
#politica #superbonus
Di Paolo Moressoni
In foto: Mario Draghi
Caro Mario,
ti scrivo così ti distrai un po’. Mi pare che questa cosa del Superbonus ti sia sfuggita un pochino di mano e sia diventata per te piuttosto un’ossessione. Prima che ciò degeneri in qualcosa di più grave, ti scrivo queste poche righe, non dico per ristabilire correttamente l’ordine delle cose, ma quanto meno per dire la mia.
Che la misura non ti sia mai piaciuta è noto, ma è altrettanto evidente che non conosci bene il tema e allora sarebbe opportuno, almeno, non fare di tutta l’erba un fascio.
Potrei ricordarti che i Superbonus hanno trascinato il PIL, che il settore delle costruzioni cresceva più del triplo degli altri settori, che l’Europa ha annoverato questa misura tra le buone prassi da estendere a tutti i paesi, che le frodi sono state fatte sugli altri bonus… e potrei continuare ancora. Mi voglio invece soffermare sugli aspetti di natura tecnica relativi alle tue affermazioni ovvero: “il costo di efficientamento è più che triplicato“, “i prezzi degli investimenti sono più che tripli ” e da ultimo che l’incentivo fiscale “toglie la trattativa sul prezzo“.
Intanto se le tue parole hanno un significato preciso e visto che ti sei soffermato solo sull’efficientamento energetico sarebbe stata gradita una tua considerazione anche sull’efficientamento sismico. Ce ne faremo una ragione…
Bene, concentriamoci sui prezzi triplicati.
Hai elogiato il “tuo” ministro Cingolani. Il suo ministero, dopo una discutibile querelle, ha emanato il decreto per ridefinire i costi massimi del Super ecobonus alla luce dell’aumento dei costi delle materie prime registrato tra il 2020 e il 2021 e dell’andamento del mercato. Ebbene, caro Mario, i nuovi massimali aumentano del 20% quelli già vigenti per l’Ecobonus e contenuti nell’analogo decreto del MISE del 2020 .
Hai capito? Il 20% ! NON IL 300%. Da “ex banchiere” dovresti comprenderne la differenza.
Ho capito! Non ti ho convinto. Allora parliamo del “tuo” ministro Giovannini. Il suo ministero ha emanato il decreto sul caro materiali da costruzione, da applicarsi per la compensazione dei maggiori costi sostenuti dalle imprese nei lavori pubblici. Per carità, mi pare non abbia soddisfatto nessuno degli operatori economici coinvolti, però le tue affermazioni, ancora una volta, sono perfettamente contraddette dal contenuto oggettivo del Decreto dove gli incrementi dei prezzi della materia prima vanno da ZERO a 76,43% per i nastri di acciaio per barriere stradali.
Comunque, anche su questo è bene precisare che l’aumento di una materia prima all’interno di un prezzo di applicazione contrattuale, costituito anche da manodopera, nolo macchinari, spese generali e utile d’impresa, non produce altrettanto aumento nel prezzo finale. Ad esempio, se la materia prima aumenta del 70%, il prezzo finale della lavorazione potrà incrementare del 25/30%. Hai capito? Il 30%! NON IL 300%.
Ti voglio dare un altro dato: anche le analisi fatte dalla struttura commissariale per la ricostruzione post sisma 2016 rilevano incrementi medi (dal 2018…) tra il 20 e il 25%. Immagino pertanto che avrai sbagliato a leggere gli appunti. È chiaro che comunque questo non muta le tue considerazioni sul superbonus e chi se ne frega di ciò che succederà se non cambia niente… ma di questo riparleremo.
Sai caro Mario, condivido con te che una percentuale degli aumenti sarà anche speculazione, però mi chiedo: quali azioni hai messo in campo per fermarla? Quante indagini avete stimolato? Quante denunce avete fatto? Su questo spero in una tua risposta, da statista, non da qualunquista.
Sarebbe interessante, caro Mario, visto che da poco sei stato rappresentato come “faro” per la Comunità Europea, che analizzassi correttamente cosa ha determinato l’aumento dei prezzi. Fenomeno che non riguarda solo l’Italia, non solo l’Europa ma tutto il mondo. Questo sarebbe uno studio interessante, che vedrebbe chiaramente dei distinguo rilevanti che probabilmente penalizzano l’Italia rispetto ad altri paesi, ad esempio sul costo dell’energia.
Sarebbe interessante capire quanto pesano i programmi infrastrutturali di Stati Uniti, Cina e Paesi Emergenti, e quante materie prime stanno acquistando e quante non ne stanno esportando. Un numero te lo do io, non sono certo un economista, ma il solo programma “recovery” degli Stati Uniti ammonta ad 1.9 TRILIONI di dollari ovvero al 25% del PIL. Quello Europeo a 750 miliari di euro.
Altra cosa, che mi dici delle tensioni commerciali transatlantiche e la guerra dei dazi dell’epoca Trump? Non si dovevano ricomporre con Biden? Che stiamo facendo per questo? Un faro dovrebbe indicare le strade su questi argomenti e non semplicemente perché per noi europei i costi aumentano più che altrove ma soprattutto perché la Cina e gli Stati Uniti stanno uscendo dalla crisi più forti di quanto non fossero prima. Come ne uscirà l’Europa dipenderà solo dalle decisioni politiche che verranno assunte. Ne suggerisco una io: individuare una politica industriale a medio lungo termine…
Ma torniamo più terra terra: negli ultimi giorni è stata registrata la carenza di vetro assieme a quelle di acciaio e legno, credi sia un problema determinato dal superbonus? Non pensi che il caro materiali metterà in crisi anche il PNRR? Non credi che occorrono anche attività politiche oltre alle compensazioni? Nota bene: ho lasciato fuori la guerra in Ucraina e le sue conseguenze che tutto sommato potrebbero anche essere marginali nella discussione…
Consentimi un’ultima considerazione sul fatto che il superbonus “toglie la trattativa sul prezzo”. Hai ragione! Nella maggior parte dei casi è così! Vedi, però, se questo fosse il problema, non pensi che si possa studiare un provvedimento ad hoc? Forse anche eliminando qualche disposizione che ha indotto ciò… Devo forse scriverti qui tutti i casi in cui non vi è trattativa sul prezzo? Sarebbe anche esilarante… Tra l’altro molte delle situazioni che potrei scriverti sono “vigilate” dall’Europa…
Non pensi, invece, che “allungare” i tempi di attuazione dei superbonus poteva costituire un allentamento delle tensioni di mercato con un risvolto anche sui prezzi? Non pensi che la stretta sulla cessione del credito sta determinando, negli istituti ancora disponibili ad acquistarlo, delle speculazioni? Non facciamo niente su questo?
Caro Mario, ti abbiamo visto impegnato sul fronte gas, quando metterai lo stesso impegno su questi altri temi? Capisco che non hai tempo, ma occorre trovarlo, quanto meno per confrontarti sui problemi, cosa che invece ti appare ostica. Per carità non dico di farlo con tecnici e parti sociali ma almeno con il Parlamento che invece starebbe lì appositamente.
Con affetto!
Paolo