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Di Lorenzo Capoccia
In foto: la facciata laterale di San Feliciano prima dei restauri di primo Novecento
Nella statica noia del primo lockdown trovare stimoli esterni per un’attività di qualsiasi tipo non è stata cosa facile. Eppure, come molto spesso accade anche in condizioni normali, le “illuminazioni” arrivano da ciò che di più vicino abbiamo. Più precisamente dalla libreria in camera, a pochi metri dal mio letto. Allungando le braccia con sforzo estraneo al pigro torpore nel quale penso tutti ci stavamo crogiolando, mi sono imbattuto, con grande sorpresa, in un vecchio e piccolo tomo impolverato, dalla rilegatura fatiscente e dalle pagine completamente ingiallite. L’autore del libretto è il noto Michele Faloci Pulignani, uno dei massimi intellettuali che abbiano percorso le vie della nostra città, studioso, uomo di chiesa, figura controversa della vita politica del primo Novecento. L’opera in questione è una copia originale della Guida Illustrata di Foligno e Dintorni. È del 1909 e si può sicuramente individuare come uno dei primissimi esempi di brochure turistica, per lo meno relativa ai nostri luoghi.
Allora mi sono detto «Perché no?». E sfogliando quelle pagine avvizzite, ho scoperto il piacere di una lettura fresca, diretta, seppur di natura estetica, nonostante il secolo che mi divide dall’autore. Una descrizione concreta e pratica dei luoghi che ci circondano che spesso sottovalutiamo o ignoriamo del tutto, ma che in realtà celano storie avvincenti e dallo spiccato valore artistico e naturalistico. Seguendo come modello la Guida di mons. Faloci Pulignani, cercheremo di esplorare i cosiddetti luoghi degni di nota delle nostre zone, alcuni citati nella brochure e altri che mi sono permesso di annoverare nell’elenco. Uno per uno li andremo a visitare, provando a capire insieme le caratteristiche principali e le storie che nascondono.
Il primo luogo di cui ci occuperemo è la Cattedrale di San Feliciano. Più in particolare della sua facciata secondaria, quella che prospetta Piazza della Repubblica. Tra le due facciate infatti è proprio quella del transetto a sfoggiare il maggior numero di decorazioni e simboli che, come in una pagina di un libro, riga per riga, narrano la storia del complesso architettonico nonché della città stessa.

In foto: la facciata laterale di San Feliciano dopo i restauri di primo Novecento
La prima costruzione risale al 1201, opera dei due maestri Rodolfo e Binello (già operanti alla fine del XII secolo in quel di Mevania), ma ciò che possiamo ammirare oggi è frutto di numerosi restauri e rifacimenti susseguitisi nella storia, il cui indizio principale è rappresentato dalle cornici marcapiano che dividono la facciata in tre registri orizzontali. In quello inferiore si notano tre portali, uno centrale e due secondari oggi ridotti a loculi. Il portale principale presenta sulla sommità una serie di fasce decorative alternate, lisce o a rilievo. Quelle più esterne raffigurano il Sole e la Luna, simboli di ciclicità ed eternità, decorati con nastri, stelle ed intarsi. Nell’arco più interno del portale è possibile ammirare una serie di formelle con i segni dello Zodiaco (il Cosmo), divisi dalle figure del Sole e della Luna (tema iconografico caro anche ai Trinci), ai quali si aggrappa il rilievo del tetramorfo degli evangelisti. Nell’intradosso si possono notare due figure dalle fattezze femminili, una coronata e l’altra sovrastata da un drago (probabilmente simboli della Chiesa d’Oriente e d’Occidente). All’interno degli stipiti sono rappresentati Papa Innocenzo III e l’imperatore Ottone IV di Brunswick, rispettivamente i detentori del potere spirituale e temporale nel periodo di costruzione. Alla base del portale, a difesa dei fedeli, i due leoni rossi, iconografia figlia della tradizione militare romana, secondo cui i leoni erano posti a protezione della tenda del comandante dell’accampamento.
La cornice aggettante più in alto, introduce il registro intermedio: una serie di protomi antropomorfe corre lungo tutta la larghezza della facciata sorreggendo le statue di quattro aquile, simbolo di contemplazione, ascensione e regalità, inquadranti la splendida loggetta a sei aperture definita da fini colonnine tortili. Ai lati si aprono i raggi dei piccoli rosoni che fanno da preludio a quello più grande (in precedenza fu un grande fornice di tradizione romana), a due ordini, posto sul registro superiore. Ai piedi di quest’ultimo i rilievi di due grifi a capo chino, simboli delle vittorie nelle battaglie contro Perugia nel XIII secolo, successivi rispetto alla costruzione originaria. Le due bifore di sinistra e quella di destra sono opere tardo trecentesche della famiglia Trinci, in seguito chiuse e poi riaperte dall’architetto Benvenuti nel 1905 a cui si deve anche il coronamento a timpano.
L’utilizzo di materiali diversi e disomogenei, nonché i segni nella muratura delle soluzioni architettoniche precedenti, testimoniano il trascorrere del tempo e i diversi stili artistici adottati nei secoli in quello che costituisce uno dei principali e più antichi edifici ecclesiastici romanico-medievali di tutta l’Umbria.
Fonti:
Giordana Benazzi (a cura di), Foligno A.D. 1201. La facciata della Cattedrale di San Feliciano, SILVANA, Cinisello Balsamo, 1994
Michele Faloci Pulignani, Guida illustrata di Foligno e dintorni, M.Campitelli, Foligno, 1909
Vocabolario d’Arte:
- Bifora: finestra il cui vano risulta diviso, sulla fronte esterna, in due luci uguali, mediante una colonnina; caratteristica di molta architettura medievale e quattrocentesca.
- Fornice: la luce di un arco o di una porta monumentale.
- Intradosso: superficie in vista all’interno della volta o dell’arco.
- Protome: elemento decorativo costituito dalla testa, talora anche con parte del busto, di una figura umana o animalesca o fantastica.
- Tetramorfo: raffigurazione iconografica composta da quattro elementi risalente a una simbologia di origine mediorientale (in questo caso si fa riferimento agli animali dei quattro evangelisti).
Nelle foto d’epoca: la facciata laterale di S. Feliciano prima e dopo i lavori di restauro di primo Novecento. Le immagini sono tratte da Capire Faloci, Atti del convegno di studi, Foligno, 8-9 aprile 2011, supplemento al n. 14 del Bollettino storico della Città di Foligno, Foligno, 2016. Il volume ospita tra gli altri un pregevole contributo dell’ arch. Luciano Piermarini dal titolo La passione di Faloci per il patrimonio monumentale di Foligno.