Letture salute Società

L’illusione del controllo e il Bias di conferma

"Uno dei più grandi desideri dell’essere umano è quello di prevedere il futuro; passiamo gran parte del nostro tempo a cercare di decodificare e comprendere le nascoste regole che governano le frequenze ed il succedersi degli eventi fino al loro risultato finale." Riflessioni sul Bias di conferma nell'articolo di Ivano Cenci.

Osservazioni sulla “meraviglia dell’esistenza umana”

#salute
Di Ivano Cenci
In foto: Il Bias di conferma.


Inizio dell’anno terzo pandemico. Paura di non farcela ad uscire dalla cappa oppressiva continua. All’inizio il dolore ci ha uniti tutti. Pensavamo che, dopo tanta sofferenza, ne saremmo usciti, presto; ma a volte le guerre-lampo diventano guerre di posizione e le angosce e le paure fanno emergere forze necessarie ma pericolose, se non controllate.

Uno dei compiti fondamentali del nostro sistema nervoso centrale e del suo massimo prodotto, la mente, è quello di decodificare e comprenderela realtà esterna. Il nostro cervello, attraverso complessi sistemi di memorizzazione, genera dei modelli interni del mondo esterno: una sorta di teatro interno alla mente ove diversi attori recitano la parte loro assegnata dal regista. Tanto più la finzione riuscirà a rappresentare e decodificare il mondo, tanto maggiore sarà la sua riuscita. 

Uno dei più grandi desideri dell’essere umano è quello di prevedere il futuro; passiamo gran parte del nostro tempo a cercare di decodificare e comprendere le nascoste regole che governano le frequenze ed il succedersi degli eventi fino al loro risultato finale. Siamo affascinati, attratti da questa “preveggenza”; è una forza interna essenziale per sopravvivere. Potremmo annoverarla in quell’ES inconscio che ci guida senza che ce ne accorgiamo. Forse la tragedia teatrale ci rivela questo essenziale desiderio. Nella tragedia, eventi apparentemente separati ed inconciliabili, lentamente convergono verso il finale. “L’arco della tragedia” si tende fino scoccare la freccia che, condotta da forze ignote, coglie il bersaglio; scatta così all’improvviso l’applauso del pubblico. E’ immenso il nostro desiderio di conoscere le formule (gli algoritmi), che governano il mondo; bene lo sanno maghi, sacerdoti, politici, ma anche medici (frequenza, successione dei sintomi = diagnosi e terapia), economisti (il mercato risentirà sicuramente in futuro di questo o quell’investimento…), i contadini (rosso di sera, bel tempo si spera…..), e matematici, fisici e statistici,…

Questa vitale necessità di conoscere  e controllare l’ambiente genera in noi “l’illusione del controllo”. Questa illusione è essenziale per sopravvivere, ci soddisfa, ci fa fare progetti. L’illusione del controllo nasconde però un’ insidia. Quando scopro una regola, un algoritmo, un’idea che mi pare funzioni, cercherò in tutti i modi di dimostrare che è vera. Invece di cercare i punti deboli della mia teoria (ad es. studi ed osservazioni che la mettono in crisi), cercherò affannosamente di convalidarla (ad es. studi ed osservazioni che la confermano). Questo meccanismo è detto “Bias di Conferma” dagli psicologi. Il Bias di Conferma  è pericolosissimo perché può alterare le mie percezioni della realtà, è una lente rifrangente che mi farà vedere  solo ciò che voglio vedere; questo dispositivo è chiamato ora pregiudizio, ora paradigma di osservazione e giudizio. Accade così che cominciamo a credere e poi  a pretendere che il nostro “teatro interno” (modello interno della realtà),  possa governare la realtà, anzi esso “è” la realtà. A mio parere I nostri compagni di viaggio nell’anno pandemico, i cosiddetti “no vax”, si fanno trascinare spesso dall’inconscio meccanismo del Bias di conferma.

“L’intelletto umano, quando trova qualche nozione che lo soddisfa, o perché ritenuta vera, o perché avvincente e piacevole, conduce tutto il resto a convalidarla ed a coincidere con essa. E, anche se la forza e il numero delle istanze contrarie è maggiore, tuttavia o non ne tien conto per disprezzo, oppure le confonde con distinzioni e le respinge, non senza grave e dannoso pregiudizio, pur  di conservare indisturbata l’autorità delle sue prime affermazioni”.  Così scriveva Francesco Bacone, uno dei fondatori del pensiero scientifico, nel Novum Organum. (Questo ed altro in “Le leggi scientifiche del caso” Leonard Mlodinow 2008).  

Tempo fa il Consiglio Comunale di Foligno ha proclamato la “Giornata della santità della vita”; una bella iniziativa per “…celebrare la meraviglia dell’esistenza umana e ribadire la nostra determinazione a costruire una cultura in cui ogni persona di ogni età, sia protetta, apprezzata, amata”, ancora “la vita è un dono per il mondo, sia nata, sia ancora non nata”. Grande Foligno!  Una vera festa che celebra la gioia della vita in moltissime delle sue sfumature e dei suoi mille colori. Purtroppo nei commenti dei Creatori della festa,  almeno la maggior parte di quelli  apparsi nelle normali fonti di informazione,  la luce emanata dal florilegio delle frasi d’intento sembra spegnersi lentamente. Quella che sembrava voler essere una festa per celebrare l’umanità intera, pian piano diviene una solennità “contro” una parte dell’umanità. L’animo del lettore perde progressivamente l’illusione della gioia della festa e si trova proiettato in un teatro di morte:  “..Le IGV (interruzioni volontarie di gravidanza, vedi legge 194) negli ultimi anni sono 6 ogni 1000 donne tra i 15 ed i 49 anni, nel 2018 gli aborti in Italia sono stati 76328..” I dati generano smarrimento; e ancora “…dal 71 ad oggi c’è stato un calo demografico del 50%” (?).

Questa prima bordata di numeri evidenzia alcuni aspetti: c’è un calo demografico; gli aborti sembrano esserne la causa fondamentale; nasce così un sospetto, che le donne siano le vere e uniche responsabili di questi eventi devastanti per la nostra società. Di festa non c’è ormai traccia, è una guerra e s’intravede ormai il nemico: la donna ed i suoi troppi diritti. Successivamente il pensiero dei Creatori della “Giornata..” si chiarifica mettendo in evidenza (“Signore, grazie!”) che la riduzione delle nascite è in parte dovuta alle difficoltà delle giovani coppie a cui non è garantito un futuro certo. Fin qui qualche critica emerge, purtroppo l’arco della tragedia scocca presto la sua ferale freccia: Foligno vorrebbe che l’Italia aderisse alla Dichiarazione Consenso di Ginevra (Settembre 2020) su Promozione della Salute della Donna e Rafforzamento della Famiglia, cui hanno aderito ben 38 stati (è stata organizzata dagli USA in epoca Trump).

Non basterebbero centinaia di pagine per analizzare, commentare queste poche frasi, però alcune banali precisazioni ci possono aiutare a comprendere come forse il Bias di Conferma abbia preso la mano di alcuni a Foligno tra Gennaio e Febbraio 2021. Prima di tutto una Giornata di gioia non è una festa di tutti, ma è la battaglia contro qualcuno. Sorge il dubbio che l’obiettivo di questa battaglia  siano la Donna ed i suoi sacrosanti diritti; sembra che l’idea-pregiudizio originale sia questa: è la donna che abortisce; è la donna che provoca riduzione delle nascite e calo demografico; è la donna che mette a rischio la famiglia, Notiamo infatti che l’uomo (il maschio) non appare, non c’è. Cerchiamo allora brevemente di mostrare ad alcuni Folignati che forse sono preda del Bias.

Calo demografico? In Italia la popolazione è aumentata dal 1970 ad oggi; dal 2001 (59.961.000) aumenta fino al 2015 (60.295.000) poi si riduce fino al 2021 (59.258.000). 

Le IGV si sono ridotte dalle oltre 200.000 dal 1978 alle 64.000 del 2021. 

Premesso che leggi che danno diritti alle persone vanno protette in tutta la loro estensione vorrei sommessamente sottolineare che in Italia il 75% delle IGV sono dovute a gravi malformazioni e patologie del feto e/o della madre. Attenzione quindi a maneggiare i numeri con “la frombola” per confermare il nostro pre-giudizio.

Per ultimo vorrei solo sfiorare la decantata Dichiarazione Consenso di Ginevra, che così recita: ”….sulla promozione della salute della donna sulla base degli AUTENTICI DIRITTI UMANI e del rispetto della sovranità degli stati per legiferare sull’aborto, senza INTERFERENZE DA PARTE DELLE NAZIONI UNITE  E DEI PAESI FORTI”.  Beh. Mi pare che ci sia da rabbrividire un po’. Fuori dalle Nazioni Unite? Ed i Paesi Forti? Dobbiamo quindi riscrivere gli Autentici Diritti Umani? Ma non li avevamo già sottoscritti con l’ONU insieme a 190 (circa) Paesi? Ed infine, con chi riscriviamo questi diritti umani autentici? Quest’ anno gli USA si sono cancellati dal gruppo dei paesi firmatari della Dichiarazione, fortunatamente si sono aggiunti Russia e Guatemala. Così a difendere gli Autentici Diritti Umani e a promuovere la salute della donna restano: Ungheria, Polonia, Russia, Egitto, Libia, Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Oman, Sudan, Brasile, Sudan, ….(Sic, Sic, e Sic). Molti di questi paesi, quelli di religione musulmana, avevano aderito con riserva alla Dichiarazione della conferenza del Cairo (ONU) per i diritti della salute sessuale e riproduttiva (cui aderirono 184 paesi ONU), Aderirono “con riserva” sulla nozione di diritti riproduttivi e libertà sessuale, per la loro “potenziale incompatibilità con la legge islamica e la Sharia”. Bene, giusto, ognuno ha le sue idee. Meglio per noi tenerci le nostre idee e quelle dell’ONU.  

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