Editoriali

La guerrà finirà

Il conflitto russo - ucraino attraverso gli occhi di Valentina.

#editoriale
Di Susanna Minelli
In foto: La Marcia della Pace ad Assisi


Valentina ha una grafia bellissima. Finché non avevo sfogliato il suo quaderno non immaginavo che anche in cirillico si potesse scrivere in corsivo. Una grafia finemente reclinata verso destra. 

Scrive molto Valentina, traduce tutto in italiano quello che scrive in ucraino. Sarà arrivata sì e no da tre settimane, ma a scuola già ci siamo resi conto che è una ragazza bravissima ma che soprattutto ha tanta voglia di far bene. 

E far bene per una come Valentina è un antidoto contro tutto il male che ha visto.Il male che continua a sentire nonostante sia scappata insieme alla mamma e alla sorellina di 2 anni. E mi dice, usando il traduttore, che suo padre invece è dovuto rimanere lì come molti altri uomini, come tutti i padri dei bambini e dei ragazzini che in questi giorni le scuole italiane stanno accogliendo. 

Valentina scoppia a piangere, mentre mi mostra le foto di come era la sua città prima e dopo la guerra.  Perché la sua vita prima della guerra era la vita di un’adolescente come tante altre in Italia. Lo sport, la scuola, le amiche. Una quotidianità cancellata con un colpo di spugna. 

Valentina si asciuga le lacrime e mi dice che i russi sono tutti assassini. Rimango in silenzio, prendo tempo. Uso il traduttore e le scrivo che ci sono anche russi che non volevano e non vogliono la guerra, che non vogliono la violenza. Lei mi dice che i soldati che sono arrivati a casa sua però hanno ucciso anche i civili, e purtroppo hanno ucciso anche donne e bambini.

Valentina mi parla di persone torturate. E io non posso continuare ad insistere nel dirle che non tutti i russi sono dei sanguinari, che ci sono state anche tante vittime russe nel corso degli anni del regime putiniano. Non mi sembra giusto, da parte mia, che la guerra non l’ho vissuta, dirle chi odiare e chi no, alla luce dei suoi racconti. Alla luce del fatto che suo padre è al fronte, e che anche il dolore, la paura, devono trovare il loro spazio vitale per esaurirsi e per poi lasciare spazio alla riflessione. E infine alla pace. Che arriva sempre. Suona la campanella. Riesco a dire solo una frase “Valentina, tu sei forte e la guerra finirà”.

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