Ambiente

Facciamo un gioco

Un simpatico gioco per immaginare il cambiamento possibile nel nostro rapporto con la risorsa acqua a cura di Diego Mattioli

#AMBIENTE
Di: Diego Mattioli
In foto: irrigazione a dispersione


Arrivano i mesi di Luglio ed Agosto e con puntuale ritardo ci si accorge che abbiamo un reticolo fluviale alle soglie del collasso.

Il Topino boccheggia (vedi in proposito il numero di luglio-agosto di SediciGiugno), il Clitunno scompare ed il Teverone (tecnicamente Asta Fluviale Timia-Teverone-Marroggia) è ridotto a poco più di un rigagnolo dal colore e dagli effluvi non esattamente gradevoli. Le associazioni ambientaliste continuano a denunciare una situazione insostenibile, i cittadini protestano nel vedere i propri fiumi scomparire, le amministrazioni ricorrono agli esposti alle amministrazioni competenti: è del 29 luglio l’esposto del Sindaco Zuccarini a Procura della Repubblica, Carabinieri Forestali e ARPA per denunciare la situazione del fiume Menotre. E come avviene in questi casi parte la caccia al colpevole: captazioni alle sorgenti per l’idropotabile, sistema agricolo con colture e metodi di coltivazioni insostenibili, captazioni illegali, sversamenti di reflui agricoli, zootecnici e industriali, depuratori che non funzionano, rete idrica “colabrodo”, centrali idroelettriche, Giove Pluvio e il suo ostinarsi a non garantire le piogge di un tempo. 

Tutto vero in realtà, ma la domanda è: tutto questo da settembre a giugno non è un problema? Possibile che se un problema non si palesa allora non esiste? Possibile che si urli al dramma solo quando non si può far altro che ricorrere a misure emergenziali come il divieto di utilizzo dell’acqua proveniente da pubblico acquedotto per l’irrigazione di orti e giardini, piscine etc (avviso pubblicato dal Comune di Foligno il 17 agosto 2020).

Quando si comprenderà che le cosiddette matrici ambientali, acqua, aria, suolo, necessitano di politiche ed interventi sistemici e strutturali piuttosto che “pezze” buttate lì ciclicamente: a Gennaio l’aria (stop del traffico), ad agosto l’acqua (stop uso improprio delle acque)? In queste righe vorremmo ragionare su come approcciare seriamente uno dei fattori determinanti che impatta sulla qualità e quantità delle acque, ovvero il sistema agricolo.

Per farlo vi invito a raccogliere una suggestione che a me ha regalato quel genio di Giovanni Guidi e che a livello globale ha lanciato Alexandria Ocasio-Cortez: Facciamo un Gioco, facciamolo insieme! Già, Facciamo un Gioco, svegliamoci una bella mattina di agosto o settembre, prendiamo la nostra bici e andiamo a fare una passeggiata lungo il viale alberato di Case Vecchie: quello che, attraverso una bella pista ciclabile lungo il fiume Teverone, ci porta da Torre di Montefalco fino a Campello sul Clitunno. Tranquilli, in caso di “fiato corto” è ammessa una versione semplificata del gioco: basterà arrivare all’imbocco della ciclabile che ci riporta verso Sterpete.

Panorama meraviglioso, viale alberato, a destra e sinistra distese a perdita d’occhio di campi coltivati a mais e girasoli, il tutto “meravigliosamente” arricchito da getti d’acqua a pioggia che, con la luce giusta formano dei romantici arcobaleni: unico neo, quel rigagnoletto di fiume in perenne sofferenza. 

Ed ora inizia la parte difficile del gioco: il QUIZ. 

Quanti metri cubi d’acqua al giorno vengono spruzzati sui campi ogni giorno? da dove viene quell’acqua? quanta di quell’acqua nebulizzata in maniera così suggestiva nel cielo di Agosto con temperature dai 30 ai 40 gradi arriva realmente alle radici delle piante?  Difficile sapere esattamente le risposte a queste domande, certo è che ad un osservatore superficiale verrebbe da dire qualcosa del tipo: quantità impressionanti d’acqua vengono prese dal fiume e solo una parte davvero minima ricade sul terreno. 

Se questa è la tua conclusione, caro giocatore, la risposta è esatta, e puoi passare al livello successivo del nostro gioco: il Se fosse.

Questa fase del gioco consiste nel fare ipotesi “rivoluzionarie”: e se fosse a causa di tutti quei coreografici arcobaleni che il fiume è ridotto ai minimi termini? se fossero utilizzati sistemi diversi da coreografici quanto inefficienti spruzzi d’acqua, non si garantirebbero forse ugualmente le coltivazioni con un impatto sul fiume molto ridotto? se fossero coltivate piante che hanno meno bisogno di acqua rispetto al mais ed ai girasoli, non si risparmierebbe forse un’ importante quantità d’acqua?

Se la tua conclusione è: con colture diverse e sistemi d’irrigazione più efficienti si garantirebbe un migliore equilibrio tra agricoltura e conservazione del fiume, allora amico giocatore hai passato anche questo livello del gioco, congratulazioni!

Ovviamente, se gli agricoltori non ci vogliono stare a questo “se”,  magari in un altro gioco monotematico potremmo  dire “se le industrie che insistono in quel territorio facessero effettivo riciclo delle acque”,  “se il cambiamento climatico non ci fosse”, “se imparassimo a risparmiare l’acqua anche a casa evitando dispendi lussuosi e non autorizzati tipo le piscine“, “se Perugia non ci rubasse l’acqua”, “se l’acquedotto non fosse un colabrodo”, se… Ma la prima cosa che si impara da adulti per andare avanti è che con i se e con i ma non si va da nessuna parte, e da qualcosa si deve pur cominciare.  

Allora proviamo almeno per un “se” ad andare avanti; pronti per il terzo ed ultimo livello? Quello a cui solo i migliori arrivano? Molto bene. Allora eccoci arrivati al “io farei”, anche conosciuto come “il pianificatore illuminato”.

La domanda a cui dar risposta ora è: quale delle tre seguenti opzioni pensi sia la più opportuna per gestire la situazione?

  1. chiudere tutti i rubinetti in agosto, a partire da quelli di Perugia 
  2. porre la gestione del fiume al centro di un processo partecipato tra tutti gli attori coinvolti (comuni, regione, ARPA, ente di bonifica, gestori degli impianti pubblici e privati che hanno scarichi e captazioni nel fiume, associazioni di agricoltori) ed iniziare un processo partecipato di progettazione  che porti ad una gestione sostenibile delle risorse idriche ed alla conservazione degli habitat fluviali
  3. pregare

Lo studente consapevole identificherebbe la risposta 2 come quella giusta perché sa che a problemi complessi solo con la complessità si risponde e se la tua risposta è la B, caro amico, ti dichiaro ufficialmente vincitore!

Ci vediamo a Gennaio per la versione invernale di Facciamo un Gioco. Un suggerimento: studia i PM10.

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