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Di Ivano Cenci
In foto: Fuga dalla libertà – Erich Fromm
Putin vuole “de-nazificare” l’Ucraina. Zelensky afferma che lui è ebreo, quindi un ebreo non può essere nazista (! ?) Fortuna Lavrov che, con splendida invenzione dialettica, chiarisce che Hitler aveva origini ebraiche (! ?) Forse, pare, per via di sua nonna paterna, ragazza madre, e cameriera di un ricco ebreo? “Galeotto fu il libro…”. Questa “importantissima informazione” viene sostenuta da alcuni, nel gioco delle libere associazioni confabulo-deliranti, dicendo che dei “gran dottori” avevano esaminato il DNA dei resti mortali di Adolf. Pare, forse, chissà, si sono rilevati dei frammenti di DNA (geni) tipici di una certa “origine” ebraica (! ?) Quindi, seguendo queste geniali logiche, avere dei frammenti di DNA “ebraico” nel proprio patrimonio genetico potrebbe ingenerare in noi strane tendenze (ebraiche appunto) che potrebbero, a loro volta, condurre in noi la malattia del nazismo? Dovremo perciò effettuare dei nasali tamponi per poter escludere che ci siano geni ebraico-nazisti nel nostro DNA? E se invece avessimo quei frammenti?
Ma, allora, dovremmo forse suicidarci per favorire la putiniana de-nazificazione del mondo? Completamente sottomessi allo strano, ma attraente messaggio del grande, nuovo, russo ideologo, porremo così fino alle nostre sofferenze. Esclameremo “Oh mio Dio, ho la mens rea” (vedi Non parlarmi, non ti sento), ma avremo certo compreso in quell’ultimo atto come mai soffrivamo tanto, l’origine vera dei nostri continui sensi di colpa: eravamo geneticamente ebreo-nazisti!!??
Mio Dio che atroci confusioni. Che qualcuno dica “qualcosa di sinistra” o almeno ci aiuti a seguire un pensiero logico, razionale. Almeno ricordiamoci che essere ebrei vuol dire aderire ad una religione, non esiste una Razza ebraica; ripetere i concetti aiuta (repetita iuvant!, “ci sono anche ebrei cinesi”).
Nazista io? ma stiamo scherzando? lei non sa chi sono io !
Ricordo quando si giocava a “muffa, muffa rampichina”. Si passa la muffa a uno e poi lo si lascia a terra, tutti I “salvi” salgono su qualcosa di elevato. Ora è il “muffato” che dovrà passare la muffa a qualcun’ altro. Nessuno vuole la muffa, ché è cattiva cosa. Per gli amanti della storia ricordo che il patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov (chissà, forse anch’egli di origini ebraiche?) tra Russia e la nazista Germania venne stilatopoco prima dell’inizio della Seconda Mondiale. Quando Adolf invase la Polonia da sud, pochi giorni dopo la Russia invase la Polonia da nord (forse anche la Finlandia?). Noi Italiani eravamo alleati ed ammiratori del grande Adolf; quindi almeno per alcuni anni eravamo tutti (Italiani, Tedeschi, Russi, e altri) allegramente Nazi-fascisti. All’epoca avere la muffa (nazista) era un vanto, ché era cosa buona.
Poi ci furono alcuni eventi e nel 45 essere nazisti (giustamente credo) divenne un “brutta muffa”. Tutti saltarono su un luogo elevato, lasciarono momentaneamente “muffata” la Germania, dimenticando “tutti” di aver preso la muffa, sia in modo fugace che stabile. Quasi tutti dimenticarono di essere potenziali portatori di Muffa.
Oggi si ripete nuovamente il gioco di rimandare la muffa all’altro. Addirittura si ha il diritto di sterminare chi viene ritenuto portatore di Muffa. Quel che è drammatico è che: sì, insomma, tutto sommato, ma poi mica c’ha tutti i torti….e poi mica possiamo far arrabbiare Putin.. addirittura abbiamo fatto arrabbiare la Chiesa Ortodossa di Mosca.
Antiche paure affiorano. Antiche ricerche di sicurezza emergono. Antichi desideri di devota sottomissione ad un capo forte e rassicurante risorgono.
L’insostenibile desiderio di fuggire dalla libertà
Forse abbiamo dimenticato le origini del nazismo. Esso affondò ed affonda le sue radici nella umana tendenza a sottomettersi ad un capo o ad un’ideologia, rinunciando alla propria libertà e spesso alla propria dignità.
“Si può minacciare la democrazia (e la libertà ndr) in nome del nazismo e del fascismo, come anche sotto la copertura dell’antinazismo. La vera minaccia per la nostra democrazia non è l’esistenza di stati totalitari stranieri. E’ l’esistenza, nei nostri atteggiamenti personali e nelle nostre istituzioni, di condizioni che in paesi stranieri hanno dato la vittoria all’autorità esterna, alla disciplina, all’uniformità e alla sottomissione al Capo. E quindi il campo di battaglia è anche qui, in noi stessi e nelle nostre istituzioni”. (John Dewey).
Purtroppo la libertà, da un punto di vista psicologico, ”può trascinare l’uomo nel dubbio, nella paura del “peccato” contro una superiore entità. Sorgono allora potenti spinte a fuggire dalla libertà come processo d’individuazione e a rifugiarsi nella sottomissione”.(Erich Fromm*). Spesso l’essere umano tende allora a fuggire dalla libertà verso nuovi vincoli o verso l’indifferenza (Quel che resta del giorno).
Ricordiamo allora nel Mein Kampf: “…Già a scuola il ragazzo deve imparare a tacere, non solo quando viene rimproverato giustamente, ma deve anche imparare, se necessario, a sopportare l’ingiustizia in silenzio…Solo l’idealismo conduce gli uomini a riconoscere volontariamente il privilegio della forza e della potenza , facendoli diventare un granello di polvere di quell’ordine che dà forza all’intero universo”..
…..Attenzione, questo è, la nullificazione dell’individuo “granello di polvere” e della sua libertà. Attenzione al richiamo delle Sirene, che promettono certezza e sicurezza al prezzo della vita stessa.
*Vedi meglio in Erich Fromm, “Fuga dalla libertà”, Mondadori, 2020 .