientra nei loro interessi ti diranno “strega”, “mostro” o per non dire peggio “culona”. Se sei una donna in carriera non sei una buona madre, ma se sei una casalinga “zitta che tuo marito ti mantiene”.


Ma potrei fare altri mille esempi. Il problema per molti non è Silvia Romano persona, qualora dovesse esserci un problema nelle scelte che ha fatto. Ed il problema chiaramente non è Giovanna Botteri giornalista. Il problema non sono tutte le altre in quanto esseri umani. Il problema sono Silvia Romano, Giovanna Botteri e tutte le altre in quanto donne. Gli insulti che ricevono e che hanno ricevuto ne sono la prova schiacciante. E questo è un problema che si declina infinite volte in infinite situazioni nella nostra quotidianità. Una triste evidenza che sottolinea la poca intelligenza di chi presta il fianco, che siano uomini o che siano donne, al gioco senza respiro del maschilismo e del patriarcato.

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