
#SCUOLA #ASCUOLADIUGUAGLIANZA
Di Miriam Abe Eideh
L’8 aprile 2021 il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, ha incontrato il Forum degli Studenti.
Riportiamo le sue parole tratte dall’articolo pubblicato da Orizzonte Scuola.
“Vi ringrazio innanzitutto per essere qui – ha esordito il Ministro -. Viviamo un anno complicato, non solo a causa della pandemia, che in molti casi ha reso più evidenti problemi ereditati dal passato. Abbiamo voluto uno stanziamento di risorse importante nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) su due temi particolarmente urgenti: la dispersione scolastica e l’adeguamento di strutture e infrastrutture, due emergenze che aggravano il divario tra il Nord e il Sud del Paese. A questi problemi si sono aggiunte le difficoltà contingenti, come la necessità di ricorrere alla didattica a distanza e quella di adeguare la formazione dei docenti… Il problema centrale, sul quale vi chiedo di essere ancora più presenti e propositivi – ha poi detto il Ministro, rivolgendosi ai rappresentanti del Forum – è quale debba essere il ruolo della scuola nel modello di sviluppo italiano. In passato si è lavorato anche positivamente, voglio riconoscerlo. Ma molto resta da fare. Dobbiamo tutti insieme impegnarci per capire come sarà la scuola dopo la pandemia, anche attraverso una riflessione sull’autonomia scolastica. L’emergenza epidemiologica separa la scuola novecentesca da quella che dovremo lasciare alle ragazze e ai ragazzi che verranno dopo di voi. Una legge per il diritto allo studio deve occuparsi di sviluppo, di sostenibilità, non solo ambientale. Deve dare massima attenzione al sistema 0-6, perché i problemi che si verificano in quella fascia non si recuperano più. Deve espressamente prevedere un capitolo sull’orientamento, perché il picco della dispersione si registra nel passaggio dalla secondaria di primo grado a quella di secondo grado. Deve dare assoluta centralità all’integrazione delle studentesse e degli studenti con disabilità, per dimostrare concretamente che nessuno viene lasciato indietro”.
Giorni prima, in una classe del Liceo delle Scienze Umane di Spoleto, ragazze e ragazzi si sono ritrovati a discutere e a confrontarsi proprio sul tema della scuola e ne è uscito fuori questo documento. È stato chiesto al nostro giornale di condividerlo e lo facciamo molto volentieri.
“Spoleto, 7 Aprile 2021
Gentile Ministro,
a scriverle è la classe 2A del Liceo delle Scienze Umane di Spoleto.
Avendo discusso, durante le ore di Scienze Umane, di didattica e organizzazione scolastica ed essendoci confrontate e confrontati tra noi rispetto a come viviamo la scuola e a cosa pensiamo di essa, sono emerse delle esigenze di cambiamento da parte nostra: da alunne e alunni quali noi siamo, sperimentiamo dal di dentro il mondo scolastico e ne conosciamo pregi e difetti (o almeno, a noi sembrano tali) e crediamo sia giusto dare il nostro contributo per cambiare le cose che, secondo noi, potrebbero essere migliorate. Queste esigenze di cambiamento hanno dato vita a una serie di proposte, da noi elaborate, che avremmo il piacere di sottoporle, se lei avrà la bontà di leggerle.
Sperando di farle cosa gradita, auguriamo a lei e ai suoi collaboratori buon lavoro.
La classe 2A del Liceo delle Scienze Umane di Spoleto
Proposte per una scuola rinnovata
- Abbandono del sistema dei voti: ogni alunna/o avrà una serie di obiettivi da raggiungere in ogni materia, se riesce a farlo sarà idonea/o, se non riesce verrà classificata/o come inidonea/o e avrà la possibilità di riprovare a raggiungere le conoscenze e le competenze
richieste per quella data disciplina.
Crediamo che classificare le alunne e gli alunni attraverso i voti numerici non sia educativo, alimenti la competizione in classe invece che la collaborazione, renda l’apprendimento fonte di ansia e stress. Finiamo per studiare per il voto invece che per il piacere di imparare, e questo è antipedagogico.
- Per coloro i quali rimangono indietro in alcune discipline, si può pensare a un sistema di peer education, tenuto da studentesse e studenti tutor che si occupino di far studiare i soggetti più fragili, magari attribuendo ai tutor, per il lavoro svolto, crediti formativi o facendo figurare la loro opera come alternanza scuola lavoro
- Maggior flessibilità nel seguire la programmazione delle singole discipline, individualizzazione dell’insegnamento in modo da non lasciare nessuno indietro, multidisciplinarietà in modo che noi alunne e alunni non ci abituiamo a vedere le singole discipline come tante scatole separate, cosa che impedisce, ad esempio, di fare i collegamenti tra le cose che impariamo.
- Rivedere la scansione dei programmi in alcune discipline (es storia: riuscire ad arrivare alla storia contemporanea evitando di ripetere la storia antica, già affrontata nella scuola media inferiore), attualizzare maggiormente quanto si studia, andando oltre il libro di testo.
- Introduzione o reintroduzione di materie che non ci sono:
Diritto in tutti e 5 gli anni di scuola,
Educazione civica come disciplina a se’ stante
Educazione finanziaria (abbiamo letto che gli italiani sono molto indietro in questo settore), Storia dell’arte e della musica.
- Riorganizzazione degli istituti superiori: biennio comune con materie che tutte/i le/gli studentesse/i devono frequentare, con dal terzo anno la possibilità di scegliere gli indirizzi; niente più distinzioni tra licei e istituti, tutte le scuole si chiameranno istituti superiori – segue il nome dell’indirizzo (es. Istituto superiore per la moda e l’abbigliamento, istituto superiore delle scienze umane eccetera).
Nel biennio comune saranno presenti le seguenti discipline, che servono a fornire a tutte le studentesse e tutti gli studenti una cultura e delle competenze trasversali: italiano, storia, matematica/informatica, storia dell’arte, diritto, musica, chimica, inglese, educazione fisica, educazione civica.
Dal terzo anno in poi sarà possibile scegliere gli indirizzi specifici
- Web tv, giornale, web radio in ogni scuola, gestite da docenti e alunni assieme: questo permetterà di far collaborare adulti e adolescenti in modo che si approfondisca il loro rapporto interpersonale andando oltre la dinamica alunno-professore, permetterà inoltre di arricchire la didattica e sarà un altro modo per avere crediti o ore di alternanza scuola lavoro.
- Lavorare di più sulla formazione in ingresso delle e degli insegnanti, dando loro competenze in fatto di relazione, empatia, comunicazione, gestione dei conflitti, gestione del gruppo, pensare per le e gli insegnanti a forme di aggiornamento continuo; spingere le professoresse e i professori all’utilizzo di una didattica più all’avanguardia; pensare a una ricollocazione delle e dei docenti ormai anziane/i e stanche/i fuori dalla classe, ad esempio come tutor per il personale neoassunto o con altre forme di coinvolgimento per accompagnarle/i gradualmente al pensionamento.
- Un numero massimo di 18 studentesse e studenti per classe, presenza di una o un insegnante di sostegno in ogni classe a prescindere dalla presenza di allieve e allievi con disabilità.”
Ecco le proposte della classe 2° del Liceo di scienze Umane di Spoleto. Siamo certi che ce ne siano altre mille di classi che hanno discusso ed elaborato proposte per la propria scuola e ci piace sottolineare e dare valore ad alcune frasi della premessa.
“Essendoci confrontate e confrontati tra noi rispetto a come viviamo la scuola e a cosa pensiamo di essa, sono emerse delle esigenze di cambiamento”
“Crediamo sia giusto dare il nostro contributo per cambiare le cose che, secondo noi, potrebbero essere migliorate.”
“Sperando di farle cosa gradita, auguriamo a lei e ai suoi collaboratori buon lavoro”.
È tutto qui il senso civico di cui parliamo tanto. È tutto qui il “riscatto” di una generazione che troppe volte si sente descrivere come demotivata, incapace, povera di contenuti e impegno. È tutta qui la bellezza di chi crede che il confronto e la discussione siano gli strumenti fondamentali del vivere, di chi si sente coinvolto, sempre, come persona, prima che come studente, cittadino, lavoratore ecc…,di chi si mette al servizio di un’idea con l’animo aperto e il desiderio di essere utile alla comunità.
Non vi sembra che ci sia tanto da imparare? Di certo un ruolo fondamentale lo svolgono gli insegnanti che seminano “buone pratiche”, ma senza una buona terra nessun seme riesce a germogliare.
Insieme si può far fiorire il mondo. Questa è la meraviglia della scuola. Non dimentichiamola mai.