Politica

A Foligno serve un’altra opposizione. Renzi? Folle

Riprendiamo, con un approccio diverso, il discorso iniziato ad ottobre con il forum dell’opposizione. È interessante dare uno spazio più ampio a ciascuno degli intervenuti quel giorno, partendo dal Movimento cinque stelle che a noi sembra, fra le forze politiche in Consiglio Comunale, interpretare in maniera diversa dalle altre il ruolo di opposizione. Per questo abbiamo voluto intervistare David Fantauzzi candidato sindaco e capogruppo in Consiglio del movimento fondato da Beppe Grillo.

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Intervista a cura di Matteo Bartoli e Vincenzo Falasca


Riprendiamo, con  un approccio un po’ diverso, il discorso iniziato ad ottobre con il forum dell’opposizione. È interessante dare uno spazio più ampio a ciascuno degli intervenuti quel giorno, partendo dal Movimento cinque stelle che a noi sembra, fra le forze politiche in Consiglio Comunale, interpretare in maniera diversa dalle altre il ruolo di opposizione. Per questo abbiamo voluto intervistare David Fantauzzi candidato sindaco e capogruppo in Consiglio del movimento fondato da Beppe Grillo.

David, tu non c’eri quel giorno: facciamo il punto sulla vostra opposizione. 
«Anzitutto tengo a dire che ad ottobre non ho potuto partecipare perché avevo un impegno, ma che altrimenti sarei intervenuto volentieri. E’ necessario partire da un analisi su quella che è stata l’opposizione in questo anno e mezzo di mandato Zuccarini. Noi come gruppo Movimento cinque stelle in Consiglio ci confrontiamo volentieri con gli altri gruppi di opposizione, con Mario Gammarota di Foligno2030 in particolare, al quale riconosciamo presenza ed impegno costante, ed anche con gli altri, anche se in modo più sporadico, anche per il fatto che, soprattutto negli ultimi tempi, stiamo notando un minore “attivismo” da parte delle altre forze di minoranza che hanno composto la coalizione di centrosinistra. Sappiamo bene che fare opposizione è un compito difficile e faticoso ma gli elettori ci hanno assegnato questo ruolo e va interpretato con dedizione e senso di responsabilità proprio per rispetto dei cittadini che ci hanno dato la loro fiducia, diversamente si devono fare altre scelte. Noi abbiamo messo in campo un’opposizione non ideologica. Questa in parecchie situazioni ci ha portato a votare in maniera difforme dal centrosinistra. In altre circostanze, in materie non di indirizzo politico, abbiamo invece votato persino a favore di singole proposte provenienti dalla maggioranza, come altre volte, ad esempio su alcune variazioni di bilancio, abbiamo votato contro mentre il csx si è astenuto. Crediamo in una opposizione che deve valutare i fatti per quello che sono e sempre nell’esclusivo interesse dei cittadini».

Veniamo al giudizio sulla maggioranza. 
«Questa maggioranza non sbaglia niente  semplicemente perché non fa niente. Sono terribilmente passivi ed immobili. Noi non abbiamo smesso di fare proposte, alcune ritenute ottime da loro stessi, che però non sono mai state accettate solo perché provenienti dall’opposizione. Questo non mi sembra lavorare negli interessi dei cittadini. Questo non mi sembra lavorare negli interessi dei cittadini. Finita la luna di miele, scontata la rabbia che nel bene e nel male la scorsa amministrazione aveva fatto accumulare, penso che la nostra opposizione possa essere quella più efficace per fare capire ai cittadini che non solo non c’è stato il cambiamento atteso, ma che ora la situazione è peggiore. Questo a poco a poco già sta accadendo anche se il centrosinistra fa fatica a coglierlo.  Anche recentemente, ad esempio, sulla questione ex-zuccherificio il csx ha presentato una interrogazione che ha provocato le solite (e per certi versi comprensibili) reazioni sulle responsabilità di chi ha amministrato fino due anni fa senza risolvere il problema. Eppure avevano ragione perché c’era un accordo e dopo due rinvii semestrali la Giunta non sta agendo; non a caso noi siamo stati i primi a presentare una interrogazione sul tema a novembre 2019. E’ evidente che in questa faccenda la pandemia non c’entra niente ed è evidente che su alcune questioni noi siano più credibili. L’assessore Cesaro, dopo il primo rinvio a giugno 2020, aveva assicurato di mandare la procedura in commissione entro Ottobre. Ora siamo a gennaio ed ancora non si sa nulla. Non si può continuare a dire che è colpa di quelli di prima, quel che è stato è stato: ora spetta a loro governare. Onori ed oneri. Su queste faccende, che sono molto serie e molto importanti per Foligno, il centrosinistra non deve fare il gioco, seppure involontariamente, della maggioranza». 

Quindi il tuo giudizio è negativo sull’operato della Giunta?
«Sui rifiuti la situazione è visibilmente peggiorata, sui servizi idem. Non c’è un settore dove si è migliorato. Forse solo sulle luci di Natale che francamente sono un po’ pochino. Non si può poi dire che è colpa della pandemia. Noi nel marzo del 2020 ci siamo astenuti sul bilancio con la motivazione tecnica di mettere l’Amministrazione nelle condizioni di agire con la massima urgenza sulle scelte da compiere per fronteggiare il Covid. E’ passato un intero anno e nel bilancio consuntivo di assestamento le uniche risorse stanziate dalla giunta Zuccarini in favore dei cittadini sono quelle provenienti dal governo centrale. Conseguentemente, noi a questo punto abbiamo votato convintamente contro. Porto questi esempi perché oggi bisogna iniziare a lavorare per il 2024, non basta dire che le cose non le stanno risolvendo. Loro continueranno a dire che è colpa di quelli di prima, noi dobbiamo avere l’intelligenza di rispondere che “basta con questa storia: i cittadini erano insoddisfatti, tant’è vero che hanno cambiato amministrazione, ma ora bisogna che voi dimostriate di esservi meritati questa fiducia”. Mi piace parlare di cose concrete: a Maggio scorso abbiamo presentato la mozione per i voucher turistici, mi hanno risposto che l’avrebbero portata in commissione ed io ho risposto che andava più che bene. Ebbene il tutto è stato arenato. Anche sul tavolo di coordinamento per la pandemia, quella era una proposta di buon senso. Il Sindaco prese parola e rifiutò veementemente perché “erano stati eletti loro”. Io risposi che ancora una volta stavano dimostrando di saper comandare ma di non saper governare. Il miglior modo per fare opposizione a questa giunta è quella di sfidarla sulle cose concrete perché è lì che è evidente che non stanno facendo niente. Bisogna farli stare sul pezzo». 

Ebbene ci hai parlato di due opposizioni: una non ideologica e pragmatica e una simbolica e culturale. Ma nessuna delle due sembra pagare.
«E’ vero, ma non bisogna rassegnarsi perché non ci sono altre strade. Bisogna essere coerenti con gli impegni presi con i cittadini».

Insomma nel tempo pagherà. 
«Questa è la speranza ma ripeto: non ci sono altre strade».

Bene. Addentriamoci nell’analisi. La destra locale si lamenta dell’opposizione pelosa messa in campo. Eppure sul piano nazionale applica le stesse dinamiche di opposizione forte e preconcetta all’esecutivo. 

«La prendo un po’alla larga. Il Movimento cinque stelle è arrivato al 33% praticamente con gli stessi identici metodi che oggi usa la Lega, cioè facendo leva sulla rabbia e sulla pancia del Paese. E’ molto facile raccogliere consenso così, più difficile consolidare il consenso trasformandolo in azione di governo, cioè ragionando di testa. Governare significa fare delle scelte che, inevitabilmente, non possono accontentare tutti. Molto facile piangere contro l’Europa che ci distrugge e ci affama, più complesso cambiarla davvero, tanto per fare un esempio. Il risultato è che il consenso del m5s si è dimezzato nel giro di un anno.
E’ vero anche che durante la “Seconda Repubblica”, mentre governavano alternativamente il cosiddetto centro-destra ed il cosiddetto centro-sinistra, c’è stata solo continuità. Sia l’uno che l’altro tagliavano risorse alla sanità pubblica, alla scuola, alla salvaguardia del territorio, svendevano asset strategici, dismettevano politiche industriali.
Le vere politiche diverse sono arrivate con questi governi, nel bene e anche negli errori commessi, mentre intanto stiamo pagando per le scelte del passato». 

Sarebbe infatti intelligente fare tesoro delle cose che ci ha insegnato il Covid per cambiare ciò che fino a l’altro ieri era intoccabile. Un esempio è la gestione della sanità a livello centralizzato, perché è evidente che non è possibile avere 21 sanità diverse, o ripensare il ruolo dei medici di base pienamente all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Se dicevi queste cose due anni fa ti avrebbero preso per pazzo. Guardiamo un po’ ciò che ci succede attorno.
A Montefalco, anche con alcune responsabilità di chi era all’opposizione, durante i mandati di Donatella Tesei si sono accumulati milioni di debiti. Voi come valutate la vicenda?
«Mi pare evidente che quello che è emerso è una situazione veramente drammatica per i cittadini. Si stanno già scolando gli gnocchi di una amministrazione dissennata con tutte le imposte locali al massimo e tutti i servizi al minimo e così andrà per qualche anno. Emerge in maniera chiarissima che, al di là dei patetici tentativi di giustificazione che hanno cominciato a dare poco prima delle elezioni regionali, prima negando poi ridimensionandolo a circa 300mila euro, c’è una responsabilità politica grave. La responsabilità politica diretta va ricercata nel decennio di governo dell’attuale Presidente della Regione, sicuramente più dell’attuale Sindaco, anche se a quel tempo ne era il vice.  
Cosa significa averla lì come Presidente della Regione a livello politico? Lo vedremo. Vedremo se la Regione si avvierà ad avere lo stesso percorso, ma spero francamente di no». 

Sembra che il modello Montefalco, che veniva spacciato come un modello positivo, in realtà ovunque viene applicato crei situazioni critiche. Così anche da Nocera giungono segnali di concreti problemi di bilancio e la stessa Foligno ha visto un primo periodo molto orientato all’effimero, all’apparenza molto simile al modello Montefalco caratterizzato da una rappresentazione estetica di una eccellenza dell’Umbria in realtà basata su una grande operazione mediatica finanziata con risorse pubbliche. 
«È vero, unica eccezione il Comune di Spoleto, che infatti è stato colpito dalla scomunica della Lega, con le conseguenti espulsioni».  

Probabilmente perché c’è un magistrato serio come De Augustinis che ad esempio ha preso le distanze sulla gestione della VUS, come altri Sindaci, preoccupati per la gestione e per le preoccupanti dinamiche dei bilanci.
«Su questo però è necessario fare chiarezza: sulla storia del bilancio consolidato che è arrivato in commissione con quel risultato così eccessivamente differenziato tra l’anno precedente e l’anno successivo. Quello che noi abbiamo detto non è stato: “attenzione, c’è una voragine”. Siccome sono stati usate due procedure contabili diverse, bisogna che chi ha fatto parte della vecchia amministrazione, che ha di fatto determinato il bilancio 2018, e chi fa parte della nuova amministrazione spieghino ai cittadini quali sono le differenze sostanziali al di là delle diverse annotazioni contabili. A fronte di questa di questa richiesta in commissione c’è stato il mutismo assoluto sia da parte del precedente assessore al bilancio, che oggi è in quella commissione, sia dell’attuale assessore.  Le cose sono andate poco meglio in Consiglio Comunale. Aggiungo: è possibile che una Amministrazione che ha ereditato un avanzo di bilancio di 1,3 milioni di euro, ogni volta che si chiede qualche intervento risponda che non ci sono i soldi? Cito un esempio: c’è una situazione in questo territorio comunale che è la frazione di Cantagalli al confine con il comune di Bevagna che non ha né fognature, né pubblica illuminazione, né metano. Inoltre l’acquedotto è del 1956, ha tubi in cemento e amianto che portano l’acqua bevuta dai cittadini e si rompe una volta alla settimana causando grandi disagi oltre che concreti pericoli. Abbiamo fatto una interrogazione dicendo almeno di cambiare l’acquedotto che è di 65 anni fa. La risposta ufficiale della VUS è che è tutto regolare, per me invece rappresenta una cosa da chiarire, non si può dire tutte le volte che non ci sono i soldi. A casa mia prima di mettersi la cravatta ci si fa la doccia, perché è inutile che faccio le lucette natalizie, quando ci sono nostri concittadini che hanno ancora l’acqua che gli arriva attraverso una conduttura di cemento-amianto. Questo significa sfidarli sulle questioni pratiche. E ripeto, alla risposta “ma quelli di prima perché non ci hanno pensato?” si deve ribattere dicendo che quelli di prima non ci sono più anche per questo e adesso ci dovete pensare voi». 

Anche perché, non è vero che i soldi non ci sono per tutto, ad esempio per via Fiume Albegna, tanto cara al Sindaco, si trovano e si va avanti spediti. E comunque dimenticano che il bilancio consolidato dello scorso anno lo ha presentato e firmato l’attuale assessore al bilancio Ugolinelli e l’ha approvato l’attuale maggioranza, per poi dire che era poco chiaro e regolare.  Un po’ come quando si chiedono i danni all’ex amministratore della Fils, Mattioli, dimenticando che, tra chi faceva parte dell’organismo di controllo che doveva vigilare, c’è anche il dirigente dell’area lavori pubblici riconfermato dall’attuale amministrazione con ulteriori competenze sul patrimonio.
Ritornando alle questioni generali, a che punto è ora il Movimento cinque stelle?
«Veniamo da poco dagli Stati Generali: è stata una bellissima fase di confronto con centinaia di intervenuti dall’ultimo degli attivisti fino al ministro. Un bel momento di confronto e quindi di crescita. Quello che ha prodotto in termini di linea politica, punti programmatici, organizzazione? Ha prodotto una forte base di principi, teorica, alla quale però bisogna dare gambe. Sulla questione delle alleanze si è scelto di procedere non con alleanze ideologiche e strutturali ma con alleanze su punti di programma, a tutti i livelli».

Per il futuro Conte lo vedi come leader del Movimento 5 Stelle?
«E’ una possibilità. Potrebbe andare così come potrebbe essere che lui fa una sua lista. Chiaramente Conte, tra virgolette, è stato un prodotto nostro. Nonostante tutte le titubanze iniziali credo si stia rivelando come una risorsa per questo Paese».

Cosa pensi della crisi di governo che Renzi ha provocato? 
«Questa è una cosa che definire irresponsabile è fare un complimento. Andare ad elezioni in questo contesto è proprio folle. Renzi sta alzando la posta per capitalizzare i propri interessi personali a scapito degli interessi del Paese. Sa di essere ago della bilancia e quindi gioca su due campi. Far vincere il centrodestra potrebbe essere uno dei suoi obiettivi. Se si aggregasse a Forza Italia non farebbe niente di incomprensibile, anzi. Diciamo che definire Renzi di sinistra è assai audace».

E’ uscito galvanizzato dalla vittoria di Biden, sia ideologicamente perché può dire che si vince solo al centro, sia pragmaticamente perché vuole andare a fare il segretario generale della Nato. Uno può dire “almeno ce lo togliamo dalle scatole”, solo che passerà a giocare a Risiko anziché sulla vita degli Italiani, sulla vita degli interi abitanti dell’atlantico e del pianeta.
«Fare una crisi così, rischiare di portare il paese al voto in questo modo, con le paure che ci sono, senza una legge elettorale, è proprio una cosa imperdonabile. La ciliegina sulla torta della carriera politica di Matteo Renzi».

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