Editoriali

Rabbia giovane

La situazione drammatica dei giovani nel nostro paese nell'editoriale di Susanna Minelli.

#editoriale
Di Susanna Minelli
In foto: Il libro Scritta su un muro


Da un lato gli articoli sugli studenti “più bravi d’Italia” premiati dal presidente della Repubblica, dall’altra quelli sui laureati “con master” che si ritrovano a fare i bidelli . E poi le bollette, l’inverno che verrà che sarà il più duro degli ultimi 10mila anni, il precariato che non è mai solo lavorativo ma soprattutto esistenziale. Ci si sposa di meno, si fanno meno figli: gli uteri delle donne che si seccano come i loro sogni.

Non si crede più in Dio, ma non si crede più a niente. Tolto anche il feticcio del dio Denaro. Non si va a votare. Ragazzini che muoiono durante l’alternanza scuola – lavoro, per un futuro che in ogni caso non avranno.

E poi la condanna delle devianze da parte della signora Meloni, perché la droga fa male, l’anoressia è da ragazzine viziate, l’odio per la diversità invece no. Gli estremisti di destra al governo. Il busto di Mussolini sul comò. Normalizzare il fascismo.

Le vittime dell’alluvione che se la vanno a cercare, come quelle finite sotto le macerie in Abruzzo nel 2009. Un po’ come quelle donne iraniane che vengono ammazzate in strada perché decidono di essere chi vogliono. Ma è arrivato il bonus psicologo e allora proviamo a fare diagnosi su tutti. Io credo che ormai siamo tutti un po’ malati, ma soprattutto credo che Putin sia un sociopatico e Zelenskyj un pericoloso narcisista. E quindi non ci vedo il lieto fine. E se vogliamo parlare di narcisismo ci inserisco anche Chiara Ferragni che costringe il figlio a stare davanti alla fotocamera e ad essere felice. Per somministrarci la buona dose di good vibes che non combacia con il paese reale a cui vogliono togliere anche il reddito di cittadinanza. Senza dimenticare i rolex e le borse griffate che non vengono lavati in casa da Totti e Ilary. Tragedie e gossip. Dipendenze e deliri di onnipotenza.

Maschi alfa, animali beta, donne gamma, neri delta. Perché si continua a morire in Libia come nel mar Mediterraneo. E l’acqua salata soffoca le grida e fa bruciare gli occhi. E gli inviati non ci vanno ad intervistare i corpi gonfi di chi annega. Mettono paura.

In definitiva io credo che se al momento esiste una speranza bisogna sedarla per non farla soffrire.

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