Politica

Il Pd dopo il congresso

A cura di Fabio Massimo Mattoni

Nel  numero di febbraio avevamo interpellato tre dirigenti umbri del Partito Democratico, sostenitori rispettivamente di  Stefano Bonaccini  (Joseph Flagiello), Elly Schlein (Sarah Bistocchi) e Gianni Cuperlo (Rita Zampolini). Siamo tornati, dopo l’elezione di Elly Schlein e della nuova Assemblea nazionale del PD, a chiedere un loro commento.

“Anche stavolta non ci hanno visto arrivare”

Il congresso del PD / Commenti / 1
di Sarah Bistocchi*

Sarah Bistocchi

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico. Contro ogni pronostico, contro ogni calcolo delle probabilità. A dimostrazione che, nella vita come in politica, non vanno fatte le scelte apparentemente più facili, ma quelle più giuste. Che a volte, sorprendentemente, si rivelano anche vincenti. Come in questo caso.
Ma per cominciare, un grande ringraziamento ai tanti militanti e volontari del Partito Democratico che in Umbria hanno permesso una straordinaria pagina di partecipazione a queste Primarie appena concluse. Un’occasione, quella delle Primarie, per il popolo del centro sinistra di poter esprimere una preferenza, una direzione; ma anche una lezione per il Partito democratico: il suo elettorato va ascoltato, soprattutto quando chiede, a gran voce, discontinuità, rinnovamento e cambiamento, nei volti, nei metodi e nella visione.
E il favore accordato ad Elly Schlein alle Primarie, ben al di sopra di quanto già emerso nella fase delle convenzioni dei circoli, ci dice quanto il popolo del centro sinistra si sia dimostrato più avanti, più coraggioso e più lungimirante della sua classe dirigente. Finalmente oggi un partito in Italia ha una leader femminile e femminista, e quel partito, è il Partito Democratico. I due termini non coincidono: Giorgia Meloni è una leader femminile, ma non è femminista; Donatella Tesei è una leader femminile, ma non è femminista. Insomma non basta essere una donna per fare gli interessi, i bisogni, i desideri delle donne, e da oggi, noi ci batteremo per loro e con loro, e non solo in occasione dell’8 marzo: viviamo in una società patriarcale in cui le donne subiscono discriminazioni strutturali in ogni sfera e in ogni fascia della loro vita, e occorre un Partito Democratico che sia all’altezza delle sfide, che sia in sella, né imbrigliato tra correnti e gruppi di potere, né accomodato tra salotti e caminetti, né affetto da governismo e correntismo.
Oggi noi ci prendiamo un impegno, perché non c’è solo una questione femminile da affrontare, c’è anche una questione generazionale, una questione climatica, una questione occupazionale, una questione sociale, una questione umanitaria, e sopra tutto, una questione culturale. Ci prendiamo un impegno, nei confronti non di tutto il Partito democratico, non di tutto il centro sinistra, ma nei confronti di tutto il Paese, con cui noi, negli ultimi mesi e forse negli ultimi anni, abbiamo smesso di dialogare.
Come nel Paese, così anche in Umbria si legge la volontà degli elettori del Partito Democratico e del centro sinistra di cambiare una classe dirigente del passato che viene ancora identificata con sconfitte epocali, una richiesta già arrivata in altri appuntamenti e rimasta inascoltata.
Anche nella nostra regione abbiamo interpretato questo sentimento di cambiamento e discontinuità, non solo nei temi cardine, dalle disuguaglianze al clima, dal precariato ai diritti, ma anche nei volti e nei profili, a partire dalla composizione della lista in Assemblea nazionale, dove abbiamo tenuto conto della questione di genere e di quella generazionale, così come della rappresentatività dei territori e del riconoscimento dell’impegno profuso in questi mesi.
A tal proposito, ancora un grazie a quel gruppo di ragazze e ragazzi che ci hanno creduto fin dall’inizio; a chi si è dato da fare dietro le quinte, a chi ha lavorato da solo in territori avversi, a chi ha dato senza mai chiedere.
Ora, tutti insieme, apriamo una nuova stagione per il Partito Democratico, che, senza rinunciare al suo pluralismo interno, deve però affermare un’identità chiara, comprensibile e coerente. Da questo punto di vista, salutiamo con un grande applauso il nome di Stefano Bonaccini come nuovo presidente dell’Assemblea nazionale del partito, e facciamo nostre le sue parole: questo è il tempo di unire, non ci possono essere altre magliette che indossiamo che non siano quelle del Pd.
Oggi noi ci prendiamo un impegno, tutte e tutti insieme, perché questa è una sfida che non vince né chi si candida, né chi esce vincitore dalle Primarie, la vince una comunità: è il nostro tempo, è una piccola, grande rivoluzione, è ora che il Partito democratico torni a convincere e a vincere.

* Capogruppo Pd Comune di Perugia

Una sconfitta eccitante

Il congresso del PD / Commenti / 2
di Joseph Flagiello*

Joseph Flagiello

Pochi giorni sono trascorsi dalle primarie del Partito Democratico, ma molto è il tempo che commentatori, politici, haters e lovers hanno dedicato all’esito restituito dalla giornata del 26 febbraio 2023. Quello che si ricorderà sicuramente è che la politica, “quella dei partiti”, ha mobilitato oltre un milione di cittadine e cittadini e che, per la prima volta si è certificata, ed in modo inequivocabile, la distanza tra quello che accade dentro le stanze dei partiti e fuori.
Provo a dare due motivazioni, tra le altre: nel naturale processo di rinnovamento del gruppo dirigente nazionale la maggioranza di noi ha visto in Stefano Bonaccini il Segretario più “strutturato”, per essere più “resistenti”, con l’esperienza e l’autorevolezza che lo descrivono; la seconda, eravamo pronti ad affrontare l’ennesima scelta tra fronti contrapposti e posizionamenti di peso, anch’essi comunque protagonisti fino ai congressi, senza capire però che la sfida andava oltre la nostra sopravvivenza o l’agibilità che ciascuno di noi avrebbe trovato il giorno successivo all’esito delle primarie.
Era in gioco, e ora è aperta la sfida, la possibilità nel nostro Paese di aver un grande partito della sinistra, che parteggi per i più deboli, in grado di rappresentare un punto di riferimento certo e saldo, incardinato su valori autentici e non timoroso di affrontare sfide complesse. Un Partito nuovo.
Un po’ perché ne sono convinto, un po’ perché ritengo sia la scommessa che avvertiamo, penso che le cose siano andate così. Per me, che ho sostenuto Stefano Bonaccini a segretario del PD, credo sia la scommessa per la quale valga la pena perdere un congresso. Una sconfitta eccitante.
Lo dice bene nel corso della prima Assemblea Nazionale del PD la Segretaria, quando afferma con forza e senza il timore di non trovare assenso tra i suoi elettori, che è ora di dire “Basta a cacicchi e capibastone”, come autentico proposito di affermazione di una nuova Segretaria, che sembra già pronta, ma ancor di più, come necessità, quantomai condivisa, di rassicurare tutti coloro che, in altri termini, di fatto rimproverano l’immobilismo e l’incertezza al PD di questi anni.
Questo è il momento di aprirsi, di spalancare le porte dei nostri circoli, affinché la reale capacità di Elly Schlein di accendere un faro di attenzioni e di speranze nei confronti del PD, si traduca in un tangibile cambiamento fatto di nuovi iscritti e di un nuovo dinamismo, a partire dalle parole chiave della rinnovata agenda politica: Disuguaglianze, Clima e Lavoro.
Per costruire un orizzonte lungo servono donne e uomini, non bastano le 10.000 nuove iscrizioni dell’ultima settimana ed è necessario comporre alleanze salde e durature, con le comunità e con i movimenti e partiti che sono pronti a condividere riformismo e radicalità.
Occorre da subito agire su terreni comuni per un’opposizione chiara e puntuale sull’agenda politica corrente, a cominciare dal condannare, dall’indignarsi e dal mobilitare le forze del Socialismo europeo per una nuova stagione umana dei flussi migratori o per bloccare il progetto di autonomia
differenziata del ministro Calderoli che vuole dividere un Paese che deve essere unito e che avrebbe effetti devastanti anche per la nostra Umbria.
Chiudo con le parole della Segretaria del Partito Democratico: “Chi aveva scommesso sulla fine del Pd ha perso. Siamo ancora qui, più forti e uniti, e stiamo arrivando. Sarà questa per noi un nuova primavera”. Stefano Bonaccini Presidente e Elly Schlein Segretaria del Partito Democratico sono solo l’inizio di una sfida complessa ma avvincente.

* Segreteria regionale del Pd

Una stagione nuova, una grande opportunità

Il congresso del PD / Commenti / 3
di Rita Zampolini*

Rita Zampolini

“Coi risultati delle Primarie, sia in Umbria che a livello nazionale, e l’elezione a segretaria di Elly Schlein, si apre una stagione nuova per il Pd, per la sinistra e anche per l’Italia. Si fa concreta la possibilità di realizzare quel cambiamento radicale ineludibile e quel rilancio del progetto della sinistra per il paese e per l’Europa, e di un centrosinistra alternativo alle destre, per un Pd radicato, che favorisca la piena partecipazione e pienamente impegnato sul piano politico oltreché istituzionale. Come Radicalità per Ricostruire Umbria e Promessa democratica con Gianni Cuperlo ci siamo, e ci saremo, a livello locale e nazionale.”  Questa dichiarazione, rilasciata all’indomani del 26 febbraio, rimane valida per noi anche dopo l’Assemblea Nazionale di domenica 12 marzo che ha proclamato Elly Schlein segretaria. 
Un risultato straordinario quello delle Primarie, per vari aspetti.
Innanzitutto per la partecipazione soprattutto se raffrontata, in termini di sfiducia verso la politica, al dato molto preoccupante sull’astensionismo alle recenti consultazioni regionali. In Umbria ha partecipato un numero di persone poco più di 5 volte quello degli iscritti ai congressi di circolo: rispettivamente 17.130 e 3.277 votanti. A Foligno 692 a fronte di 144.
E poi per l’esito: è stato ribaltato quello dei congressi di circolo. Il distacco finale non è stato enorme a livello umbro dove hanno avuto il 51,6% Schlein e il 48,4% Bonaccini. Più netta la distanza a Foligno: 60,7% Schlein e 39,7% Bonaccini.
Le premesse di una tenuta del PD ci sono. Molto dipenderà da ciò che Schlein farà per coltivare quel pluralismo  richiesto da  Cuperlo, fin dal congresso. 
Un altro aspetto valevole sul piano regionale e locale è che la grande partecipazione alle Primarie ha determinato una sorta di ricongiungimento tra “un popolo” della sinistra e del centrosinistra che si era sentito abbandonato, si era allontanato, e il Partito democratico. Quel “popolo” ha colto così l’occasione per pronunciarsi nel merito delle sorti del PD e del suo orientamento.
Si è quindi aperto uno spazio politico da occupare in modo costruttivo, di vera unitarietà intesa come sintesi più elevata e coerente con i valori della sinistra a partire dalla giustizia sociale, dalla libertà solidale, dalla salvaguardia del pianeta, dell’umano e del non umano. Uno spazio per il cambiamento che con “Promessa Democratica” abbiamo declinato, definendo una cornice di analisi del presente, delle prospettive, insieme a proposte concrete e coerenti, per riformare in profondità il PD e la sua linea politica.
C’è la grande opportunità di innovare, di ripristinare la centralità della dimensione politica oltreché istituzionale. L’auspicio è che la scossa arrivata renda davvero possibile quel mutamento che già nel novembre 2019 prospettammo con la tre giorni di Bologna “Tutta un’altra storia”, a cui lavorò proprio Cuperlo.
Il PD non può farsi scappare ancora l’occasione. Noi ci saremo anche per impedirlo.

*Referente regionale di “Promessa Democratica, con Gianni Cuperlo Segretario

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