Ambiente Scuola

Dalla montagna, per la montagna

Casenove e il Menotre, un libro scritto dai bambini nelle "Noterelle" di Fabio Bettoni.

#ambiente #noterelle
Noterelle di Fabio Bettoni
In foto: “Le più belle storie d’amore della valle del Menotre”


Un paese: Casenove, nella valle del fiume Menotre, distante dal centro di Foligno 14 km, alto sul livello del mare tra i 556 e i 720 metri; sulla strada per Colfiorito, Civitanova Marche, l’Adriatico. Un geografo lo definirebbe uno spazio collinare. Lì, un edificio scolastico edificato a seguito del terremoto del 1997-98, inaugurato durante l’Amministrazione del sindaco Maurizio Salari; vi sta la Scuola Primaria. Nel maggio di quest’anno, ne è uscito, stampato dalla Unione Tipografica Folignate, un volumetto di 130  pagine intitolato Le più belle storie d’amore della valle del Menotre, frutto del progetto didattico realizzato nell’anno scolastico 2021/22 dai bambini della Scuola con la solerte guida delle loro insegnanti.

     Tutte e tutti figurano nel frontespizio. Gli alunni: Anastasia Angelucci, Gabriele Apolloni, Jacopo Apolloni, Francesca Elisabetta Maccarelli, Francesco Casini, Christian Antoni Dima, Lorenzo Felisatti, Elisabetta Fiorentina Iftime, Sebastian Magnani, Matteo Manzetti, Yahya Mhairich, Gioele Montagna, Eldi Ziberi. Pochi bambini qui convergenti da un areale collinare-montano piuttosto vasto, ma è una fortuna che ve ne siano ancora! Pochi di questi bambini presentano cognomi “storici”, cioè di antica origine locale; vi sono bambini dai nomi estranei alla storia dei luoghi: essi danno il senso del divenire multi-intra/etnico che, positivamente e inevitabilmente, caratterizzerà la Valle. Le insegnanti: Silvia Bellani, Caterina Marcelli, Antonietta Mauri, Fulvia Minelli, Antonella Santarelli, Silvia Santostefano, Ilenia Proietti Susini. Il numero elevato delle docenti indica una pluralità di insegnamenti anche “in compresenza” che fa onore alla Scuola. Se si correla al numero degli alunni, ricaviamo l’impressione di trovarci in uno spazio formativo ideale, ancorché prodotto da un fenomeno negativo come lo spopolamento delle alture; ne dovremmo fare un modello da imitare. Se dilatato all’intera Penisola, infatti, implicherebbe un grande investimento di danaro pubblico, dal quale, per effetto moltiplicatore, deriverebbe un incremento vistoso dell’occupazione e del benessere sociale. Ma i soldi dello Stato bisogna destinarli alle armi e alla guerra! La curatrice del librino: Maria Vittoria Cucchiarini, una insegnante cui spetterebbe il nome antico di Maestra d’Arte, dell’Arte d’insegnare, dispensare saperi, rinnovare i metodi utili ad accrescere la conoscenza.

     Maria Vittoria non è alla sua prima prova didattico-editoriale. Questa delle Storie d’amore è la sesta tappa di un itinerario montano iniziato con Percorsi brevi per gambe corte a Colfiorito. Guida per giovani escursionisti (2015-16); cui si collegò, l’anno dopo, Seguendo don Mario alla scoperta dei Santuari Terapeutici (2016-17), ove don Mario è don Sensi (Ω 2015) il quale, nella sua multiforme attività di insegnante, preside, parroco di Colfiorito, studioso, tante pagine ha dedicato alla montagna; per continuare con Pane e cicoria. Saperi, sapori e profumi dell’Altopiano  (2017-18), con chiaro riferimento al piano di Colfiorito e, più lontano nel tempo, di Plestia; poi sono usciti: In mezzo scorre il Menotre (2018-19); Il sentiero del bosco (1920-21). Insomma, intorno alla determinata e convincente azione di Maria Vittoria, è nata una vera e propria collana.

     Dal canto suo, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Foligno 5, Alessia Marini, dal 2015 non ha fatto mai mancare il proprio sostegno. Su Le più belle storie d’amore, le lascio la parola. Nella nota d’apertura, Marini scrive: «La leggenda di una storia d’amore impossibile tra due giovani che non avrebbero mai dovuto incontrarsi, tramandata di bocca in bocca e da una generazione all’altra, è stato lo spunto per i bambini della scuola primaria di Casenove per conoscere il proprio paese e il suo territorio sotto un aspetto inusuale ma certamente carico di emozioni: il sentimento dell’amore che sboccia e cresce tra gli spazi verdi, i sentieri rocciosi, il gorgogliare delle acque, il profumo della terra bagnata che circonda il paese di Pale. I bambini, stimolati dal racconto di quell’amore perduto, sono andati alla ricerca di altre storie d’amore che abbiano avuto come culla il verde della valle del Menotre: hanno intervistato nonni, genitori, persone che vivono o hanno vissuto nel paese e nei suoi dintorni per ricercare la magia dell’amore nei loro racconti».

     Lo spunto del lavoro collettivo è dunque venuto da una leggenda tramandata oralmente da tempo immemorabile, concernente una fanciulla, Isadora, di casato nobile e potente in Foligno con radici nel villaggio di Pale, la schiatta degli Elisei; complici gli spazi meravigliosi che la circondano, Isadora s’innamora di Giustino, un brigante. Quale sarà il finale della storia d’amore, lascio ai lettori di scoprirlo. Se un finale vi sarà, e, soprattutto, se sarà accettato da tutti i bambini. Ma non aggiungo altro. Lo spunto ha favorito il lavorìo della fantasia, l’allargamento dell’orizzonte da Pale verso altri paesi montani, il dialogo arricchente con collaudati sapienti qual è a tutti gli effetti Alberto Piergili di Casenove, e quale risulta essere nonna Lorenza di Verchiano; ha stimolato la ricerca sui riti di passaggio del corteggiamento, del fidanzamento e del matrimonio con tutti gli antefatti e i corollari, filtrati attraverso i racconti di casa e dei testimoni (tra questi Rita Barbetti), attraverso il ricorso alle foto care dei cari, ad immagini d’epoca (qui è da citare l’apporto di Giovanni Paternesi), a foto di paesaggio che invitano a farsi valligiani: il tutto, in un tripudio di scritture infantili, nitide e corrette, di efficaci disegni. Sfogliare per credere.

     Se maggio ha portato con sé le più belle storie d’amore, luglio, il torrido luglio non ha impedito (mercoledì 13) che un buon numero di montanari si riunisse in Ponte Santa Lucia (Hotel Guesia) all’Assemblea della Montagna, per stipulare un Protocollo d’Intesa per la Montagna tra (per il momento) 27 soggetti: Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico (Asbuc), Comunanze Agrarie, Pro Loco, Associazioni di Promozione territoriale. Si vuol dare, è stato detto (Alessandro Alessandri), risposte alle criticità del territorio montano: disoccupazione, spopolamento, invecchiamento, e inadeguatezza dei servizi pubblici essenziali. Sarà formato un Comitato della Montagna. Se son rose fioriranno. L’agosto (venerdì 12), l’altrettanto caldissimo agosto, ha visto affluire alla Sagra della Patata Rossa in Colfiorito un nutrito gruppo di autorevoli cultori della montagna che ha stimolato una notevole partecipazione alla Tavola rotonda in preparazione della Conferenza Permanente della Montagna; sono stati posti all’attenzione con brevi interventi ricognitivi la storia, l’ambiente, il territorio onde delineare «le sfide per il futuro». Stando al coordinatore dell’incontro, Domenico Lini, la Sagra intende farsi promotrice annualmente di almeno tre Giornate di Studio su argomenti di carattere economico. scientifico e culturale (in senso lato), muovendo dalle coordinate che sono state individuate nel corso della Tavola. Anche in questo caso, se son rose fioriranno. Rose sono senz’altro fiorite tra Capodacqua e Afrile. Nel corso dell’ultimo biennio, infatti, gli Enti Collettivi lì operanti (Asbuc e Comunanza Agraria), presieduti rispettivamente da Pietro Conversini e Giancarlo Lini, hanno dato alle stampe alcuni materiali che illustrano i paesi e i siti dislocati su quella fascia collinare-montana compresa tra la Valle del Topino e la strada Lauretana-Val di Chienti. Di pregevolissima fattura grafico-fotografico-editoriale, gli ultimi due pieghevoli prodotti s’intitolano: Da Capodacqua di Foligno agli Altopiani, e I piani della montagna di Foligno: immagini di un paesaggio.

In mezzo scorre il Menotre

     L’imminenza delle elezioni del 25 settembre ha spinto l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem) a varare e diffondere l’Agenda Montagna (ancora un’agenda!), formata da un memoriale politico-programmatico e da una tematizzazione in Cinque Punti su: Nuova fiscalità, Riforma degli Enti locali, Digitalizzazione, Ambiente è Montagna, Foreste e Agricoltura. Chi vuole potrà accedere al sito e leggere. Mi limito ad osservare (occupandomi di montagna da molto tempo) che  si tratta di documenti frutto di mediazioni estenuanti, ripetitivi di proposte già in voga, che lasciano il tempo che trovano. Tuttavia sono utili se ci si voglia informare sullo stato dell’arte. Che incidenza avranno sulla prossima legislatura (pessima, a quanto pare), non è dato prevedere.

     Luglio (lunedì 4) s’è portato via Paolo Grossi, professore emerito all’Università degli Studi di Firenze, presidente emerito della Corte Costituzionale, giurista e storico del diritto insigne, grande amico della Montagna Italiana, grande conoscitore delle antiche consuetudini comunitarie come ha dimostrato in tanti suoi scritti, a cominciare dal fondamentale (un classico, ormai) Un altro modo di possedere. L’emersione di forme alternative di proprietà alla coscienza giuridica postunitaria (Giuffrè, 1977, ristampa 2017). Nel settembre del 2017, Grossi è stato tra noi a Colfiorito ove si è tenuta la Settima Giornata degli Assetti Fondiari Collettivi, organizzata dalla locale Comunanza Agraria e dalla rete delle Associazioni Agrarie dell’Umbria coordinata da Sandro Ciani. Giornata presieduta da Grossi con viva attenzione.

      Insieme ad una notizia brutta, se ne ha una buona. Mi dicono che sullo scorcio di agosto l’Associazione Editoriale “Orfini Numeister” abbia messo in cantiere il volume La montagna di Foligno. Itinerari tra Lauretana e Flaminia. Si ritiene che lo si potrà leggere verso la fine del prossimo anno. Ripeto ancora: se son rose, fioriranno.

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