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La via di S.Benedetto: da Campi di Norcia a S.Eutizio

un diverso rapporto uomo-ambiente e tra natura e cultura

Di Corrado Morici

Gli itinerari benedettini                                     

S. Salvatore dopo il sisma

                                                                                                                         
Un Cammino di 300 km attraverso il cuore dell’Italia che, muovendo dall’Umbria, percorre tutto il Lazio e giunge vicino al confine con la Campania. Un itinerario di 16 tappe sulle tracce di San Benedetto da Norcia, che unisce i tre più importanti luoghi benedettini: Norcia, suo luogo natale; Subiaco, dove visse più di trent’anni e fondò numerosi monasteri; e Montecassino, dove trascorse l’ultima parte della vita e scrisse la Regola. I percorsi si snodano per zone prevalentemente montuose, caratteristiche dell’Italia centrale. Norcia, da cui il Cammino prende avvio, è un’incantevole cittadina ai piedi dei monti Sibillini, amata dagli appassionati di trekking e dai naturalisti. Superando alture poco elevate, si toccano piccoli paesi immersi in una natura perfetta: Cascia, dove visse Santa Rita, la “Santa degli impossibili”; e Roccaporena, dove nacque; Monteleone di Spoleto è un affascinante borgo medievale che si erge al limitare della piana di Leonessa; Leonessa, ai piedi dei monti Reatini, è una fusione di elementi medievali e rinascimentali. Proseguendo si attraversano le estese faggete dei Monti Reatini, a Poggio Bustone, luogo che custodisce anche importanti memorie francescane, per proseguire poi sulla Valle Santa, la piana del fiume Velino. Da Rieti, città papale, proseguendo per Rocca Sinibalda e Castel di Tora si incontra il tranquillo e pittoresco lago del Turano. Si toccano deliziosi ed accoglienti piccoli centri dei monti Lucretili come Pozzaglia, Orvinio e Mandela; scesi poi nella valle dell’Aniene, per stradine secondarie dopo aver toccato la graziosa Gerano, si raggiunge Subiaco.

La valle castoriana

La basilica di s. Eutizio a Piedivalle


Alle pendici di Monte Patino (Norcia), si trova la Valle Castoriana caratterizzata da un antico sistema di insediamenti, menzionati fin dal IX secolo, il quale si articola intorno all’Abbazia di Sant’Eutizio, frutto della colonizzazione benedettina dei luoghi. Questo sistema comprendeva le ville di Collescille, Valle, Acquaro, e Piedivalle che organizzate come una vera e propria comunità (Guaita di S. Eutizio), rappresentavano all’epoca un importante polo economico, culturale e religioso. Piedivalle, il primo insediamento che si incontra percorrendo la valle, rappresentava un vero e proprio avamposto commerciale attraverso il quale transitavano diversi traffici commerciali di lana, sale e zafferano, provenienti dall’Aquilano (ma anche dalle Puglie) diretti verso il nord,

Descrizione del percorso: Norcia-Preci 

Campi, la chiesa di s. Salvatore prima del sisma


Lasciamo la macchina al parcheggio proprio difronte alla chiesa di S. Salvatore di Campi a 6 Km. da Norcia.  Ci troviamo a circa metà strada del sentiero benedettino, 14 Km., che collega Norcia a Preci. Imbocchiamo, sulla sx della chiesa, un’ampia carrareccia ben segnalata e con ampie viste sui mosaici verdi, costituiti da campi coltivati e piccoli boschi, fino a raggiungere un incrocio dove, ben indicato, procediamo sulla dx per raggiungere poco dopo l’eremo della Madonna della Croce.
Qui, ecco un incontro inaspettato: mentre osservo l’eremo alle mie spalle si materializza “Suor Angelica” (persona reale ma nome immaginario), una religiosa accogliente, serena, di minute dimensioni ma con un’enorme cuore e una vasta cultura non solo religiosa. Mi racconta, avvolta nel suo ampio scialle marrone, dell’originalità dell’eremo come primo luogo dove si stabilirono i monaci siriaci in fuga dall’Oriente, a seguito delle persecuzioni, che trovarono rifugio in questi luoghi ricchi di boschi, acque e grotte.  Proprio da qui poi si irraggiarono in tutta la valle edificando altri eremi e monasteri che seguivano la regola benedettina. Suor Angelica vive in totale solitudine nel silenzio del bosco in un ambiente mistico e pieno di spiritualità anche se in condizioni ambientali difficili. Da poco infatti gode del calore di una stufa che ha attenuato il rigido inverno trascorso: gli 8 gradi raggiunti all’interno delle mura sono stati “una grazia di Dio”. Ci lasciamo dopo che mi ha illustrato gli interessanti ed originali affreschi delle pareti della chiesa, annessa all’eremo, e che gli ultimi eventi sismici hanno lasciato come trovati.       

L’interno dell’eremo della Croce, a Campi


Ritorniamo sul sentiero principale che, dopo una ripida ma breve ascesa la carrareccia, diventa tratturo e si inoltra in un bosco misto dove predominano arbusti di ginestre e piante di querce di diverse specie. Lungo il percorso, ben segnalato e tabellato con pannelli informativi, attraversiamo il “ponte romano” che romano non è in quanto risalente al 1700, rimasto indenne dopo i terremoti del 2016. Il sentiero poi procede in direzione dell’abitato di Acquaro, distrutto dal sisma e poco dopo, superate le macerie del borgo, raggiungiamo S.Eutizio possente abbazia e sede della prestigiosa scuola chirurgica preciana. Scuola che ebbe il suo apice in Val Castoriana alla fine del Medioevo e nel XVI secolo, sviluppandosi attorno a questo centro culturale e religioso.  La caratteristica distintiva della scuola fu quella di essere una scuola empirica, ovvero non sviluppatasi nell’ambito di un’università ma a partire da osservazioni di tipo pratico. Si consolidò in ambito prima contadino e familiare, con esperienze tramandatesi di padre in figlio fino a costituire nel tempo vere e proprie dinastie di chirurghi. Le famiglie di chirurghi preciani raggiunsero l’apice della propria fama nel Cinquecento. In questa epoca infatti vengono citati in cronache e notizie riferite a famiglie di regnanti, non solo italiane ma anche europee. Furono noti per la particolare conoscenza chirurgica di patologie dell’occhio (la cataratta) e di quelle urologiche, come il “mal della pietra” curata mediante litotomia, o estrazione chirurgica dei calcoli. L’edificio, con l’annesso museo chirurgico, anch’esso fortemente compromesso dalle scosse del sisma non è al momento visitabile in quanto interessato dal cantiere per la ricostruzione.                                                                                                                                                                                     

La mappa del percorso

Tempo: 4 ore a/r, escluse le soste, a passo lento e corto. – Lunghezza 6 Km.                                                                  

Passeggiata adatta a tutti, facile e sicura.  Il rientro può avvenire per lo stesso percorso o, più tranquillamente, seguendo la provinciale Preci-Norcia immersa nel verde della valle Campiana. L’itinerario, come molti altri descritti negli articoli precedenti, è indicato anche per attività di didattica della sostenibilità che privilegia come aula quella offerta dalla natura. Questo contesto didattico, permette un rapporto più diretto tra docenti, studenti ed ambiente. Le attività sul campo costituiscono una vera e propria Bottega della fantasia dove poter esprimere le proprie attitudini sia scritte che per immagini; una Banca della conoscenza per diversi ambiti disciplinari sia naturalistici, storico-artistici e antropici ed infine una vera e propria Fabbrica di cultura: una cultura che apprezza anzi valorizza le differenze sociali, ambientali e promuove l’unicità della cultura superando l’artificiosa divisione tra quella scientifica ed umanistica. Il valore aggiunto di esperienze di questo tipo è rappresentato dalla stretta connessione tra gli aspetti cognitivi ed emotivi, una interdipendenza ormai dimostrata anche dalle neuroscienze. 

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