
#salutementale
Di Ivano Cenci
In foto: Eco e Narciso, Caravaggio, 1599
9 Ottobre, migliaia di persone scendono in piazza a Roma per manifestare il loro dissenso, sono “no vax e no green pass”. La manifestazione non è autorizzata, è “autoconvocata sui social”. La manifestazione diviene violenta, a tratti si trasforma in guerriglia urbana, viene devastata la sede della CGIL. Che c’entra tutto questo col dissenso verso la vaccinazione contro il covid? La sensazione è che il gruppo “no vax” ha un’identità rigida ed è forse facilmente manipolabile. E’ possibile la manipolazione dell’opinione pubblica, dei gruppi? E’ possibile manipolare la verità e la realtà come fossero crete di diverso colore così da ottenere i più strani impasti e le forme più strane?
Thomas Kuhn ha sostenuto che le verità scientifiche (la massima verità !?) dipendono dalle prospettive (paradigmi) che utilizziamo. Il paradigma è dato dal contesto delle conoscenze scientifiche, dal punto di vista storico e culturale. Per esempio prima di Copernico erano veri gli enunciati che affermavano che il sole girava intorno alla terra (paradigma tolemaico), dopo Copernico è vero il contrario. Il paradigma del momento storico determina la “realtà” percepita dalla mente e quindi la “verità”.
Ma la mente può essere manipolata tanto da alterare il paradigma, le prospettive del momento, e creare quindi una realtà “meno reale” e una verità “meno vera?”.
Forse la prima allegoria di una manipolazione della mente di gruppo è la caverna di Platone. Vi abbiamo già accennato nel numero di luglio: come prigionieri incatenati in una caverna possiamo vedere solo la parete di fronte a noi. Un fuoco alle nostre spalle proietta sulla parete le ombre di oggetti che si muovono dietro di noi. A quelle ombre attribuiamo nomi, perché per noi le ombre sono “la realtà”.
L’allegoria della caverna ci rimanda un’immagine paranoica del mondo, ove alcuni muovono oggetti e proiettano ombre, mentre noi siamo immobili e passivi. La televisione è forse il primo oggetto tecnologico che realizza plasticamente l’allegoria di Platone. E’ lei che cattura la nostra mente, ci proietta immagini (ombre) che diventano la nostra realtà. In “Quinto potere (1976)” Sidney Lumet descrive benissimo il potere manipolatorio della televisione: ”…Siamo nella merda… perché voi ed altri 63 milioni di Americani ascoltate me in questo momento, meno del 3% di voi legge un libro, meno del 15% legge giornali e riviste..perché un’intera generazione di giovani non sa niente che non sia trasmesso in TV… la più spaventosa forza in questo mondo senza dio…Ascoltatemi la tv non è la verità….. Da noi non troverete mai la verità, vi diremo tutto quello che volete sentirvi dire mentendo senza vergogna…Noi commerciamo in illusioni ..già cominciate a credere che la TV sia la realtà e le vostre vite irreali…ma questa è follia di massa, siete tutti matti…Voi siete la realtà, noi siamo illusioni….spegnete!..”
Mentre nella caverna di Platone possiamo solo essere manipolati da coloro che proiettano le ombre, Lumet ci dà una speranza: possiamo provare a spezzare le catene che ci tengono prigionieri nella caverna; possiamo spegnere (almeno ogni tanto) la TV, cercare anche attraverso i libri (potere della carta) la verità che è in noi.
Steve Tesich nel 1992 ci fornisce un ulteriore tassello per comprendere le possibilità di manipolare l’opinione pubblica, ovvero la mente delle masse. Egli crea il termine Post-Truth, “post-verità” (parola dell’anno nel 2016 per l’Oxford Dictionary).
“Siamo arrivati ad identificare la verità con le cattive notizie e non volevamo più cattive notizie, non importa quanto vere e vitali fossero….ci siamo affidati al nostro governo per proteggerci dalla verità…Stiamo rapidamente diventando i prototipi di un popolo per cui i mostri totalitari potevano solo sbavare nei loro sogni…abbiamo acquisito un meccanismo spirituale che può svuotare la verità di qualsiasi significato ..come popolo libero abbiamo liberamente deciso che vogliamo vivere in un mondo di post-verità”.
Tesich ci mostra come liberamente, lentamente e senza che ce ne siamo accorti, abbiamo abdicato alla verità per la post-verità. Abbiamo in parte rinunciato alla nostra libertà pur di vivere in una “post-realtà” più rassicurante ed accettabile. Saremmo quindi noi al tempo stesso i prigionieri immobili che pensano che le ombre siano la realtà, ma anche i “pupari” della caverna? Il messaggio di Tesich(1992) sembra quasi surreale, eppure sembra aver anticipato il nostro presente.
Oggi il Web, i social, raffinatissimi algoritmi “profilatori”, attraverso il massimo strumento tecnologico, lo Smartphone, sono in grado di moltiplicare all’infinito le possibilità di manipolare le persone: in una sorta di enorme e complesso gioco ad incastri; gli algoritmi ci profilano in continuazione, ci riempiono di immagini “adatte a noi”; con civettuola sovrabbondanza di “mi piace”, cuoricini e sorrisini nutrono la nostra autostima. I gruppi “adatti a noi”, al nostro profilo ci inondano di “sì, è vero, è proprio così”. A volte ci immergiamo nello schermo dello smartphone, spesso il mondo ci passa vicino , ma non ce ne accorgiamo; come statue di marmo restiamo fissi ad osservare noi stessi, o meglio le nostre ombre.
Ma forse Ovidio nelle Metamorfosi aveva già descritto quanto ci sta accadendo. Narciso alla fonte di limpida acqua si invaghisce della forma che vede riflessa, “spera in un amore che non ha corpo, crede che sia un corpo quella che è un ombra. Attonito fissa se stesso senza riuscire a staccare lo sguardo come una statua scolpita in marmo…Desidera, senza saperlo, se stesso; elogia, ma è lui l’elogiato, e mentre brama, si brama. Ingenuo…quello che brami non esiste…Quello che scorgi è l’ombra, il riflesso della tua figura….”. Narciso:”..Ma questo sono io, quel che bramo l’ho in me, ricchezza che equivale a povertà”. E l’inganno lo porterà a staccarsi completamente dal mondo, dagli altri e a morire di inedia.
Lo smartphone per noi può essere l’inganno come per Narciso la fonte limpida.In questo breve percorso abbiamo visto come realtà e verità possono essere manipolate dalle nostre emozioni, dai nostri desideri. Strumenti come televisione e smartphone utilissimi per ampliare la nostra conoscenza, possono essere utilizzati per ampliare solo i nostri desideri emozionali. Il rischio è quello di chiudersi da soli in uno specchio di acqua limpida a rimirare noi stessi dimenticandoci come dice Lumet che la realtà è fuori.
Tiresia profetizza che Narciso vivrà a lungo solo se non conoscerà se stesso, oggi potremo dire che Narciso vivrà a lungo se non conoscerà solo se stesso e si dedicherà alla conoscenza anche degli altri. Dal “me ne frego” al “I care”.