
#CULTURA #STORIAEMEMORIA
Di Fabio Bettoni
In foto, da sinistra a destra: Ferdinando Innamorati, Francesco Innamorati, Tito Marziali.
Il notevole risultato elettorale conseguito dal Partito Socialista di Foligno alle amministrative del 31 ottobre 1920, coincise con il venticinquesimo anno dalla fondazione della sezione locale. Nella primavera del 1895, infatti, su iniziativa di Sinibaldo Sinibaldi, operaio tipografico di origini spoletine, repubblicano-collettivista, si aggregarono Teodoro Benni e Domenico Ricotti, operai xilografi, Augusto Cesare Casciola e Giuseppe Zaccardi calzolai, Emilio Lucentini muratore, Marco Trabalza operaio metallurgico, Geminiano Brozzi operaio chimico, Tito Marziali studente, Ferdinando Innamorati figlio di un mugnaio-cartaio. Appena fondata la sezione entravano a farvi parte Cesare Ciotti, xilografo, e Arturo Giamboni rappresentante di commercio. Quindi, tra il 1895 e il 1897, s’iscrivevano Oreste Radi, Angelo Ciffarelli, Augusto Desideri, Emanuele Remoli, Luigi Fongoli impiegato comunale, Esdra Innocenti, impiegato delle Ferrovie appena trasferito in Foligno, Ubaldo Cirocchi, Domenico Bencivenga, Menotti Brandi. Intorno al 1899, Andrea e Francesco Pagliarini di Colfiorito, anarchici, si avvicinavano al partito con altri compagni di fede, e, senza aderirvi formalmente, iniziavano un’attività di propaganda socialista sugli Altipiani. Nel 1899, aderivano Vittorio Giovannini e Ciro Angelini, i quali, nello stesso anno, entravano nel direttivo sezionale composto anche da Casciola, Fongoli, Innocenti, Sinibaldi, Zaccardi.
Altri militanti, di cui si ha notizia nel 1902, erano Luigi Argentini, Pilade Bellucci, Nullo Soli, Federico Vanni; nel 1907 Giuseppe Battistelli si vedeva in ruoli di rappresentanza; entro il 1910, s’iscrivevano gli avvocati Ugo Cappuccino (a suo tempo repubblicano-socialista, poi fascista) e Silio Fazi (fratello del deputato radicale Francesco, poi social-riformista, e antifascista). Al 1901, i socialisti di Belfiore erano già un gruppo attivo grazie all’iniziativa di Ferdinando Innamorati; al febbraio 1907 risultavano già mobilitate la sezione di Vescia e quella di Sant’Eraclio, fondatori delle quali si vuole siano stati Innamorati per la prima e Ludovico Bulai per la seconda; di questa sezione, a quella data, si ricorda anche Angelo Buoncristiani; in un periodo imprecisato, Innamorati promuoveva il gruppo socialista di Casenove, intorno al calzolaio Alessandro Sabbati e al mugnaio Carlo Ottaviani; al 1905 risultava formato anche il gruppo socialista di Rasiglia, grazie al fatto che lì insegnava il maestro Filippo Fidati. In occasione del Primo Maggio del 1903, appariva per la prima volta il Nucleo Giovanile Socialista Educativo; sembra potersi vedere in continuità con esso il Circolo Giovanile Socialista rappresentato nel 1914 da Ottavio Ricotti e Coriolano Nati; sempre intorno al 1903, Brandi organizzava la Fanfara Rossa, nel 1907 fondava il corpo dei Militi della Società di Pubblica Assistenza “Croce Bianca” (i portantini), ove, tra i militi capi-squadra, si elencavano i socialisti Bencivenga, Antonio Casciola, Carlo Chiodi, e Ciotti. Donne iscritte non ve n’erano, ma le mogli frequentavano la sezione folignate del Partito, incontravano Angelica Balabanoff, partecipavano alle feste campestri del Primo Maggio; tra di loro erano segnalate le compagne Maria Spinarelli e Dolores Fattori moglie di Ciotti, “socialista e molto politicizzata” come scriverà più tardi Tito Marziali; ben presenti nella vita del Partito anche le coriste della Società Corale (come i coristi, del resto, capeggiati da Pilade Bellucci). A cavaliere del Novecento, la sezione cittadina si spostava da un vicolo nei pressi della chiesa di San Salvatore, alla casa Bernardini in via Rutili, quindi in via Pignattara; qui il compagno Licurgo Romagnoli dipingeva una serie di medaglioni con i volti dei deputati socialisti; ci si divertiva con serate danzanti, fisarmonica e chitarre. In genere tutti i compagni, oltre che la sezione, frequentavano i circoli rionali (il “Mazzini” e il “Garibaldi” erano ancora attivi nel 1910).
Al momento del congresso regionale del Partito che si era tenuto nel 1908 (Perugia, 28-29 giugno) e aveva dato vita alla Confederazione (o Federazione) Regionale Socialista dell’Umbria e alle Federazioni Collegiali (Foligno andò con Gubbio, includendo Nocera Umbra e Gualdo Tadino, giusta il collegio elettorale per la Camera elettiva), Foligno città contava 75 iscritti, Belfiore 15, le sezioni di Vescia e Sant’Eraclio non si erano messe in regola nei tempi e modi previsti, tuttavia potevano regolarizzare rispettivamente 17 e 10 associati. Nel complesso, Foligno si presentava con 117 iscritti, ovvero quasi il 10 per cento dei 1.187 associati registrati o da registrare nell’intera regione (Terni annoverava 250 aderenti, Spoleto 97, Orvieto 80, Perugia 50 come Gubbio, tutte le altre sezioni che qui non enumero erano al di sotto di quest’ultima cifra). “Il culmine degli iscritti – scriverà Marziali riandando a quegli anni – si ebbe nel 1919 e 1920. Non si esagera dicendo che nel Comune si ebbero 5 o 600 iscritti. Numero ragguardevolissimo: vi erano state le espulsioni degli interventisti e l’afflusso stragrande dei neutralisti”. Ma la memoria, senza documenti di supporto, può fare qualche scherzo. Il numero è infatti sovradimensionato dato che tra il 1914 e il ’20 gli associati non avevano superato le 494 unità del 1919 con una vertiginosa caduta a 97 nel ’16, per di più conteggiati a livello circondariale e non comunale, dove le sezioni andarono da un minimo di 4 nel ’16 ad un massimo di 8 sia nel ’19 sia nel ’20.
Per le amministrative del 1920 la mobilitazione della Camera del Lavoro aderente alla Confederazione Generale del Lavoro (CGdL) dové essere notevole. Gli uomini che la guidavano in quel mometo erano tutti socialisti “ufficiali”. Quanto ai lavoratori iscritti alle Leghe affiliate alla Camera non è da escludere che vi fossero dei repubblicani, degli anarchici, e dei lavoratori un tempo sensibili al richiamo del sindacalismo rivoluzionario. Le premesse della Camera folignate erano state poste negli anni 1890 dal Circolo Repubblicano “Antonio Liverani”, nel quale militavano mazziniani, radicali, repubblicani-socialisti e repubblicani-collettivisti. Nel 1891, il Circolo istituiva la Cassa di Vecchiaia per gli Operai inabili al lavoro e la Cassa di Soccorso per gli Infortuni sul lavoro, con specifico Statuto e Comitato amministratore nel quale figurava anche il socialista Esdra Innocenti. Il Circolo aderiva dal 1881 alle Società Operaie Italiane Affratellate; ed è sulla scia del dibattito che attraversò le Affratellate prima, durante e dopo il 1886, che il Circolo diede vita alle due Casse appena ricordate e, nel 1892, alla prima Camera del Lavoro (prima anche all’interno dell’area regionale). Si sta delineando il Socialismo italiano, nettamente distinto sia dal Mazzinianesimo sia dall’Anarchismo; e si gettavano, dunque, anche da noi i semi di un’organizzazione che, pur mantenendo elementi del mutualismo nella versione mazziniana del Patto di Fratellanza (1871), si mostra sensibile ad una visione e ad una pratica radicate nella classe e nella lotta di classe.
Si trattò di semi fruttiferi, tanto che il 22 marzo 1903, quando si costituiva la Sezione di Foligno della Camera del Lavoro di Terni, vi afferivano le Leghe dei Tipografi, dei Chimici, dei Fornaciai, dei Panettieri, dei Cartai, dei Metallurgici, dei Contadini (coloni-mezzadri), dei Braccianti, dei Lavoratori di Mense e Caffè, dei Pellettieri, Lega Mista. Cosicché, quando il 3 novembre 1907 nasceva ufficialmente la Camera del Lavoro di Foligno e Circondario ciò avveniva in un campo relativamente dissodato; è, peraltro, da rilevarne l’orizzonte storico e ideale giacché l’evento si realizzava il 3 novembre, giorno tragico della battaglia di Mentana (1867), giorno sacro per i garibaldini di ogni tendenza e sfumatura; nella piazza XX Settembre, luogo che perpetuava nel nome il ricordo di Porta Pia, dentro e intorno al quale si muoveva la più alta concentrazione di anticlericali; con due oratori socialisti di particolare rilievo: Giovanni Lerda e Francesco Ciccotti. Tre anni dopo, nel dicembre 1910, la Camera folignate includeva le seguenti Leghe: degli operai della Carburo e Derivati (Chimici), dei Cartai di Belfiore, dei Falegnami, dei Lavoratori del Libro (afferenti anche alla Federazione Nazionale del Libro), dei Ferrovieri (aderenti al Sindacato Ferrovieri Italiani, Guglielmo Piccioni ne era esponente di primo piano), dei Metallurgici, e una Lega Mista; vi erano organizzati 800 lavoratori, ne era segretario Ruggero Ercolani. All’inizio di ottobre del ’15, ovvero a poco più di quattro mesi dal 24 maggio, la Camera folignate contava 910 tesserati, iscritti alle leghe già ricordate e a qulle formatesi nei primi mesi dell’anno: le Leghe Braccianti e Contadini di Spello, Leghe Braccianti di Belfiore, Pale, Vescia, Sant’ Eraclio, Fiammenga, Scafali e Maceratola; Lega Contadini del piano di Foligno (coloni-mezzadri), Lega Spazzini comunali.
Nonostante il silenzio imposto dalla legislazione straordinaria legata alla Grande Guerra, la Camera non chiuse i battenti e mantenne i contatti con il mondo operaio soprattutto mediante il Collocamento dei lavoratori. Tant’è che tra la fine del 1918 e l’inizio del ’19 tornava immancabilmente allo scoperto. Non ho dati numerici sugli affiliati nell’immediata congiuntura post-bellica. Qualche nome dei socialisti camerali va comunque fatto: il segretario Francesco Innamorati (nato nel 1893), operaio tipografico, Alessandro Alimenti, Arnaldo Cruciani, Alfredo Dellamanna, Alfredo Duranti, Emilio Polli, Francesco Romani, Alessandro Testa, Giuseppe Zaccardi, ai quali si affiancavano Menotti Brandi, Vincenzo Grampini, Raffaele Monsignori, Stefano Cimichella, Luigi Paci, Ottorino Romagnoli; al 10 agosto 1915, Ludovico Bulai (fondatore del Partito a Sant’Eraclio), Giovanni Battista Donati, Luigi Rosati, Giovanni Battista Tiburzi, Sante Tiburzi, Giovanni Battista Torti risultavano aderenti alla Lega Muratori e Braccianti di Sant’Eraclio.