
#politica
Di Matteo Bartoli
In foto: repertorio sulle elezioni
Dopo una corta ed insolita campagna elettorale un risultato composito ma non imprevedibile.
Ne esce molto ridimensionata la Lega, scompaiono i Cinque Stelle, nessuna inversione di tendenza per il PD, migliora ma non sfonda Fdi. Mentre crescono dappertutto le civiche, ma non necessariamente per. La destra si conferma ad Amelia e Nocera, il PD a Bevagna ed Assisi.
Delle 3 città, 2 vanno al ballottaggio mentre ad Assisi si conferma al primo turno Stefania Proietti in quota csx. Ci si aspettava un suo buon risultato, ma non l’assenza di ballottaggio in una città dove la destra aveva preso il 65% alle regionali. Il segretario del PD Bori, mostrando entusiasmo, ha subito indicato la vittoria a modello di una coalizione ampia ed ha festeggiato il risultato che vede il suo come primo partito col 17%. Ma a ben vedere il voto sembra essere molto orientato anche da scelte personali. A conferma di ciò la lista civica della sindaca quasi al 20%. Come personale sembra essere il risultato del PD che, trainato dalle 800 preferenze del vicesindaco sui 2300 voti totali, perde due consiglieri. La destra forse non azzecca il candidato, ma il dato della Lega è talmente pesante da non essere imputabile solo a questo. Passa infatti dal 43% del 2019 al 13%, mentre Fdi rimane al 12% delle regionali. Resta fuori dal consiglio per la prima volta Forza Italia-Udc col 6%, mentre un solo consigliere per il 4 e mezzo del M5S. 3 e mezzo per la sinistra all’opposizione di Proietti che resta fuori dal consiglio stritolata dal voto utile.
Sarà ballottaggio invece a Spoleto fra Sisti (PD 5stelle Civicix) e Grifoni (civica e Fdi). Le civiche fanno oltre il 60% dei voti totali con l’unica buona prestazione della tornata elettorale dei Civicix del consigliere Fora. Dopo l’affaire De Augustinis, con la scomunica del sindaco eletto dagli organismi regionali del partito e la gestione della sanità, crolla la lega dai 6500 voti e 40% delle europee ai 1000 attuali per il 5,9%. Fa benino Fdi che va al ballottaggio anche se è superata dalla civica del candidato. Dimezza i voti delle europee il PD e precipita al 4% il movimento cinque stelle senza alcun effetto Conte. Buono il risultato di Spoleto 2030 con i 1600 voti di Catanossi Diego vicino all’ex segretario PD Giacomo Leonelli intanto passato alle rive calendiane di Azione.
Ma è Città di Castello che vince il premio per la confusione. Nella città tifernate si spacca la destra e si spacca il centro sinistra. Ed il risultato è paradossale. Il primo ad arrivare è Secondi col 33%, ex vicesindaco, candidato designato dall’unione comunale del PD e scelto dai socialisti per prendere il testimone di Bacchetta nella continuità della rassicurante anomalia di Città di Castello. Ma questo passaggio di consegne è osteggiato da quanti, richiamandosi all’esperienza del Conte 2, preferiscono l’ex assessora di Bacchetta Bassini che sarà poi appoggiata da civici, movimento cinque stelle, dai fuoriusciti veriniani del PD e dai bersaniani. La lista civica di Arcudi e Leonelli riesce a dimezzare il consenso dei socialisti e così Bassini riesce a strappare il ballottaggio alla destra col 23% rendendolo uno spareggio in casa csx per la successione dell’eterno Bacchetta in cui saranno fondamentali i voti di Lega e Fdi. La destra invece vede il tracollo della lega malgrado la doppia visita di Salvini dal 43% del 2019 al 12% del 2021. Destra divisa anch’essa con Fdi al 12% il cui orientamento sembra essere quello di appoggiare Bassini per poi far pesare l’appoggio nei tavoli amministrativi.
A Città di Castello, ironicamente, le liste che hanno avuto i leader nazionali in piazza sono andate male. È venuto Salvini due volte e la lega è crollata, ma è venuto anche Conte e il movimento cinque stelle è comunque scomparso al 2,5% – nemmeno 500 voti. È venuto Bersani il giorno del suo stesso compleanno e la sua lista non arriva al 4%. Dopo il voto sono invece capitati Bonaccini, accompagnato da Ascani, ed è atteso anche Letta in appoggio a Secondi che vedremo se verrà premiato.
Avvicinandoci al folignate vediamo due conferme. Quella di Annarita Falsacappa a Bevagna e quella della Lega di Caparvi a Nocera.
A Bevagna, dopo una campagna elettorale tesa, vince il Congresso Civico di Falsacappa col 46% contro il 33% di Lolli che dentro la sua lista SiAmo Bevagna vedeva riuniti i partiti alla sinistra del PD. La destra di Fioroni Torrioni, che poco prima del voto era con Congresso Civico, si ferma al 20%. Esultano Bori, De Luca e Fora, ma ora Lolli annuncia una opposizione dura sul prg e le linee ambientali. Si preannunciano 5 anni movimentati nella città delle Gaite.
A Nocera, come previsto, vince Caparvi col 58% contro il 42% di Montironi, assicurando per altri 5 anni il comune alla destra. Anche qui l’aria è tesa perché sul dibattito incombe la scure del debito, con vari esposti alla corte dei conti e quant’altro. Si era anche candidato Ugo Sorbelli con Impegno Comune, una piattaforma con dentro dai grillini alla sinistra, ed aveva avuto pure l’appoggio del segretario del PD Manali. Ma le acque in casa PD di Nocera sono tutt’altro che calme sin dal contestato esito della conta congressuale e così, dietro la pressione della forte sezione locale di Italia viva riunita intorno a Laloni, Ugo Sorbelli ha visto venire meno le condizioni per una sua candidatura in favore di quella di Montironi. Al momento della presentazione delle liste, però, i candidati della sinistra nocerina sono stati esclusi. Resta da chiedersi dunque quale sarà la natura dell’opposizione alla destra del segretario regionale della Lega visto che altri celebri debiti di comuni del territorio si sono accumulati con la colpevole e sospetta indifferenza di chi avrebbe avuto l’onere di controllare e denunciare.
A valle del quadro sopra riportato possiamo addentrarci in una lettura del voto che potrebbe essere così riassunta: se è consuetudine che alla fine le elezioni risulti le abbiano vinte tutti, stavolta possiamo invece star certi che non le abbia nettamente vinte nessuno.
Le ha straperse la Lega che crolla in ogni centro popoloso e vede arrestare bruscamente l’avanzata sulla mappa umbra. Ora è insidiata da Fdi, è in crisi di giunta con Malesecche e con la partita dell’assessorato ai trasporti, ed è il campo di battaglia di scontri fra bande di salviniani, di giorgettiani, di pilloniani.
Le ha straperse il Movimento Cinque Stelle che scompare malgrado la presenza di Conte e l’opposizione di De Luca, precipita anche laddove prova a staccarsi dall’alleanza con la nomenklatura del PD come a Castello.
Le ha straperse la sinistra fuori dai giochi ovunque, ancora in cerca di una qualche forma di utilità sociale e di un simbolo che non cambi ogni singolo centro abitato per ogni singola elezione.
Le perde Forza Italia che non beneficia della disfatta della Lega ed esce anche dal consiglio comunale di Assisi.
Non le ha ancora vinte il PD umbro alla prova del primo voto con il neosegretario Bori. Il partito che fu egemone beneficia della flessione del centrodestra ma non inverte la tendenza, dove presenta il simbolo non supera il 17%. Festeggia però intanto la conferma delle due sindache: Proietti ad Assisi e Falsacappa a Bevagna. Troppo amaro constatare che la prima vince perché, al netto delle capacità amministrative, non puzza per niente di sinistra in una città abituata a votare a destra. La seconda invece con pezzi di destra già ci governa ed ha messo il PD, e più in generale la forma-partito, ai margini della vita politica. E dunque io questa vittoria del centro sinistra umbro ancora non la vedo.
Si potrebbe allora dire che gli unici a vincere siano stati i postfascisti di Fdi, ma a ben vedere il risultato, preso atto del crollo verticale della lega, è considerevolmente sotto le aspettative e comunque non in grado di produrre lo scarto psicologico del sorpasso in casa destra. Vedremo piuttosto che tipo di ricadute potrà avere questo scenario sugli equilibri della giunta Tesei alle prese con la sostituzione dell’assessore ai trasporti Malesecche, cacciato dal partito perché non intenzionato a liberare il seggio in consiglio regionale. Certo che, come ha ricordato a Febbraio scorso Caparvi rispondendo al senatore meloniano Zaffini, di nomine in casa Fdi non sono state fatte mancare. E anche questa partita non pare risolversi del tutto con questa tornata amministrativa.
Ma allora, se non abbiamo nessuna vittoria unilaterale di nessun partito, hanno vinto i civici? Se si vuole si può dire che hanno vinto i civici. Ma non i civici organizzati di Civicix, altresì noti come i centristi riformisti di Fora che, malgrado lo sbracciato attivismo, tranne a Spoleto, non ottiene che magri risultati. Fora, inoltre, è insidiato dal costituirsi di nuove aggregazioni antipopuliste come Azione intorno a Leonelli che intanto è l’unico che possa autenticamente festeggiare, sia per la vittoriosa sconfitta del caudillo Calenda a Roma, sia per il fatto di potersi atteggiare a kingmaker di Spoleto.
Ma veniamo a noi. Ora, non ce ne voglia il volontarismo magico neoliberale, anglofilo ed in mala fede -che pretende di risolvere la crisi dell’occidente e delle democrazie borghesi in un “bisogna che la sera del voto si sappia chi ha vinto le elezioni come è con i sindaci”, appare evidente che il tasso di disaffezione verso le istituzioni, la rappresentanza e più in generale verso la politica agisce anche nel profondo delle amministrazioni locali stritolate fra un’agibilità politica sempre più ridotta ed un populismo che tende ad illudere l’elettore piuttosto che a responsabilizzarlo. Anche qui in Umbria, dove l’affluenza cala pur restando la più alta fra tutte le altre regioni, si nota la tendenza all’astensione nei più grandi agglomerati urbani. E, oltre che nei paesi, anche nelle città avanzano liste civiche impolitiche, legate alle individualità, ai portatori di interesse, alle politiche della single-issue e ai riflussi nimby ingovernabili che aprono a partiti pigliatutto dove le differenze sfumano nel comune affaccendarsi in favore del vecchio padrone dei nuovi vapori. Che intanto ringrazia tutti i partecipanti e continua ad incassare.
Eluderanno il problema? Per ora danno a vedere di avere vinto tutti. Intanto aspettiamo il ballottaggio.