Dossier Politica Scuola

Bianchi non ci ascolta, studenti in lotta!

Un contributo dell'Unione Studenti Umbria sulla situazione delle proteste studentesche.

Un contributo dall’Unione Studenti Umbria

#dossier #scuola #studentiinlotta
Contributo di Unione Studenti Umbria
In foto: Gli studenti in protesta a Perugia.


In queste ultime settimane come UdS (unione degli studenti Umbria) siamo sces* in piazza più volte per manifestare con grande amarezza contro una scuola che ancora una volta ha dimostrato di non ascoltarci e di non voler avere un confronto con noi, una scuola che in molti casi non ci forma adeguatamente, non ci tutela e come nel caso di Lorenzo è complice di una morte.

Il 28 gennaio eravamo in piazza proprio per ricordare Lorenzo Parelli, per capire come si possa pensare di mandare uno studente a lavorare in sicurezza quando la tutela della sicurezza sul posto di lavoro non è nemmeno garantita ai lavorator* professionist* (1371, le morti sul lavoro che ci sono state nel 2021). Come ha detto la mamma di Lorenzo “quei ragazzi in piazza sono una carezza per mio figlio” ma non vogliamo essere solo questo, vogliamo essere un pugno forte perché abbiamo bisogno di capire, e non vogliamo sentire parlare di una “tragica fatalità”; la morte di un ragazzo non può essere solo questo e non possono nascondersi dietro a questo, deve essere chiaro cosa succede durante l’alternanza quando ci si trova in luoghi di lavoro ad altro rischio, perché non accada mai più.

Il 4 febbraio eravamo a Perugia per protestare contro la modalità scelta per l’esame di maturità. Reputiamo che questa sia una maturità che non ci rispetta, che non tiene conto del nostro percorso di studi in questi ultimi 3 anni. Durante la DAD l’accesso all’istruzione non è stato uguale per tutt*. La nostra istruzione è stata fortemente penalizzata e la decisione del ministro Bianchi è una decisione prettamente politica, presa solamente per dimostrare che nonostante le difficoltà la scuola è andata avanti, che le decisioni prese riguardo la nostra istruzione hanno funzionato e che siamo pronti per tornare alla normalità. Ma la realtà non è questa. I danni che la pandemia ci ha lasciato non sono solo a livello d’istruzione, ma riguardano anche la sfera del benessere psicologico e della socialità. Abbiamo perso momenti importanti della nostra adolescenza, ci hanno fatto passare come degli irresponsabili ed untori, la richiesta di assistenza psicologica della nostra generazione è notevolmente aumentata e vediamo difronte a noi un futuro sempre più incerto. La normalità è ancora molto lontana.

Le nostre pacifiche manifestazioni vengono brutalmente represse dalle forze dell’ordine e Bianchi alza un muro alle nostre proposte. Chiediamo di essere ascoltat*, chiediamo una maturità consona a quella che è stata la nostra istruzione e che tenga conto che non tutt* hanno avuto lo stesso accesso alla DAD per motivi diversi, non tutt* hanno avuto a disposizione i giusti strumenti e accesso alla rete. Noi non vogliamo sconti, ma solo quello che uno stato ci deve garantire.

Due dei nostri interventi in piazza a Perugia:

Oggi scendo in piazza perché sono stanco di vedere una gestione della scuola pubblica annichilente.

Sono indignato dalla scelta del ministro Bianchi di non aver preso in considerazione per l’ennesima volta gli studenti.

Ha rifiutato di ricevere e confrontarsi con noi sulla proposta di cambiare la maturità a soli 5 mesi dall’esame.

Dopo questi due anni di scuola pandemica, in cui siamo stati privati del nostro diritto allo studio, abbandonati nelle nostre case, privati da un qualsiasi tipo di socialità, ancora nessuno si occupa seriamente di scuola.

I programmi didattici e la nostra formazione sono stati demoliti, esattamente come il nostro benessere psicologico.  

Gli studenti sono stanchi e arrabbiati, non intendiamo fermarci.” 

Sono un maturando e quest’anno mi sono ritrovato in quinto superiore con una formazione scolastica mutilata. Non può essere sostenibile questa modalità di esame, credo fermamente che questo non sia un tipo di valutazione che tiene conto della della rielaborazione personale e del vero valore di uno studente.

Oggi sono in piazza e sono arrabbiato ed esasperato dai no del ministro Bianchi di riceverci per decidere a soli 4 mesi dalla maturità in che modo si svolgerà l’esame. 

Sono qui perché sono stufo di vedere la scuola ed il diritto allo studio essere calpestata sotto anni e anni di abbandono e riforme deleterie.

Le manifestazioni studentesche vengono continuamente represse con la violenza, ritengo fondamentale nominare i fatti di Roma, dove due studenti che stavano manifestando contro l’alternanza scuola lavoro sono stati picchiati.

La scuola che vogliamo non uccide, come ha fatto con Lorenzo Parelli morto a Udine il 21 dopo l’ultimo giorno di stage, non ferisce e ci fa decidere per il nostro futuro.

Bianchi non ci ascolta? Studenti in lotta! – UdS Umbria.

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