Ambiente

Indietro tutta in Umbria e Foligno fanalino di coda

Le performance ambientali delle città umbre nel rapporto Ecosistema di Legambiente.

#ambiente
Di Daniela Riganelli
In foto: Scarichi industriali


Le performance ambientali delle città umbre arretrano.  L’immobilismo delle politiche locali, con poche eccezioni. Sempre più auto in circolazione e nessun passo avanti nella transizione energetica alle rinnovabili. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti e consumo di suolo che malgrado la pandemia cresce in maniera significativa in alcune città. Poche note positive che poco incidono sul trend complessivo: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata, quasi generalizzato. La speranza è che le risorse del PNRR e le urgenze imposte da guerra e cambiamenti climatici diano quel coraggio che finora le nostre città non hanno avuto di apportare i cambiamenti necessari.

Legambiente Umbria anche quest’anno ha realizzato il rapporto Ecosistema Urbano Regionale, la versione regionale del più noto dossier nazionale che da ormai 29 anni Legambiente realizza assieme al Sole24Ore e a Ambiente Italia. Nel rapporto umbro si pone in essere una sfida di competitività verso la sostenibilità non soltanto tra le due città capoluogo, Perugia e Terni, ma anche con gli altri 13 Comuni più grandi della Regione, quelli con una popolazione maggiore di 15 mila abitanti (Orvieto, Narni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Gubbio, Assisi, Bastia Umbra, Corciano, Marsciano, Umbertide, Todi e Castiglione del Lago), comuni che tutti insieme arrivano  a coprire il 70% della popolazione umbra. Dai dati analizzati, riferiti al 2020, anno fortemente segnato dall’emergenza pandemica, emerge come le città umbre non migliorino affatto le loro performance ambientali: mentre continua incessante la diminuzione della popolazione umbra le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala regionale.

L’insieme degli indicatori selezionati copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, suolo e energia per valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale da parte dei comuni stessi. “Il Dossier sull’Ecosistema Urbano Umbro– afferma il presidente regionale di Legambiente, Maurizio Zara – da quest’anno si arricchisce di uno strumento web digitale, presente nel sito di Legambiente Umbria, che mira a renderne più facile la navigazione e la fruizione. Lo scopo del nostro lavoro resta sempre quello di creare uno strumento orientativo di confronto e di conoscenza delle questioni e dei dati ambientali delle città umbre. D’altra parte si stanno moltiplicando i tool offerti in primis alle pubbliche amministrazioni per “misurare” e ricalibrare le proprie attività al fine di minimizzare l’impatto ambientale, abbiamo oramai tantissimi dati e informazioni su cui ragionare e quello che tuttavia sorprende è come ancora ci siano amministratori umbri che non vogliano prestare attenzione a questo set di indicatori per confrontarsi con i cittadini e con gli altri territori. Siamo in un periodo di necessari e urgenti cambiamenti che però per poter essere concretamente realizzati devono passare dalla realtà dei territori, dobbiamo ridurre l’uso dell’auto, dobbiamo consumare meno risorse e produrre energia rinnovabile, dobbiamo ridurre gli sprechi di acqua e di suolo, dobbiamo creare un’economia circolare, ma dobbiamo farlo nelle nostre città, piccole o grandi che siano, dobbiamo farlo ora.

Dal  sito di Legambiente  Umbria è possibile caricare versione integrale in PDF del rapporto: Ecosistema Urbano Regionale 2021   o consultarlo tramite  la piattaforma interattiva del sito di Legambiente Umbria  dove è possibile navigare tutte i dati e le  classifiche, città per città, che contribuiscono a generare la graduatoria finale.

La Classifica dei Comuni Umbri

Fanalini di coda della classifica Foligno e Spoleto rispettivamente al penultimo e ultimo posto. Dalla Pagella di Legambiente per la città di Foligno leggiamo che resta al penultimo posto della classifica perché nell’ultimo anno non ha migliorato  quasi nessuno degli indicatori e anzi ha fatto peggio in diversi ambiti. Intanto è peggiorata rispetto alle rilevazioni 2020 la qualità dell’aria, concentrazioni medie cresciute per le polveri sottili e più che raddoppiati i giorni di sforamento dei PM10, 43 giorni sopra il limite. Molto negativi e peggiorati rispetto alla scorsa edizione anche i dati che segnalano elevati consumi idrici e elevate dispersioni totali. La gestione dei  rifiuti poi rimane un indicatore sempre molto negativo con, tra l’altro, la produzione pro capite di 609 kg ad abitante, record negativo umbro. Anche la raccolta differenziata resta  bloccata intorno al  60% (retrocede di qualche punto rispetto al 2019) e non raggiunge nessun  obiettivo né nazionale (65%) né regionale (72%). Leggermente migliore la situazione per quanto riguarda il numero di auto presenti, 73 ogni 100 abitanti, mentre sopra la media si mantiene il dato degli incidenti con morti e feriti ogni mille abitanti. Foligno si conferma anche il comune con il più basso dato rispetto alla presenza di casette dell’acqua e di fonti rinnovabili in proporzione agli abitanti.

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