
#SOCIETÀ #LAVORO
Di Matteo Bartoli
(In foto: la sede della Valle Umbra Servizi)
Si è tenuta il 9 luglio la riunione della prima commissione del Consiglio Comunale sul tema dei letturisti in appalto per Valle Umbra Servizi (Vus). Una questione do cui la redazione di Sedicigiugno ha iniziato a parlare nel dicembre 2019.
La riunione, convocata dai gruppi del centrosinistra, ha visto la partecipazione della dirigenza Vus, chiamata a rispondere indirettamente dell’appalto di lettura dei contatori, affidato ad una azienda di Lucca con pubblica gara. Erano presenti anche molti dei lavoratori licenziati, a loro dire ingiustamente e con procedure antisindacali. Assenti invece i sindacati, che la presidente della commissione Daniela Flagiello ha ritenuto di non convocare. Assenti anche il Sindaco e il capogruppo della lega Polli. Presente per qualche minuto il vicesindaco Meloni senza però alcun intervento all’attivo.
La discussione è iniziata con l’esposizione della situazione dal punto di vista di Vus e di Vus group. Anzitutto si è detto che il bando di gara cui si fa riferimento è stato compilato prima del cambio alla guida della azienda dei rifiuti del territorio. Poi si è proceduto dicendo che Vus non può fare molto in casa d’altri, ovvero nell’azienda appaltatrice, il che ha prodotto numerosi rumoreggiamenti dei lavoratori presenti, che giurano di “essere stati messi l’uno contro l’altro per cinque posti a pochissime ore settimanali, pagati una miseria a cottimo, in violazione dei contratti collettivi e basandosi su di un contratto pirata”. Più volte la presidente Flagiello, pur dichiarando comprensione verso le istanze dei lavoratori, ha dovuto richiamare all’ordine la platea. Sarebbe forse bastato convocare qualcuno per rappresentare la parte lavoratrice, come ha sottolineato il consigliere Mario Gammarota nel suo intervento.
La dirigenza di Vus ha poi detto che le normative nazionali obbligano alla digitalizzazione del servizio di lettura entro il 2022 e che quindi, a maggior ragione, di questi lavoratori non saprebbe che farsene. La chiosa è stata sul concorso che si dovrà tenere a breve e che dovrà prevedere l’assunzione di quarantuno persone. L’azienda in sostanza, pur dovendo lasciare a casa alcuni lavoratori, ne assumerebbe molti di più in seguito.
La discussione si è accesa quando è passata alla politica. Il consigliere Luciano Pizzoni, intervenuto in sostituzione di Silvestri (Patto per Foligno), dopo aver espresso solidarietà per questi lavoratori, ha richiamato tutti i colleghi ad agire fattivamente non tanto per alimentare la polemica politica quanto per risolvere il problema di queste dieci famiglie. Ha evidenziato come, anche con l’aggravarsi della situazione economica per via del coronavirus, un’azienda pubblica non può permettersi di lasciare a casa dieci lavoratori che si sono fatti quindici anni di precariato. Ha suggerito quindi, vista anche l’età dei lavoratori non propizia per un reinserimento lavorativo, un percorso di formazione per sopperire alle nuove necessità interne all’azienda.
Sigismondi, capogruppo PD, come anche Barbetti, anch’essa PD, dopo aver anche loro espresso solidarietà, hanno suggerito di tener conto dei trascorsi di questi lavoratori per evitare di lasciare dieci famiglie del territorio con meno reddito alle porte di una grande crisi economica. Su questo ha concordato anche Galligari capogruppo di FDI che in un breve intervento, dopo aver ringraziato la nuova gestione della partecipata comunale, si è unito alla richiesta di presa in carico della situazione da parte delle istituzioni cittadine .
Polemico invece l’unico altro intervento proveniente dall’area della maggioranza, quello del leghista Polli. In pochi minuti, dopo aver anche lui espresso solidarietà ai lavoratori che conosce direttamente in quanto dipendente Vus, ha sostenuto che la nuova dirigenza non c’entri nulla coi fatti e che tutto sia da attribuire alla vecchia gestione.
Dopo di lui è stata la volta di Fantauzzi, capogruppo 5stelle, secondo cui c’è somiglianza fra i metodi del vecchio centrosinistra e quelli del nuovo centrodestra: gli unici ad aver fatto qualcosa contro il precariato, a suo dire, sono stati loro (il M5S) col decreto dignità. Ha poi detto, rammaricato, che si sta rischiando un nuovo caso Fils, chiedendo ai colleghi di interrogarsi su tutte le vie per risolvere questa disdicevole situazione eminentemente politica. Infine è intervenuto Gammarota (Foligno 20/30) che, dopo aver sottolineato il suo personale disprezzo di ogni forma di precariato, si è unito a Pizzoni e a Sigismondi nel chiedere che questa grave situazione sia risolta, denunciando anche l’assenza di Sindaco e Vicesindaco e il mancato invito ai rappresentanti sindacali, che sarebbero stati utili per avere un quadro rappresentativo della situazione.
Dopo più di due ore di discussione i lavoratori si allontanano dalla sala Pio La Torre frustrati e amareggiati.
Noi, come redazione di Sedicigiugno, teniamo a dire che la razionalizzazione e l’ammodernamento della pubblica amministrazione non devono lasciare indietro alcun lavoratore, ma al contrario, devono corrispondere ad un miglioramento dei servizi e delle condizioni di chi quei servizi li garantisce. Il cambio di passo lo devono vedere soprattutto coloro che negli ultimi anni hanno dovuto soffrire un lavoro già al limite del tollerabile.
Fino a quando dovremo continuare a parlare di diritti negati, significherà che a cambiare saranno stati solo gli attori, ma non gli spartiti, di una brutta messinscena.