Politica

Questa strada non s’ha da fare, anzi sì!

L'Amministrazione Comunale a guida Zuccarini e la Variante Sud. A cura di Vincenzo Falasca

#politica
Di Vincenzo Falasca
In foto: Il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini


“Non siamo dei ciarlatani”.

Poco prima: “Non sono un carbonaro”. Poco dopo “Non sono una banderuola”.

Basterebbe questa infilata di giustificazioni per inchiodare l’Amministrazione Comunale alla propria insipienza. Eppure non riesco a gioire della pessima figura fatta dal Sindaco della nostra città.

Ero tra i molti cittadini e cittadine presenti allo scorso Consiglio Comunale sulla Variante Sud: “Ha cambiato idea per i soldi”, “Ci ha preso per il culo”, “Tanto so’ tutti uguali”. Questi alcuni dei commenti a margine.

Una grande soddisfazione, se ci si ferma alla nemesi per chi ha fatto della contestazione e di una millantata rivoluzione l’unica cifra del proprio successo elettorale; un grande turbamento per chi crede che la politica sia qualcosa di nobile a servizio dei cittadini.

Più dei contenuti tecnici è questa la cifra che emerge dal Consiglio Comunale aperto dello scorso 9 novembre, richiesto da un lato per raccogliere informazioni, dall’altro, direi soprattutto, per mettere alle corde Sindaco e Giunta, ricordando loro gli impegni presi durante tutti questi anni, compresa l’ultima campagna elettorale, contro la realizzazione della bretella di collegamento tra le due aree industriali cittadine, Paciana e S.Eraclio, attraverso la zona sud folignate (vedi in proposito anche il numero di ottobre di Sedicigiugno, n.33, p.29:.Quanto è varia la Variante !,  ndr).

“Lei Signor Sindaco, se è lì lo deve a noi che l’abbiamo votata anche perché era contro quella strada. Se eravamo a favore, avremmo votato quegli altri che l’avevano proposta”.

Difficile contestare la sincerità di questa affermazione, fatta da chi, per anni ha trovato al proprio fianco il centrodestra cittadino nell’avversione alla strada, gli stessi che, fomentando con dichiarazioni incendiarie, accusavano le Amministrazioni precedenti di reticenza ed interessi personali nel gestire la vicenda.

Quel centrodestra che oggi si difende, piccato, arrogante e persino minaccioso, dichiarando che non ci stanno ad essere chiamati “banderuola e carbonari”, perché hanno fatto tutto alla luce del sole e quasi quasi è la strada ad aver cambiato idea su se stessa e non loro.

Smemorati, male informati o ignoranti? Sicuramente furbi (in folignate diremmo diversamente), perché fanno finta di scordare che la questione Variante Sud è ri-uscita fuori, dopo anni di silenzio, per una estemporanea dichiarazione dell’Assessore regionale Melasecche. Dimenticano che i cittadini e le cittadine si sono trovati all’improvviso sui propri terreni i tecnici incaricati di fare i saggi per l’elaborazione del progetto senza preavviso ed autorizzazione. Dimenticano che una impresa internazionale come la Knoll ha scoperto casualmente che una delle “migliorie” al tracciato prevede l’occupazione di parte della loro area, per di più in un momento in cui stanno pianificando una riorganizzazione di spazi e logistica.

Rivendicano la bontà del Consiglio comunale aperto, ma sorvolano sul fatto che siano state le minoranze, sostenute dal Comitato cittadino, a richiederlo con forza. Per lo meno il Sindaco ha l’onestà di dire che lui non lo avrebbe convocato, in attesa di avere un progetto esecutivo (e quindi sostanzialmente immodificabile, farei notare) da partecipare con i proprietari dei lotti interessati (ma non è un’opera di interesse strategico per l’intera comunità?).

Il Consiglio Comunale

E poi aggiungono che hanno cambiato idea perché il progetto è profondamente cambiato da quando loro lo contestavano. “Non mi voglio prendere meriti non miei (artificio retorico) ma oggi il progetto è profondamente diverso da quello depositato al CIPE (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica che valuta e finanzia gli interventi strategici nazionali) dove ancora troviamo la strada su rilevati di 6-7 metri e poche intersezioni con la viabilità urbana”.

E giù a spiegare che oggi si ragiona su un tracciato sostanzialmente a quota campagna, con oltre 10 rotatorie di accesso e smistamento, il nuovo ponte sul Topino con impalcato poggiato su pilastri e non più su terreno continuo, così da consentire il transito del traffico sottostante. E poi niente più sottopasso o sovrappasso su “La Tronca”. Tutto nuovo, insomma.

Se non fosse che si tratta esattamente di tutte le richieste scaturite dalla partecipazione con la cittadinanza ed il Comitato fatta dalla Amministrazione comunale già nel 2006 e nel periodo a seguire, fino a quando il progetto non venne accantonato per dirottare tutte le risorse sul tracciato principale della Statale 77.

Se non fosse che ancora si parla di proposte alla Quadrilatero Spa (che si occupa della progettazione) e che non è detto vengano tutte accolte.

Se non fosse che, ovviamente, al CIPE ancora oggi c’è (e ci sarà sostanzialmente fino alla consegna del progetto esecutivo) il progetto preliminare con il rilevato che fece gridare all’ecomostro.

Ma su tutto questo Sindaco, Giunta e Dirigente sorvolano. Come sorvolano sul fatto che alcune di queste caratteristiche sono incompatibili con la classificazione di questa strada in categoria C1 (strada extraurbana secondaria a traffico sostenuto), ma, come ha detto, sornione, il Sindaco in Consiglio: “Non ci facciamo sentire da ANAS altrimenti la strada non la finanziano”.

Insomma, il progetto è sostanzialmente simile a quello nella versione proposta oltre 10 anni fa e il finanziamento non può essere perso, a tutti i costi (compresi, eventualmente, quello ambientale e funzionale). Ciò contro cui in tanti, a questo punto troppi, si battevano. Passa così in secondo piano la possibilità di realizzare una viabilità indubitabilmente necessaria per la nostra Città, ma costruita a misura di comunità e territorio, ipotesi praticabile e gestibile in collaborazione e partecipazione.

Come passa in secondo piano l’affidabilità di una classe dirigente diffusa, schiacciata da chi promette, sbandiera e protesta per poi tradire le aspettative: un danno irreparabile che investe purtroppo tutto o tutti, con sempre più evidente al voto ed alla partecipazione alla vita democratica. Partecipazione alla vita democratica che, nonostante questo, alcune e alcuni continuano ostinatamente a chiedere e difendere, nella giusta convinzione che i percorsi siano altrettanto importanti delle conclusioni e che le conclusioni costruite insieme siano sempre migliori di quelle gestite da pochi.

Su questo sì c’è ancora tanta strada da fare.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: