
#politica #sedicigiugnofest
Di Luciano Pizzoni
In foto: Un momento dall’incontro del 19 giugno, Sedicigiugno Fest
“SediciGiugno fest” nella sua prima edizione di Giugno 2022 ha offerto diverse opportunità di confronto e condivisione.
Fra queste occasioni c’è sicuramente il merito di aver portato in un dibattito pubblico, per la prima volta dopo tre anni di governo della giunta Zuccarini, le varie forme di opposizione democratica della città.
E questo momento di analisi e scambio di idee è risultato in conclusione un dono vero che la redazione di Sedicigiugno ha offerto alla comunità.
Un dono che ha in qualche modo azionato il pulsante di sblocco.
Un momento in cui con sincerità, senza scuse ed alterazioni, si è guardato il percorso di questi tre lunghi anni trascorsi con la destra al governo di Foligno.
Ma soprattutto un passaggio che – se capito e recepito nella sua interezza – indica di accendere immediatamente i fari sulla strada da compiere.
Giusta la formula.
Stimolanti le domande nella loro essenzialità.
Intenso il messaggio politico complessivo che ne è emerso.
Giusta la formula.
In un pomeriggio di questa caldissima estate tutti seduti sotto la chioma protettiva degli alberi. In un rapporto semplice, diretto e colloquiale fra i “politici” e i cittadini.
Chi è stato presente avrà sicuramente apprezzato che non hanno trovato spazio discorsi preconfezionati e pomposi. Semplicemente la voglia di tutti di raccontare e condividere.
Un rappresentante per ogni lista – ed è stato anche questo un segnale.
Perché, indipendentemente dalla consistenza numerica delle varie forme di opposizione cittadina, la formula dell’incontro di Sedicigiugno prevedeva di avere una voce per ciascuna realtà di opposizione. Un rappresentante che riportasse la sintesi del proprio mondo mettendo così tutte le forze di opposizione a proprio agio in un confronto alla pari. E questo è un valore – sembrerebbe scontato ma comunque è un valore. E lo è a maggior ragione nel nostro campo, quello del centrosinistra, quando le diverse forze politiche si portano ad un livello alto di collaborazione fra di loro se partono dall’essenza vera dello stare insieme – la condivisione di ideali e programmi.
In un prossimo incontro si potrà magari prevedere uno spazio specifico dedicato alle domande dei cittadini perché è evidentissimo che quando ci si presenta con apertura allora si accende veramente la voglia di chiedere e partecipare attivamente.
Giusta comunque davvero la formula perché ha fatto emergere e toccare con mano elementi tutt’altro che scontati; la genuinità, la spontaneità, la voglia di confrontarsi.

Stimolanti le domande nella loro essenzialità.
Tre domande identiche per tutti i partecipanti.
Partendo dal guardarsi allo specchio prima ancora di fare la critica all’operato di chi è al governo. E anche questo è un segnale rilevante perché la prima domanda era “come giudichi il tuo lavoro – quello del tuo gruppo in questo percorso di opposizione”. Solo dopo è arrivata la domanda “come giudichi l’operato di questa amministrazione”. Un approccio che ho trovato correttissimo e che è valido sempre. Perché è davvero così che funziona – prima mettiamoci davanti allo specchio e guardiamo a come abbiamo assolto i nostri doveri e poi ci è consentito di fare una critica – e che sia una critica costruttiva – all’operato degli altri.
Ma è stata la terza domanda quella che di fatto può dare il via ad una nuova fase della Politica cittadina in questo periodo che dovrebbe essere di rinascimento e che è invece caratterizzato dai conservatori al governo di Foligno.
Quando la direttrice di Sedicigiugno Susanna Minelli, ha chiesto, con garbo nel suo attento ruolo di moderatrice dell’incontro i tre punti chiave che si dovrebbero attuare per realizzare il bene del nostro territorio la risposta è di tutti è stata un fiume in piena in una stagione di siccità.
Con tutte le forze di opposizione democratica presenti (PD, Foligno in Comune, Foligno2030, PattoxFoligno, 5Stelle, Impegno Civile) a spingere l’acqua sostanzialmente nella stessa direzione. Con sensibilità e punti di attenzione ovviamente e fortunatamente diversi ma tutti impegnati a tracciare una strada diversa da quella che è sotto gli occhi di tutti da tre lunghi anni.
Intenso il messaggio complessivo che ne è emerso.
I molti presenti all’incontro e i tanti che ne avranno sentito parlare nei giorni successivi si saranno poi confrontati sui vari punti. Ognuno avrà posto l’attenzione su qualche elemento in particolare e analizzato le diverse sfumature. Io ci ho riflettuto molto nei giorni successivi.
Dal mio modesto punto di osservazione è emerso complessivamente un messaggio che penso sia importante se si guarda con la volontà di costruire.
Lo dico con il peso che sento addosso per aver incarnato la sconfitta elettorale del 2019 e il conseguente primo passaggio storico della destra alla guida della nostra città.
Lo dico confessando quello che in tanti in realtà già sanno – il mio profilo è di chi cerca di fare sintesi, di chi ce la mette tutta per provare a governare la complessità, di chi prova a dare una prospettiva di crescita; non è un profilo da oppositore puntiglioso e martellante. Ho vissuto il ruolo che i cittadini mi hanno assegnato nel rappresentare la minoranza con l’obbiettivo della proposta sui temi rilevanti e con la volontà di mantenere unito il campo progressista del centrosinistra nella convinzione che la coesione sia un valore se sono condivisi gli ideali e la visione comune del vivere insieme.
E lo dico anche con la leggerezza di chi è arrivato alla consapevolezza che l’ineluttabile vento forte del “cambiare ad ogni costo” è forse davvero incontrastabile in certi momenti della storia e che il modo più educativo per capire veramente è vivere il nostro tempo, viverlo tutto e vederlo in tutta la sua cruda realtà. Cercando di contrastare e fare da argine alle conseguenze peggiori che possono concretamente derivarne ma forse, ad un certo punto del cammino di una comunità, è proprio una strada obbligata.
Dopo tre anni di governo di destra c’è una generale e diffusa disillusione proprio in chi quel cambiamento lo aveva sperato, voluto e appoggiato.
Senza riportare gli interventi dell’area di centrosinistra che potrebbero essere considerati naturalmente di parte ne è testimonianza diretta la profonda delusione espressa durante l’incontro da Impegno Civile. Accompagnata da una posizione ormai fortemente critica da parte del Movimento5Stelle. Ed è parallelamente un segnale forte l’uscita dalla maggioranza di due consiglieri della lega con motivazioni che parlano di “mancanza di ascolto di istanze del territorio” e di “libertà da difendere come un dogma per non seguire passivamente le decisioni prese da altri e non condivise”. Voci di destra che trovano ad un certo punto il coraggio di staccarsi dal pensiero unico e dicono sostanzialmente – parafrasando: non è questo che volevamo, così proprio non va. Ed è lo stesso messaggio che dicono le persone che incontri sempre più frequentemente nelle piazze, nelle associazioni, tra la gente che lavora, tra i giovani e gli anziani. La voce comune che si leva dalla città è che questa destra non dialoga, che non è alla ricerca di unità, che non ha e quindi non propone progetti di rilievo.
La sensazione diffusa è che la destra viva alla giornata enfatizzando micro interventi localizzati.
E allora il segnale di sblocco spinto dalle opposizioni durante l’incontro di Sedicigiugno è un segnale da cogliere come un tasto rosso di emergenza ma, parallelamente, da spingere con paziente costruzione.
Perché dare una alternativa per un futuro di progresso e di crescita per il nostro territorio è a questo punto un vero imperativo, una esigenza diffusa che i cittadini manifestano chiaramente.
Partendo dalla partecipazione e dal coinvolgimento come metodo di governo aperto, dialogante, inclusivo.
Passando per la coesione che si costruisce in tanti modi ma che banalmente parte eliminando dal lessico “quelli di prima”, “non era mai stato fatto”, “rivendico che siamo stati noi” e tutte le declinazioni simili dello stesso concetto divisivo espresso con l’obbiettivo di alimentare le tifoserie.
Ma arrivando alla sostanza vera, ai fatti concreti e rilevanti che devono guardare con decisione allo sviluppo, alla crescita, ai servizi.
Arrivando cioè alle proposte concrete per gli ambiti più rilevanti – ad esempio per la sanità, per l’ambiente, per il lavoro.
Per la sanità con il potenziamento dell’ospedale unico della Valle Umbra articolato nei due poli di Foligno e Spoleto, con il rafforzamento della medicina territoriale con la telemedicina, con la creazione della casa della salute, con la realizzazione di moderni centri di co-housing per la cura e l’assistenza agli anziani.
Per l’ambiente con tutta la transizione ecologica da accompagnare, con le scelte di coordinamento per le comunità energetiche, con la realizzazione di impianti sul territorio per le energie alternative, con le politiche per la mobilità sostenibile, per la vivibilità e fruizione del centro storico, per le ciclovie e i percorsi naturalistici per potenziare il turismo.
Per il lavoro che passa prima di tutto attraverso il potenziamento dell’offerta formativa (ad esempio con il rafforzamento dell’ITS), che si stimola con incentivazioni alle startup, con l’agevolazione dello smart working con l’obbiettivo di rivitalizzare e far tornare alla vita piena i centri montani, con iniziative coraggiose come la realizzazione del Parco delle Scienze, con la trasformazione delle aree dismesse in nuove aree funzionali e dedicate ai servizi e allo sviluppo, con la creazione in sostanza di nuove opportunità e nuovi posti di lavoro.
Sono solo alcuni punti di una articolazione complessa di un progetto che parla di sviluppo – forte e complessivo del territorio.
Una Politica di ampio respiro, di lungo periodo, di costruzione progressista.
In questo senso è risultato chiarissimo anche dall’incontro di Sedigiugno che c’è ora un bisogno nuovo di respirare questa aria, di confrontarsi con questo livello della Politica.
Le alternative democratiche messe a confronto da Sedicigiugno lo hanno detto tutte chiaramente anche se con diverse sfumature: non si può aspettare.
Ora va davvero disegnato e costruito il futuro.