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Di Paolo Eusebi
In foto: Repertorio su schede elettorali
Domenica 25 settembre si è votato per il rinnovo del Parlamento. Elezioni anticipate, con una campagna elettorale molto breve. Il risultato, dal punto di vista dell’affluenza è stato negativo. Come è andata a Foligno? A Foligno i votanti sono stati 28.486 (67,8% del corpo elettorale), nel 2018 furono 33.287 (il 78,2% del corpo elettorale). L’aumento dell’astensione del 10.4% a Foligno, tra un’elezione e l’altra fa davvero paura, ma è in linea con il trend nazionale e regionale.
Come è andata in città per le coalizioni e i partiti?
Il centrodestra
È molto semplice fare i conti del centro destra, coalizione che si presenta da anni con lo stesso schema. FdI, Lega, Forza Italia e un’appendice centrista. Quattro sfumature di destra che in città passano dal 36.9% dei consensi nel 2018 al 44.1% di oggi. Il centro-destra vince, con un cambiamento radicale dei rapporti di forza interni. Forza Italia ha pagato un tributo di voti alla Lega negli anni scorsi e ora entrambe perdono consensi in favore di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. La fotografia di Foligno è quasi perfettamente sovrapponibile alla realtà italiana. Il centrodestra di lotta e di governo riporta molto probabilmente a casa una buona parte dei voti che nel 2018 erano andati al M5S. Si può supporre che quello che i primi studi sui flussi elettorali ci dicono per le principali città italiane si possa applicare anche qui. Anche a Foligno, peraltro, accade quello che Franco Calistri segnala nell’articolo sull’Umbria che trovate in questo stesso numero, e cioè che la destra (44,1 %) si colloca più o meno a mezza strada (più meno che più) tra il voto del 2018 (36,9) e quello delle Regionali del 2019 (57,6). Lo sfondamento, insomma, è avvenuto nel 2019 e le elezioni del 2022 segnano un riflusso, probabilmente dovuto ad una certa delusione circa la gestione delle amministrazioni locale e regionale.
Il M5S
Già, il M5S. Il M5S lascia sul campo più di 5000 voti. I circa 4000 voti di oggi valgono circa il 13.7%, siamo ben lontani dal 28.6% del 2018. Male, non malissimo solo perché le aspettative di inizio campagna elettorale erano molto basse.
Il nuovo centrosinistra
Il centro-sinistra attuale (PD, +Europa, Verdi-Sinistra) raccoglie in città 7313 voti (circa il 28%). Qui fare i conti è più difficile. Si tratta di una sostanziale tenuta rispetto al 2018. Nel 2018 il PD a trazione Renziana raccoglieva circa il 23% dei consensi. Alle ultime politiche lo sbiadito PD di Letta raccoglie il 20% dei consensi. Si tratta di un risultato negativo, ma non di una debacle. Il PD fronteggiava infatti la doppia scissione al centro di Italia Viva e Azione (8%).
La sinistra
La sinistra è viva. La lista Verdi-Sinistra Italiana viene votata da circa 1500 elettori, il 5.5% dei voti validi. Il confronto con le recenti elezioni dimostra come la scelta della coalizione con il PD, il chiaro profilo politico e programmatico della lista e la candidatura di Elisabetta Piccolotti consentano un risultato di cui è lecito gioire. A sinistra, lo spazio fuori dal M5S e dalla formazione Sinistra Italiana-Verdi non c’è o è molto limitato. È probabilmente finito il tempo degli esperimenti, serve irrobustire il progetto.
Foligno-Italia
Impressionante vedere come nella città di Foligno il quadro che esce dalle urne sia quasi completamente sovrapponibile a quello nazionale. In Italia le differenze territoriali si assottigliano, con la sola eccezione del M5S che rovescia i rapporti di forza nelle aree meridionali del paese. Realtà urbanistiche sempre più simili, modelli di sviluppo sempre più indistinguibili, la realtà virtuale sempre più onnipresente. Sono tutti fattori che non possono che riprodurre le stesse preferenze politiche, da una regione all’altra, tra una città e l’altra. La differenza è tra centro e periferia, tra marginalizzati e integrati.
Le amministrative che verranno
Tra la disillusione di chi non va a votare e la ricerca dell’ultima trovata populista in chi si reca alle urne è sempre più difficile costruire un’alternativa. Stante il quadro politico attuale nella nostra città, il compito che attende le forze progressiste in città in vista delle prossime elezioni amministrative si fa arduo. Serve chiarezza, molto lavoro, attenzione al merito dei problemi e qualche positiva novità nazionale.