Politica

Qualcosa sta cambiando

In campagna elettorale (settembre 2022)

Intervista con E. Piccolotti*

Buongiorno, e complimenti. Ci siamo lasciati a settembre (Sedicigiugno n.32, Foligno in Parlamento ? Non è  detto, ma stavolta si può fare) con la vaga speranza di una tua possibile elezione alla Camera dei deputati. Poi la speranza si è concretizzata, ma nel quadro di una elezione che ha consegnato alla destra una maggioranza praticamente blindata. Quali spazi restano per l’opposizione, e con quali obiettivi ?

Entrare in Parlamento, e farlo con un buon numero di rappresentanti, è stato per l’Alleanza Verdi e Sinistra sicuramente un buon risultato che serve a portare avanti le nostre istanze e le nostre lotte. Il risultato complessivo delle elezioni di settembre è però drammatico. La maggioranza, seppur divisa al suo interno, è ampia e ha dato vita al peggior governo della storia repubblicana, il più spostato a destra e tendente alla destra estrema, qualcosa di impensabile fino a pochi anni fa. Hanno dimostrato di voler prendere tutto, a partire dalle più alte cariche dello Stato, imponendo – solo per fare un esempio- nomi impresentabili alle presidenze delle Camere. Adesso l’obiettivo sono le riforme, prima fra tutte quella dell’autonomia differenziata che tende a disgregare l’idea stessa di Paese: sanità per regioni ricche e sanità per regioni povere, scuole per ricchi e scuole per poveri e così via. Un’idea classista di Paese  che rischia di elevare alla massima potenza le differenze tra regioni. Nel mirino c’è poi la Costituzione e una riforma in senso presidenzialista. I diritti umani sono quotidianamente calpestati e vediamo tutti le conseguenze di politiche persecutorie nei confronti di chi fa salvataggi in mare. Il compito dell’opposizione è quello di esserci e farsi sentire, dentro e fuori dalle aule. Ovunque cercheranno di imporre un privilegio ci troveranno determinati nelle azioni di contrasto politico. Non possiamo permetterci, come Paese, un balzo indietro di decenni.

La rottura tra le forze che avevano sostenuto il secondo governo Conte, e in particolare tra Pd e M5S, ha praticamente consegnato alla destra la vittoria elettorale e la vicenda delle successive Regionali, Lazio e Lombardia, non mostra segni di ravvedimento. C’è almeno in Parlamento qualcosa che somigli ad una opposizione condivisa ?

Gli errori del passato sono stati gravi e come Alleanza Verdi e Sinistra li abbiamo sempre denunciati perché hanno consegnato il paese ad una destra che non ha la maggioranza assoluta dei consensi. Prima alle politiche e poi alle regionali chiedemmo unità, inascoltati. Oggi per fortuna qualcosa sta cambiando: Conte ha archiviato una visione che li poteva vedere alleati indistintamente con la destra o con la sinistra a fasi alterne, e poi c’è stata la positiva novità dell’elezione di Elly Schlein alla guida del Pd. Qualche anno a fa lo spazio a sinistra assomigliava ad un deserto da attraversare da soli, come noi di Sinistra Italiana abbiamo coraggiosamente fatto, oggi invece è uno spazio affollato e abitato da soggettività diverse e plurali. Segno che anche gli elettori hanno maturato bisogni e istanze più radicali a cui tutti i partiti del campo progressista stanno a loro modo cercando di rispondere. Ora serve che queste proposte di sinistra ed ecologiste, dal salario minimo alla lotta ai cambiamenti climatici fino alla difesa di scuola e sanità pubbliche, diventino convergenze di fatto nello sviluppo dell’opposizione e la base per la costruzione di una alleanza forte e larga. Sono ottimista, sento un clima nuovo e credo che potremo raggiungere questo obiettivo.

L’Alleanza Verdi/Sinistra non ha avuto un risultato particolarmente brillante ma ha portato in Parlamento un discreto gruppo di rappresentanti, specie alla Camera. Prosegue un lavoro comune? con quali obiettivi? quali primi risultati?  E quanto a te: di che cosa ti stai occupando?

L’Alleanza Verdi e Sinistra è la più significativa novità degli ultimi anni nel fronte progressista. Non si tratta di un’alleanza elettorale ma di un progetto di lungo periodo il cui percorso è appena cominciato. Certo, ci sono differenze ma con il lavoro e la condivisione stiamo costruendo una strada comune. I risultati si vedono anche in Parlamento, con l’ottimo lavoro che mi sento di dire che abbiamo fatto: ad esempio durante i lavori sulla manovra finanziaria, portando avanti le nostre istanze e ottenendo risultati, non fosse altro smascherando le operazioni del Governo asservite alle lobby (ad esempio per quanto riguarda i favori agli evasori, con tredici condoni e regali alle società di calcio di Serie A). Per quanto mi riguarda mi sto occupando di cultura, di giovani, di scuola e di questioni di genere. È di poche settimane fa la nostra proposta di legge per la scuola che vogliamo: una scuola più giusta, gratuita, con tempo pieno per tutte e tutti, niente più classi pollaio e più risorse per le aree più difficili come periferie e zone con povertà educativa diffusa. Su questo genere di proposte cerchiamo e cercheremo il contributo di tutte le opposizioni.

Sui banchi di Montecitorio

Veniamo alle vicende locali. Nell’intervista di settembre si diceva che una tua eventuale elezione avrebbe contribuito a ridurre il deficit di rappresentanza del nostro territorio: non c’è, a parte te, nessun parlamentare di Foligno, né di destra né di “campo largo”, e nessun eletto nel Consiglio regionale. Come si concretizza il tuo rapporto con il comprensorio di Foligno e con l’Umbria?

Foligno e l’Umbria sono in grave difficoltà. I nostri territori continuano da anni ad impoverirsi progressivamente. La dico più esplicitamente: siamo diventati una regione povera e dobbiamo averne consapevolezza politica. L’ultimo dato in tal senso è di questi giorni: secondo un’indagine europea condotta da Altroconsumo l’Umbria è finita, insieme a Puglia, Campania e Abruzzo, nel gruppo delle regioni dove le famiglie fanno in assoluto più fatica a far fronte alle spese quotidiane per il cibo, la salute, l’istruzione. Per questo non credo sia sufficiente da parte mia una mera opera di rappresentanza, con la presentazione di interrogazioni e emendamenti sui singoli problemi come sto facendo su sanità, trasporto pubblico locale, viabilità ciclabile. Voglio contribuire ad un processo politico più ampio per una rinascita dell’Umbria.

Nel 2024 si tornerà a votare, in Umbria, sia per le Europee che per le Regionali e per i principali Comuni (Perugia, Foligno, ecc. mentre a Terni e in altre città tra cui Trevi già si vota tra poche settimane). Sono situazioni che, visti i risultati delle ultime politiche, appaiono più aperte di quanto si potrebbe immaginare: la coalizione di destra ha preso in Umbria nel 2022 199mila voti, 46mila in meno di quanti ne avesse presi nella grande avanzata del 2019. In pratica, nonostante  la vittoria e nonostante Giorgia Meloni, ha perso un voto ogni cinque: segno che il giudizio sulle amministrazioni locali e su quella regionale è piuttosto severo. Come pensi si possa dare rappresentanza a questa diffusa insoddisfazione ?

Serve una svolta, nuove classi dirigenti con idee innovative e coraggiose. Intanto stiamo ricostruendo in tutte le città i circoli di Sinistra Italiana e presentando le liste di Alleanza Verdi e Sinistra. Ma non basta: dobbiamo essere il lievito di una alleanza larga in grado di vincere amministrative e regionali. La destra si può battere. Hanno governato malissimo e i cittadini umbri lo sanno. Li votarono perché insoddisfatti del vecchio centro-sinistra – e come dargli torto? – ma oggi hanno capito che dalla destra non è venuto nessun cambiamento, solo una meticolosa demolizione degli ultimi scampoli di benessere e servizi. A questo punto serve una nuova proposta a sinistra. Non il vecchio centro-sinistra che fu bocciato e archiviato per sempre. L’obiettivo è salvare l’Umbria dal declino, si tratta di una priorità che impone di costruire una mobilitazione ampia delle migliori intelligenze della regione. È ben diverso dal dire agli umbri ‘votateci e torneranno quelli che c’erano prima per riprendere il cammino da dove lo avevamo lasciato’. Se tutti, dal Pd al M5S ad Azione, abbiamo chiara questa differenza allora la vittoria contro la destra diventa non solo possibile, ma molto probabile.

Infine: nel 2019 nelle tre principali città umbre Sinistra Italiana aveva dato vita, insieme ad altre forze, a liste civiche di sinistra e ambientaliste. Pensate di dare continuità a quelle esperienze oppure proporrete anche alle amministrative l’Alleanza Verdi/Sinistra con il proprio simbolo ?

Intanto stiamo ricostruendo in tutte le città i circoli di Sinistra Italiana e presentando in quelle che vanno al voto in primavera le liste di Alleanza Verdi e Sinistra. Ma non basta: come ho già detto vogliamo essere promotori di una mobilitazione di intelligenze e persone. Per questo stiamo promuovendo decine di dibattiti affinché una impostazione nuova cominci a diventare un patrimonio comune.In questa direzione credo che tanti nostri alleati siano sicuramente da cercare nelle fila delle liste civiche che in questi anni hanno dovuto fare supplenza alle mancanze dei partiti: lì c’è un mondo vitale con cui stringere un patto di collaborazione e crescita comune. Troveremo le forme, l’importante per noi è la sostanza.

Grazie, e buon lavoro.

Grazie a voi.

* Elisabetta Piccolotti è deputata per l’ Alleanza Verdi e Sinistra

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