Scuola

Giornate speciali

Giornate importanti di Ottobre, a cura di Sabina Antonelli.

#ascuoladiconsapevolezza
Di
Sabina Antonelli
In foto: Delle bambine che mangiano


Quando Romolo, primo imperatore di Roma, fondò il calendario, lo fece partire dal plenilunio di marzo e così l’ottavo mese prese il nome di “october”, l’attuale ottobre. Se andate a cercare il significato simbolico di questo mese troverete che viene considerato il mese dell’equilibrio e dei bilanci. Molte piante e animali concludono il loro ciclo produttivo e iniziano il riposo invernale.

Nella scuola, invece, è un mese ricco di fermenti e di attività. Noi insegnanti abbiamo appena incontrato e conosciuto nuovi volti, nuovi sguardi e nuovi sorrisi. Abbiamo ritrovato e riallacciato rapporti e relazioni, sia con alunni che con colleghi, e siamo nel pieno delle attività di progettazione, programmazione, definizione di percorsi, ipotesi di lavoro, conoscenza delle nuove disposizioni che incideranno sul nostro modo di lavorare.

È il momento di scegliere, ancora una volta, come ogni anno.

Scegliere cosa vogliamo essere, come vogliamo agire, quali passi vogliamo fare con e per i nostri bambini e le nostre bambine, ragazzi e ragazze.

Il mese di ottobre si presenta con giornate molto importanti che coinvolgono profondamente la scuola, perché se è vero che ogni giorno può e dovrebbe essere speciale all’interno della comunità scolastica, è maggiormente vero che alcune ricorrenze, legate alla nostra storia di esseri umani, possono sostenere alunne ed alunni nella formazione della loro coscienza civica, rendendoli sempre più consapevoli dell’importanza di essere cittadini attivi e motivati.

Sono percorsi preziosi, occasioni imperdibili per condividere pensieri e ideali, per sostenere i valori alla base di una vita in cui comunità faccia rima con rispetto, riflettendo insieme su temi sociali di grande importanza e attualità, in un’ottica interdisciplinare che amplia lo sguardo e costruisce orizzonti comuni.

Ma vediamo insieme quali sono alcune di queste giornate così importanti e feconde che il mese di ottobre porta nel suo sacco di foglie, nuvole e colori.

Non fa in tempo ad arrivare che già festeggia. Il 2 ottobre infatti è la festa dei nonni, ricorrenza civile a norma della legge n. 159 del 31 luglio 2005, diffusa in alcune aree del mondo. Tale festa è nata negli Stati Uniti d’America nel 1978 su proposta di Marian McQuade, una casalinga della Virginia Occidentale, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti, che riteneva fondamentale, per l’educazione delle giovani generazioni, la relazione con gli anziani.

Festeggiamo dunque i nonni ma quanti di questi si ritrovano soli, dimenticati, privati dei più elementari diritti?

L’ISTAT ha presentato lo scorso anno il Rapporto sulle condizioni di fragilità e la domanda di assistenza sociale e sanitaria espressa dalle persone con almeno 75 anni. Su una popolazione di riferimento composta da circa 6,9 milioni di over 75, sono stati identificati oltre 2,7 milioni di individui che presentano gravi difficoltà motorie, comorbilità, compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane di cura della persona e nelle attività strumentali della vita quotidiana. Tra questi, 1,3 milioni di anziani dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità, e tra questi circa 1 milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente. Infine, circa 100 mila anziani, soli o con altri familiari anziani, oltre a non avere aiuti adeguati, sono anche poveri di risorse economiche, con l’impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza. (dal sito ANAP associazione nazionale anziani e pensionati della Confartigianato)

Il 2 ottobre è anche la giornata mondiale della non violenza. Giorno importante, scelto perché data di nascita del Mahatma Gandhi. La giornata, promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 15 giugno 2007, vuole divulgare il messaggio della nonviolenza, anche attraverso l’informazione e la consapevolezza pubblica e riafferma la rilevanza universale del principio della nonviolenza per assicurare una cultura di pace, tolleranza, comprensione. L’argomento è di estrema attualità. La risposta non violenta è stata più volte prospettata come soluzione a terribili conflitti. Riporto alcune righe dell’articolo di Domenico Massano “Resistenza nonviolenta in Ucraina e proteste contro la guerra in Russia” pubblicato a marzo 2022 su Peacelink:

Andre Kamenshikov, direttore ucraino di Nonviolence International, alla domanda se stesse prendendo anche lui le armi come molti uomini e donne stanno facendo in Ucraina ha risposto così: “No. Sono impegnato nella nonviolenza […] credo che ci siano moltissimi modi in cui le persone, gli ucraini, possono resistere in modo nonviolento all’attuale aggressione e, in effetti, questo sta accadendo in molti luoghi invasi dalle truppe russe. Ogni giorno sempre più persone, la gente comune, i cittadini ucraini, trovano il modo di resistere in modo nonviolento all’invasione russa”.

Il Movimento per l’obiezione di coscienza russo insieme alla War Resisters’ International aggiornano quotidianamente una lunghissima “Lista delle azioni in Russia per la pace, contro la guerra”, in cui sono riportati i riferimenti delle recenti azioni e iniziative di attivisti civili, di istituzioni culturali, di ordini/comunità professionali, di movimenti politici, di funzionari del Governo, di organizzazioni e celebrità…

Scelte coraggiose che testimoniano l’esistenza di una pluralità di resistenze, che l’opzione militare e armata non è l’unica, che sono in atto diverse azioni di lotta e di resistenza civile nonviolenta che dovrebbero essere maggiormente conosciute e diffuse dai media, oltre ad essere riconosciute e sostenute dai vari governi nazionali e dagli organismi internazionali, che finora hanno concentrato la loro attenzione quasi esclusivamente sulla difesa militarizzata e sugli ulteriori investimenti necessari per alimentarla ed incrementarla.

Il 3 ottobre è la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza in virtù della legge 45/2016 ed è detta anche Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’immigrazione: 368 morti nel mar mediterraneo, a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa nel 2013

“L’iniziativa nasce per riempire il vuoto e lo spaesamento etico con la partecipazione attiva dell’opinione pubblica – scrive il Comitato promotore– e, in particolare, delle nuove generazioni al fine di stimolarle a diventare motore di un cambiamento duraturo attraverso il dialogo e la condivisione con l’altro.”

Da allora molto poco è cambiato. Si continua a morire, a lastricare il nostro mare di corpi, di sogni irrealizzati, di dolore, di sorrisi e di abbracci perduti per sempre.

L’UNHCR denuncia 24.473 morti al 3 ottobre 2022, in questi nove anni, ma c’è da chiedersi quante vite non siano state calcolate nella cifra ufficiale, quanti bambini e quante bambine non abbiano più voce, quante donne e uomini di ogni età saranno per sempre solo una ferita nel cuore di chi li ha amati e, per il resto del mondo, solo un niente.

Bambini che si abbracciano

Il 5 ottobre è la Giornata Mondiale degli Insegnanti creata nel 1994 dall’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove l’istruzione, la scienza e la cultura.

Uno degli obiettivi principali della Giornata mondiale degli insegnanti – giunta alla sua ventottesima edizione – è ora quello di rimettere a fuoco gli impegni di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Questo documento – che spazia dallo sviluppo economico e sociale al diritto all’istruzione e alla salute, passando per l’accesso all’acqua, all’energia e all’uguaglianza di genere – si pone infatti come obiettivo il raggiungimento di un’istruzione di qualità, inclusiva e paritaria.

Ogni anno la Giornata mondiale degli insegnanti propone un tema cardine. Quello dell’edizione 2022 è la leadership dei docenti nella trasformazione dell’istruzione ed invita i governi a investire nella professione di insegnante, fidandosi, coinvolgendo e rispettando l‘intero corpo docente.

L’11 ottobre è la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, proclamata dall’ONU per ricordare milioni di giovani donne che nel mondo sono vittime di violenze, abusi e discriminazioni.

Trovate qui a fianco parte di un racconto intitolato “Lame di libri”, dedicato purtroppo alla terribile pratica dell’infibulazione, ancora attuale, scritto da  Chiamaka Sandra Damu arrivata seconda al Concorso Letterario nazionale Lingua Madre, progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone internazionale del Libro di Torino, ideato nel 2005 da Daniela Finocchi e diretto sia alle donne migranti (o di origine straniera) residenti in Italia, sia a chi desidera condividere storie di donne straniere dopo averle incontrate e conosciute.  Di altre testimonianze ne sono pieni i telegiornali, i quotidiani, i social. In questi giorni il volto di Mahsa Amini, giovanissima ragazza di appena 22 anni morta a causa di una ciocca di capelli che usciva dal velo, dall’hijab, ci è entrato dentro e, come un fiume in piena, ha travolto l’indifferenza del mondo

Da questa orribile, inaccettabile e inconcepibile morte è scoppiata l’ennesima rivolta delle donne iraniane. Che non resti inascoltata come è purtroppo accaduto nei tempi passati e come purtroppo accade in tanti luoghi del mondo ancora oggi. Il mondo delle donne, sempre in bilico tra violenza, sopraffazione, schiavitù e diritti mai acquisiti totalmente, ha bisogno di tutte e tutti noi.

L’elenco delle Giornate non finisce qui. Il 13 è la Giornata Internazionale per la riduzione dei disastri naturali, il 16 dell‘Alimentazione, il 17 dell’eradicazione delle povertà, il 21 dell’ascolto e il 24 dell’ONU.

Cosa può fare la scuola? Come può accogliere tutti questi spunti così importanti e fondamentali per crescere insieme? Ogni insegnante conosce il suo contesto, i propri talenti e le proprie difficoltà. Ogni insegnante è responsabile delle proprie scelte. Di certo la scuola può e deve fare molto perché è il luogo dove vengono affermati i diritti, è attuata la solidarietà, l‘incontro è vissuto quotidianamente, i bisogni sono riconosciuti. È il luogo dove la non violenza diventa abito comune, dove si esercita la cooperazione e la condivisione, dove l’ascolto, l’empatia e il rispetto sono pilastri che costruiscono comunità attive e partecipate.La scuola può e deve fare molto. In questo “molto” c’è anche la capacità di immaginare un mondo diverso.

E allora concludo con una data importante e significativa del mese di ottobre. Non è una giornata speciale, di quelle istituite ufficialmente ma assume un valore forte e apre finestre che ci permettono di guardare oltre.

L’11 ottobre è anche il giorno in cui, nel 1971, John Lennon pubblica Imagine, inno all’uguaglianza, manifesto culturale di un pensiero sociale e politico sempre attuale, ma purtroppo poco seguito e condiviso. Lennon era considerato un sognatore e un visionario. La scuola dovrebbe accogliere il suo lascito perché tra i suoi compiti c’è anche quello di insegnare a sognare.

Puoi dire che sono un sognatore

Ma non sono il solo

Spero che ti unirai a noi anche tu un giorno

E il mondo sarà solo uno”.

John Lennon

 

Lame di libri

“Mia sorella Mariam è nata otto anni dopo di me. Quattordici anni e dall’indomani non sarebbe più stata una bambina ma sarebbe diventata una donna. L’aereo per Mogadiscio sarebbe partito dopo tre ore, ma si stava già preparando per la grande festa. – Sei contenta per me? – mi chiese. – Ti appoggerò qualunque sarà la tua decisione domani, – risposi. – Ma sappi che gudniin non porta benefici.

– Mamma dice che gudniin non è solo dolore, dolore, dolore. È anche una festa, un giorno speciale per noi donne del Corno e la nostra famiglia. Il giorno in cui il nostro dolore ci avvicina a nostra madre, a nostra sorella e a ogni donna della nostra comunità. È unione fra le donne, no? Sono contenta di farlo insieme alle mie amiche d’infanzia. –

In un certo senso era vero, perché si tratta dell’unico mondo che conosce nostra madre, ma conoscere un unico mondo è prigione. A volte fa paura discostarsi da ciò che hanno fatto le nostre madri, ma non bisogna temere perché è con il coraggio che si va avanti…

Le risposi con un filo di voce che non bisogna cercare l’unione nel dolore dei tagli, poiché il dolore non è l’unica emozione esistente, che alcune di noi sono nate per rinascere partorendo sé stesse e vivere più vite. Vivere i sogni delle nostre madri e delle loro madri e imparare da loro. Vivere i sogni delle nostre figlie e delle loro figlie e insegnare loro. Alcune di noi sono nate per svuotare il cimitero dai nostri pezzi mancanti e piantarci dei fiori.

– Non è facile, – mi rispose e aggiunse, – ma lo faresti con me?

– Certo, lo faremo insieme. Tu pensa ad amare te stessa come un fiume in piena.

Si sdraiò sul letto come per dirmi che ci avrebbe dormito su. Mi avvicinai a lei, le baciai la fronte e le sussurrai: «Insieme possiamo trasformare lame in libri. Insieme possiamo trasformare libri in sogni».

(Una pagina dal racconto di  Chiamaka Sandra Damu)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: