Epidemia salute sanità

Tra il dire e il fare c’è di mezzo la burocrazia

Burocrazia e difficoltà di tracciamento e isolamento del Covid-19: i racconti di Ilaria, Anna e Francesco nell'articolo di Marco Del Gatto.

#salute #sanità #epidemia
Di Marco Del Gatto
In foto: Repertorio su Tamponi Covid-19 Crediti: Open


L’aumento esponenziale dei contagi che si è venuto a delineare dalla seconda metà di dicembre in poi ha certamente messo in difficoltà il modus operandi dei Servizi Sanitari Regionali e, nello specifico, dell’Usl Umbria 2. Se da una parte la ragione del dilungarsi dei tempi è facilmente intuibile ed entro certi limiti assolutamente comprensibile, ciò che invece si spiega meno è come mai le procedure dettate dai medici di famiglia o dalle chiamate da parte della stessa Usl Umbria 2 per aprire e chiudere il cosiddetto periodo di contumacia molto spesso siano diverse di cittadino in cittadino. Questa differenziazione non esiste solo in virtù delle nuove misure per il tracciamento dei contagi entrate in vigore a partire dal 27 dicembre, ma proprio perché il cambio di passo non è stato univoco. Ad esempio Ilaria, contagiatasi prima del 27 dicembre, racconta di come siano passati 5 giorni da quando il suo medico di famiglia ha segnalato la sua positività ad un test Covid-19 prima che ricevesse la famosa chiamata dell’Usl. Una delle prime conclusioni che si possono trarre è che con un prolungamento dei tempi così ampio il sistema di tracciamento delle 48 ore precedenti alla segnalazione diventa praticamente inefficiente, e infatti da un mese a questa parte gli unici nomi che vengono richiesti dallo stesso Servizio Sanitario Regionale sono quelli dei conviventi del contagiato, comunque le persone più esposte al rischio di contagio. Altro elemento che ha sorpreso Ilaria è stato il fatto che il servizio della VUS per la raccolta dei rifiuti delle persone contagiate si sia attivato soltanto il 5 gennaio, oltre 10 giorni dopo l’inizio del suo isolamento e ormai a ridosso del tampone molecolare che ne avrebbe poi ufficializzato la sua negatività. Come per i tracciamenti, anche in questo caso la grande dilatazione dei tempi di intervento ha portato all’inefficienza del servizio stesso. Diverso è stato invece l’iter di Anna, posta in isolamento preventivo in seguito alla positività ad un tampone antigenico Covid-19 prima che la procedura cambiasse il 27 dicembre: per lei il molecolare di conferma è stato calendarizzato il 30 dicembre, una settimana dopo la segnalazione da parte della farmacia. Differente è stata la sua negativizzazione che, pur dovendo porre fine ad un iter iniziato prima del 27 dicembre, è stata ufficializzata dalla Usl stessa in seguito ad un tampone antigenico Covid-19 e non in seguito ad un tampone molecolare, come previsto dalla procedura, cosa che le ha permesso di vedere riconosciuta la sua negatività qualche giorno prima rispetto a quando sarebbe stato calendarizzato il tampone molecolare. Ci si chiede come mai a qualcuno sia stata riconosciuta la possibilità di passare dal vecchio al nuovo iter per accorciare i tempi burocratici mentre ad altri no. In quest’ultimo caso faccio riferimento al mio esempio: risultato positivo ad un tampone antigenico Covid-19 il 23 dicembre, mi è stato calendarizzato il tampone molecolare soltanto il 30 dicembre, a differenza di quanto riportato da Anna, però, mi è sempre stato indicato di proseguire secondo vecchia procedura, e ho potuto fare il tampone molecolare che ufficializzasse la negativizzazione il 10 gennaio, 19 giorni dopo l’inizio dell’iter burocratico. Anche nel mio caso, come per Ilaria, il servizio della VUS riservato ai rifiuti dei contagiati si è attivato molti giorni dopo il mio isolamento: quest’ultimo è iniziato il 23 dicembre, mentre il servizio della Valle Umbra Servizi si è attivato soltanto il 3 gennaio (pur essendo positivi in quei giorni 5 componenti su 6 della mia famiglia). Iil cambio di procedura per la positivizzazione dei contagiati (ma non il suo aggiornamento per chi già risultava positivo da prima del 27 dicembre) ha portato in alcuni casi al paradosso per cui persone contagiatesi dopo quella data hanno visto ufficializzata la propria negatività prima di altri che si erano contagiati prima; racconta infatti Francesco che per lui i giorni di isolamento contumaciale sono iniziati il 27 dicembre in seguito alla positività ad un test antigenico, ed è stato sempre un test antigenico ad ufficializzare la sua negatività il 6 gennaio. Inoltre la mail di libera uscita in seguito a tampone negativo antigenico arriva mediamente sempre prima rispetto alla mail in seguito a negatività a tampone molecolare. In parole povere, meno la procedura è minuziosa (è infatti un dato di fatto la maggiore precisione dei tamponi molecolari rispetto ai tamponi antigenici), prima si ha modo di metter fine al proprio isolamento contumaciale, sia per la distanza che c’è tra un tampone antigenico e l’altro rispetto ai molecolari, sia nel loro riconoscimento tramite la mail di libera uscita. Confusione metodologica e dilatazione dei tempi fanno si che si creino situazioni tanto differenziate l’una dall’altra, in alcuni casi anche paradossali.

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