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Silvestri: «Mi aspettavo un’altra politica»

Continuiamo il giro di interviste ai protagonisti della vita politica cittadina. Questa è la volta di Patto X Foligno, gruppo nato a ridosso delle scorse elezioni comunali, con il giovane capogruppo Francesco Silvestri a cura di Matteo Bartoli.

#POLITICA #ISTITUZIONI
A cura di Matteo Bartoli
In foto: Francesco Silvestri


Continuiamo il giro di interviste ai protagonisti della vita politica cittadina. Questa è la volta di Patto X Foligno, gruppo nato a ridosso delle scorse elezioni comunali, con il giovane capogruppo Francesco Silvestri a cura di Matteo Bartoli.

 
Francesco tu sei un giovane nuovo arrivato in consiglio comunale. Come stai vivendo il tuo ruolo?

Ad essere sincero, devo iniziare mostrando la mia sorpresa o se vuoi delusione. Quando ho deciso di intraprendere questo percorso avevo un’altra idea del Consiglio comunale e della politica cittadina, ma col tempo ho iniziato a capirne di più. Io credevo che il Consiglio comunale fosse il luogo dove dovessero avvenire scambi di opinioni, il centro della partecipazione dei cittadini, il luogo dove tutte gli interventi dei consiglieri potessero concorrere alle decisioni migliori negli interessi della comunità. Ma ormai dopo due anni mi sono dovuto ricredere. Dico di più, da parte dell’amministrazione, eccezion fatta per qualche cosa che viene dai 5stelle, c’è una esplicita e preconcetta chiusura nei confronti di qualsiasi intervento che viene dai banchi della minoranza e chiunque, vedendo i Consigli comunali in streaming, può accorgersene. 

Il centrosinistra in questo tempo ha mostrato quale sarebbe stato il suo metodo di governo e quali scelte avrebbe preso. Abbiamo dialogato con i 5stelle e tante volte abbiamo votato assieme, insieme conveniamo sul fatto che bisogna far virare l’azione amministrativa almeno verso l’ascolto e il confronto con le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e con i cittadini in senso più generale. Alcune cose sono state accolte, come ad esempio la Consulta sullo sport, ma ancora stentano a partire e pare di capire che non tutte le associazioni e le categorie vengono incluse. Abbiamo chiesto la creazione della Consulta della mobilità per migliorare la situazione in una logica ciclosostenibile, ma su questo tema c’è stata molta più ostruzione. Eppure una Consulta sarebbe importante per la città, perché potrebbe dare il suo contributo su temi come la chiusura del centro storico al transito delle auto o come il collegamento fra frazioni e centro.

Riassumendo direi che noi vorremmo fare in modo che le scelte siano il più condivise e partecipate possibile, mentre la maggioranza, non solo non ascolta l’opposizione, ma ha anche difficoltà a parlare con i suoi stessi elettori: i cittadini non riescono a parlare con il sindaco e con gli assessori, ma anche gli stessi dipendenti comunali trovano problemi nelle relazioni con l’amministrazione.

Insomma voi avete l’ambizione di essere alternativi proprio nell’idea di concreta azione amministrativa, non solo sulle singole questioni. 

Il mio è un giudizio basato su quel che ho visto in questo periodo da parte di questa Amministrazione a trazione leghista e non solo. Ma forse sarebbe meglio parlare di trazione regionale visto che li vedo molto spesso troppo propensi a dire sì alle scelte regionali, senza mai porre la questione degli interessi della terza città dell’Umbria.

Mi permetto di porti la questione in questi termini. Stiamo vedendo che il governo regionale zoppica assai e, recentemente, c’è stata una pur contradditoria presa di distanze da parte di Fratelli d’italia. Eppure qui a Foligno sono completamente schiacciati sulle posizioni della Lega. Perché?

Così come la Lega, Fratelli d’italia a Foligno porta avanti la voce della Regione ma, al di là dei singoli partiti, nessuno sta rappresentando fino in fondo gli interessi del territorio sul piano regionale. La stessa Tesei, che è nostra diretta vicina di casa, non ha a cuore gli interessi di Foligno, lo vediamo con la sanità come con la la linea Orte-Falconara. 

Ma, visto che abbiamo toccato il tema sanità, tornando alla politica cittadina, bisogna dire che per quanto riguarda la gestione della pandemia c’è stato un disastro. Si è parlato molto di sicurezza in campagna elettorale, eppure l’Amministrazione ha avuto poca volontà di intervenire sul tema degli assembramenti concentrati in alcune vie commerciali della città, lasciando che scorresse troppa acqua sotto ai ponti. E i casi di covid 19 del territorio sono significativi, la situazione è delicata e altrettanto grave: servirebbe qualcuno che si procuri di affrontarla. Purtroppo sono molto più impegnati nel far sembrare Foligno perfetta più che nel renderla davvero tale.

Tu dici che l’Amministrazione Zuccarini è molta attenta al consenso effimero e alla propaganda. Allora ti chiedo: come mai questo schiacciamento sulle posizioni regionali? Sono sicuri che paghi in termini di consenso? Dov’è il nodo politico di questa questione?

Il sindaco sostiene di essere in costante coordinamento con le istituzioni regionali, ma evidentemente con pochi risultati. Visto che in Consiglio regionale non c’è nessun rappresentante di Foligno dovrebbe essere ancora più importante dire no quando c’è da dirlo. Non c’è bisogno della propaganda, c’è bisogno di fare gli interessi del territorio nelle partite strategiche. Anche per quanto riguarda l’ospedale, è evidente la volontà di non investire sulla struttura folignate, come è evidente la più generale disorganizzazione. Anche sul centro vaccinale sorgono grandi perplessità, specialmente se pensiamo di essere un Comune con un alto tasso di infettività, quasi il doppio di Perugia. Siamo andati a finire persino sui Tg nazionali . La situazione è grave ed è grave pensare che si sarebbe potuto fare molto, ma poco si è fatto.

Ma anche della piastra logistica, tema su cui probabilmente aveva sbagliato anche la scorsa Amministrazione, non se ne sente più parlare; come non si sente più parlare di Zuccherificio. In questi giorni anche due giovani si sono interrogati sul futuro di questa questione.

Bene, hai parlato di questi due anni di mandato Zuccarini trovandoci indisponibilità al dialogo, poca attenzione allo sviluppo del territorio e anche errori nelle politiche come nella gestione della pandemia. L’opposizione invece come è messa? Ci stiamo avvicinando a metà mandato, qual è la traiettoria per costruire l’alternativa? Il rapporto con i Cinque Stelle? Voi di Patto x Foligno magari all’inizio avete pagato un po’ di inesperienza, ma ora vi sarete sicuramente fatti un’idea. 

Bisogna dire grazie agli ex amministratori ora eletti in consiglio, da loro c’è molto da imparare. Ma ora bisogna fare un salto di qualità per quanto riguarda la qualità della proposta dell’opposizione. 

I Cinque Stelle invece non potendoli chiamare compagni li chiamerei amici. Il dialogo sia con Rosangela che con David è sempre stato costruttivo e credo che possa evolversi diventando più stabile almeno all’interno del Consiglio. Certo, alcune decisioni prese dalle scorse Amministrazioni possono essere un fardello in questo rapporto, ma spesso ci siamo trovati a votare assieme. 

Ma ora io ti parlo come rappresentante di Patto x Foligno. Noi stiamo cercando di costruire qualcosa che vada al di là di questo mandato e delle singole persone. Stiamo cercando di orientare bene la nostra comunicazione, è necessario investire sul tema per far passare i nostri messaggi, cosa che la scorsa Amministrazione di centrosinistra non era riuscita a fare. Fra questi c’è senz’altro la partecipazione che, secondo noi, deve essere il centro dell’attività politica e questo stiamo facendo con  Foligno 2030 e anche col pd. Ma qui forse ci sono anche sensibilità diverse: il pd ha una mentalità più partitica, noi cerchiamo di essere più proiettati nella dimensione umana. Noi dobbiamo spingere sempre di più sulla partecipazione, essendo attenti alla costruzione del consenso con il contributo di tutti.

Chiudiamo sul governo Draghi. Che idea ti sei fatto? 

Mi limito a constatare che siamo passati da un governo che, prescindendo dalle scelte, comunicava con la popolazione ad uno che non comunica. Certo, l’autorevolezza di Draghi può essere un’opportunità, ma la comunicazione, specie in questo momento di incertezza per il domani, non può essere sottovalutata. 

Speravo che Conte non entrasse direttamente nei Cinque Stelle e anche le dimissioni di Zingaretti sono di difficile lettura, intanto sono ricomparse le Sardine. Loro potevano essere utili per dare una voce ai giovani ma adesso, ripresentate in questo modo, hanno subito una mazzata definitiva. I giovani non vanno sfruttati, non sono figurine. 

Da tutto questo spero che rinasca il pd, magari cambiando le facce ma anche il nome. Ma il pd può ripartire solo ammodernandosi e ricostruendo sui territori. Letta ha dimostrato di voler riaprire il partito, mi auguro che l’apertura sia rivolta anche alle liste civiche.

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