
#scuola #alternanza
Intervista a cura di Marco Del Gatto
In foto: Nicola Brunelli, studente.
Come è strutturata l’alternanza scuola-lavoro per il tuo istituto? Qual è stata la tua esperienza?
“Nella mia scuola era già presente prima che venisse introdotta anche nei licei; per gli istituti tecnici come quello che frequento io funge da aiuto per l’inserimento nel mondo del lavoro, mostra quella che è la realtà di un’attività aziendale ed i vari aspetti che la caratterizzano. Quest’anno ho fatto due settimane di alternanza e, oltre appunto a farmi capire come funziona il mondo del lavoro, mi hanno aiutato a concretizzare le idee riguardo al mio futuro. Queste ore le ho svolte presso un’officina di cui conoscevo il proprietario. Tendenzialmente per il ramo di meccanica le ore vengono svolte presso aziende del territorio specializzate prevalentemente nell’aeronautica e nella fabbricazione di pezzi meccanici di alta precisione, da questo punto di vista la mia esperienza è stata un po’ diversa”
Hai scelto tu l’officina in cui sei stato o è la scuola a presentare i posti in cui andare?
“La scuola presenta diversi posti in cui andare perché ha delle convenzioni con delle aziende, io sono stato fortunato perché il nostro referente dell’alternanza ci ha detto che se avessimo avuto in mente aziende di nostra conoscenza, avremmo potuto metterci in contatto con questa azienda e presentarla alla scuola. Io ho fatto così, ho fatto il nome dell’azienda, la scuola è entrata in contatto, si sono messi d’accordo per assicurazione, ore, ecc… E fatta la convenzione io sono andato là. Questo giova anche a futuri alunni, ormai la convenzione è fatta e rimane una possibilità in più anche in futuro.”
Gli ultimi episodi di cronaca hanno cambiato la tua opinione riguardo al ruolo dell’alternanza?
“Ultimamente sono riaffiorate le proteste contro l’alternanza, principalmente per l’episodio del ragazzo rimasto ucciso sotto ad una trave durante un turno di lavoro. Io penso che questo sia stato un grave incidente che non va ignorato, però quell’incidente poteva capitare a chiunque in un ambiente lavorativo, tutti gli operai dell’azienda sono soggetti a quel pericolo. Il problema è a monte, si tratta di un problema di sicurezza, le norme devono essere rispettate sia per l’alunno che fa le ore di alternanza sia per il lavoratore che svolge tutti i giorni la sua mansione. Sfortunatamente è capitato a questo ragazzo, e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e riacceso le opinioni riguardo all’alternanza: molti professori non erano d’accordo già da prima che succedesse questa disgrazia, che ha alimentato la polarizzazione delle posizioni. La mia esperienza personale, però, è molto positiva, non ho mai avuto la sensazione di non essere in sicurezza, sono stato seguito passo passo da un tutor sia per i compiti da svolgere nell’azienda, sia per le norme di sicurezza, che per qualsiasi altra difficoltà. So che il giorno dell’incidente del ragazzo il suo tutor era assente, addirittura lo studente stava svolgendo le sue mansioni, tra l’altro pericolose. Ultimamente si è parlato di creare nuove regole per quanto riguarda la sicurezza sul posto di lavoro, e su questo sono assolutamente d’accordo, non si può arrivare al punto dell’ultimo episodio di cronaca, il ragazzo stava eseguendo mansioni che ti mettono in pericolo ed in più non erano neanche mansioni che lui doveva svolgere. Non credo però che la risposta all’episodio debba essere l’eliminazione totale dell’alternanza, è comunque un percorso che serve, non tanto per imparare a lavorare, quanto a vedere con i propri occhi la realtà professionale. Eliminarla del tutto può fare solo male, specialmente ad un istituto tecnico o ad un istituto professionale. Magari in un liceo, scuola in cui le prospettive dopo il diploma sono diverse, ad esempio proseguire gli studi all’università, l’alternanza può risultare fine a stessa, però indipendentemente dall’università, prima o poi a lavorare ci si va, per questo ritengo che magari debba essere strutturata diversamente per i licei, coinvolgendo di più i ragazzi, tenendo in considerazione le loro aspettative, ed in base a ciò trovando posti funzionali per quelle stesse aspettative, in ogni caso l’alternanza è utile anche per i licei, la teoria si studia e si capisce, però la pratica è essenziale per concretizzare le conoscenze.”
Un’altra critica mossa soprattutto da studenti liceali infatti è appunto il tipo di mansioni che un ragazzo si ritrova a svolgere, spesso senza finalità o complementarietà rispetto al percorso scolastico.
“Infatti va lasciata la possibilità di scegliere il proprio posto di lavoro, oppure far capire agli enti che ospitano gli alunni che facendogli fare le fotocopie oppure mansioni elementari che non hanno lo scopo di insegnare qualcosa, gli alunni poi ritengono che l’alternanza non sia utile: Dicono “non ci vado perché preferisco stare a scuola”, e in quelle circostanze hanno ragione. Io invece sono stato molto bene e ho capito che quel mondo mi piace e magari in un futuro prossimo, visto che faccio il quinto anno, potrebbe essere il mio lavoro. Io addirittura differenzierei l’alternanza, farei fare un periodo in un posto ed un periodo in un altro, sia a scelta dell’alunno che su consiglio degli stessi professori. In questo modo si allargano visione e competenze: conoscere un’azienda che fa completamente un’altra cosa rispetto alla prima in cui si è stati porta a diversificazione ed ampliamento di visioni.”
Una domanda secca, alternanza si o no?
“Si. Naturalmente con le giuste precauzioni e con la giusta previsione delle mansioni. L’alternanza andava rivista anche prima degli ultimi episodi, perché se c’è polarizzazione, quando poi si vengono a verificare episodi che non dovrebbero neanche rappresentare un’ipotesi possibile, è normale che la presa di posizione sfoci in protesta.”