
#CULTURA
Di Marco Parlato
La Festa di Scienza e Filosofia di Foligno è giunta alla decima edizione e io vorrei augurarmi due cose.
Prima di tutto almeno altre cento edizioni. Per quanto riguarda la seconda, credo siano propizi i tempi per suggerire l’argomento di una conferenza, e cioè: “Fenomenologia delle presentazioni PowerPoint”, nella quale introdurre nel mondo accademico e non il concetto di presentazionalità.
Un certo grado di presentazionalità esiste in ogni conferenza, nessuno sfugge alla presentazionalità, nemmeno gli ospiti più preparati e illustri. Ma esaminiamo con ordine il fenomeno.
Prima che la presentazione venga lanciata a tutto schermo, gli spettatori in anticipo solitamente assistono all’accensione dello schermo, sul quale il desktop del relatore mostrerà, con una probabilità posta tra l’83% e il 99,8%, una foto personale.
Il relatore abbronzatissimo, occhiali da sole neri, costume a mutanda rosso, sulla spiaggia di Bora Bora. Ancora meglio il primo piano di un gatto sul divano di casa, gli occhi vitrei del felino a comunicare l’indifferenza per il mondo, forse addirittura un desiderio apocalittico. Oppure la relatrice insieme alla famiglia, tutti sorridenti con lo sfondo occupato dalle cascate del Niagara; in piedi tra le luci di Las Vegas, sotto la Tour Eiffel, mentre mangiano un enorme trdlo ai mercatini natalizi di Praga, immortalati nella catastrofica discesa a precipizio delle montagne russe di Gardaland.
La foto del desktop è tanto imprevedibile e incatalogabile quanto portatrice di presentazionalità. Tale presentazionalità subisce un aumento di massa quando la finestra del PowerPoint viene messa a tutto schermo. Allora intervengono alcuni elementi standard che possiamo elencare:
- Sfondo blu, colore carattere giallo.
- Accostamenti di colori disturbanti o che rendono impossibile la lettura: sfondo viola,
carattere rosso; sfondo rosso, carattere viola, altre combinazioni simili. - Foto sfocate, sgranate, con i colori falsati, possibilmente fastidiosi.
- Foto ritagliate male.
- Foto, immagini, illustrazioni di carattere new age, o involontariamente vicine agli
ambienti complottisti. - Opposizione foto bimbo sorridente/bimbo che piange per definire pro e contro di un
argomento. - Frecce direzionali di forma e dimensioni variabili sulla stessa diapositiva.
- Utilizzo di contenitori testo a fumetto.
- Presenza di personaggi immaginari, prelevati da noti cartoni animati e anime.
- WordArt curve e circolari, a onda, ellittiche, elicoidali.
- Abbondanza di punti di sospensione.
A questi elementi standard se ne possono aggiungere alcuni variabili, in quanto per
definizione la presentazionalità è sostenuta da un tasso di imprevedibiltà definita costante “i”.
Per concludere, considerando la foto personale con “F”, gli elementi standard con “k” e la consapevolezza del relatore con “γ”, avremo la seguente formula per calcolare la presentazionalità P di una conferenza:

È ovvio che all’aumentare della consapevolezza del relatore la presentazionalità andrà a calare. Mentre è necessario aggiungere al denominatore una quantità pari a 1, in quanto in presenza di una consapevolezza nulla del relatore ci ritroveremmo davanti a un’equazione impossibile; ma a una presentazione certamente interessante per il nostro studio.
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