
#politica #pace #guerra
A cura della Redazione
In foto: La Locandina dell’incontro
Promosso da Sinistra Italiana e affollato oltre ogni previsione, l’incontro convocato al Cinema Zenith di Perugia il 23 aprile, vigilia della Marcia della pace, ha offerto l’occasione per una riflessione comune dei molti soggetti che stanno provando a resistere al montante clima bellicista che attraversa il sistema politico e l’opinione pubblica mainstream, intenta a gettare benzina anziché acqua sul fuoco. Per la prima volta dopo due mesi di guerra ha preso forma un ragionamento condiviso e si è compiuto un passo verso la ricostituzione di una comunità politica, quella del popolo della pace, oggetto in queste settimane di sistematici attacchi che non hanno risparmiato neanche soggetti come il sindacato o l’ANPI, e fatto di tutto per isolare persino la voce “fuori dal coro” di papa Francesco. Molti i punti di condivisione emersi nel dibattito: la condanna senza se e senza ma dell’aggressione russa all’Ucraina; il sostegno alle vittime dell’aggressione e della guerra; l’opposizione alla scelta dei governi europei e della stessa UE di allinearsi ad una logica di guerra, rilanciando la corsa agli armamenti e rinunciando a svolgere un ruolo politico di interlocuzione, dialogo tra le parti e garanzia; l’allarme per l’intossicazione del dibattito pubblico, sempre più segnato dalla caccia al pacifista e schiacciato sull’alternativa tra partecipazione attiva al conflitto e contemplazione impotente del disastro umanitario; la preoccupazione per l’involuzione della vita democratica del nostro Paese, e per i possibili sviluppi catastrofici del conflitto (davvero nessuno ha paura di una guerra che può diventare mondiale e nucleare?).
Di seguito l’elenco degli intervenuti:
Alessandro Bergonzoni (attore e scrittore); Brunetta Bellucci (Emergency); Sergio Bassoli (area internazionale CGIL); Massimiliano Smeriglio (europarlamentare); Anna Falcone (giurista); mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi e vescovo di Altamura; Mauro Biani (vignettista); Francesco Vignarca (rete Pace e disarmo); Giovanni Dozzini (scrittore); Alberto Negri (giornalista); Giulio Marcon (Sbilanciamoci); Elena Fattori (senatrice Sinistra Italiana); Massimo Wertmuller (attore); Luisa Morgantini (ex vicepresidente del Parlamento europeo), Luca Telese (giornalista), Elisabetta Piccolotti (Sinistra Italiana), Tomaso Montanari (rettore dell’Università per stranieri di Siena), Angelo Bonelli (portavoce nazionale di Europa Verde), Ida Dominiianni (filosofa). L’incontro è stato concluso dall’intervento di Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana.

“Ci impongono di credere, obbedire, combattere, ma noi non vogliamo credere, non vogliamo obbedire, non vogliamo combattere: abbiamo bisogno di altre parole … La stragrande maggioranza di quelli che partecipano al nostro sgangherato discorso pubblico italiano non si interroga su quello che dovremmo fare noi, che siamo per ora al sicuro dalla guerra, ma tende invece ad identificarsi, naturalmente solo a parole, con chi combatte in Ucraina. E questo transfert ha due conseguenze, tutte e due pessime: la prima è che l’opinione pubblica occidentale viene calata nel ruolo di chi combatte, e non di chi potrebbe fermare la guerra, la seconda è che il veleno osceno della guerra entra nei nostri discorsi, si accusa di pavidità chi non cede all’alternativa diabolica tra perdere la vita o perdere la libertà, quando noi dovremmo salvare gli Ucraini da un vicolo cieco in cui comunque si è sconfitti”
(dall’intervento di Tomaso Montanari)
