A scuola di...

La scuola  4.0:  il PNRR tra prospettive e sfide

L’ Istituto Tecnico Tecnologico “Da Vinci” si Foligno si Racconta

Di Simona Lazzari*

La scuola sta vivendo una fase storica di grosso cambiamento ed è destinataria di ingenti somme del PNRR per implementare strategie efficaci sul piano metodologico e didattico in chiave fortemente innovativa e tecnologica in modo da  favorire profili di uscita competitivi al termine del percorso formativo con competenze rispondenti all’ attuale richiesta del mercato del lavoro. Stiamo assistendo con il Piano Scuola 4.0  ad una mole di  investimenti sulle apparecchiature digitali e sul rinnovo degli ambienti di apprendimento mai visto prima che produrrà, si auspica, un’ accelerazione nel cambiamento e nella spinta propulsiva verso una formazione dei nostri giovani spendibile e futuribile.
Accanto ai numerosi assi di finanziamento su classi innovative,  laboratori digitali, ecc. ecc.  ci sono anche numerosi progetti sul contrasto alla dispersione scolastica e sulla prevenzione dello svantaggio e del disagio, fenomeni questi preoccupanti i cui numeri in Italia sono estremante elevati rispetto ad altri paesi d’ Europa. Questi assi di finanziamento prevedono  ampie  possibilità di realizzare varie  attività di mentoring. tutoring,  supporto personalizzato su competenze di base con  percorsi specifici per gli studenti a rischio, inoltre un importante spazio è dedicato al  rafforzamento delle azioni di “orientamento”per tutti  relativo  alla scoperta dei propri talenti e quindi alle scelte di studio e di lavoro futuro.


Insomma,  sicuramente tale fase, seppure confusa e piena di incertezze, è una possibilità imperdibile che ha ciascuna scuola  di operare un cambiamento elaborando in autonomia un progetto specifico per il contesto in cui opera. Il PNRR è un’ ottima opportunità  nonostante l’ ingente dispendio di energie e il sovraccarico amministrativo e organizzativo che la gestione di tali fondi richiederà, sovraccarico che andrà inevitabilmente  ad appesantire la  complessa vita della scuola, già ai limiti della sostenibilità, e forse a togliere energie ad altre questioni importanti. Ma questo fa parte del gioco. Purtroppo quantità sovrapposte, tempi stretti di realizzazione e tante incombenze burocratiche rischiano di vanificare in parte i frutti di questo ingente lavoro indebolendone la qualità dell’ attuazione sostanziale a favore degli studenti, tuttavia l’ auspicio è che il personale della scuola sappia operare con senso di responsabilità e con la professionalità che sempre lo ha contraddistinto, soprattutto in tempi di emergenza, per utilizzare al meglio le risorse assegnate. Ne sono certa, faremo l’ impossibile per sfruttare questa opportunità e individuare con intelliggenza prospettica le priorità all’ interno delle nostre realtà.
Ma perché la gestione è così complessa?
Non si tratta solo di spendere  denaro e non basta acquistare  il software di ultima generazione e il laboratorio all’ avanguardia, non si devono  operare cambiamenti su un segmento ma trasformare nel suo intero  tutta la scuola, come unico microsistema. Occorre un cambiamento culturale profondo, un coinvolgimento dell’ intera comunità scolastica, questa operazione globale richiede  infatti un investimento importante sulla formazione dei docenti,  sull’alleanza scuola-famiglia perché quello che occorre è un vero e proprio cambio di paradigma formativo, un approccio generalizzato che metta al centro lo studente e che offra con maggiore attrattività  e con linguaggi e metodi funzionali a “queste” generazioni spazi di apprendimento significativi, coinvolgenti, motivanti. L’ apprendimento e l’educazione passano per i processi  ed è attraverso questi che ci si forma e si matura. Ma i  processi non sono automatici , sono attivati dal personale della scuola che deve essere consapevole, preparato, motivato. Va guidato verso l’ innovazione un sistema complesso fatto di relazioni, risorse umane e professionali, ispirato da un’ idea pedagogica di “essere” e “fare” scuola. Senza una regia e visione nessuna dotazione tecnologica produrrà da sola i frutti attesi.
Accanto a questa prospettiva di innovazione che il PNRR ci sospinge non dobbiamo mai dimenticare che viviamo un tempo di grande emergenza educativa: i bambine e le bambine,  i ragazzi e le ragazze esprimono fragilità sempre crescenti, un disagio che è già fin troppo presente e che rischia di diventare ingestibile. Fenomeni di malessere psicologico, ansia, demotivazione, insoddisfazione, disistima, noia, paura, rabbia…sono oramai strutturati nelle nostre classi e sempre di più ci stiamo formando per gestire tutto questo. Noi abbiamo il compito di creare in ogni scuola un ambiente educativo  di apprendimento che metta “questi” studenti di  “questo” nostro  tempo, al centro,  uno spazio di crescita umana e culturale sereno, motivante,inclusivo,  ricco di stimoli positivi, con tempi e ritmi adeguati,  con proposte di contenuti significativi.  C’è bisogno di cura educativa e anche di coraggio  nell’attivare e nutrire processi interattivi che stimolino il piacere di apprendere e sostengano la capacità di autodeterminazione del soggetto.
I dati ci dicono che in Italia la scuola attualmente non è un ascensore sociale. Questo è grave! La scuola pubblica ha la  mission di rimuovere  gli ostacoli dello svantaggio sociale, il divario di provenienza culturale , territoriale, familiare, di  dare a tutti gli strumenti e le opportunità per sviluppare successo e  benessere.


I progetti che tutti stiamo elaborando devono andare in questa direzione e avere sullo sfondo  una visione progettuale e sistemica…altrimenti sarà solo uno spreco di denaro e di energie.
Anche l’ istituto che dirigo, lo storico Istituto Tecnico Tecnologico “Da Vinci” di Foligno ha avviato questo processo di rinnovamento. Stiamo cambiando il volto della nostra scuola e finalmente abbiamo parte dei  fondi, ed è solo l’ inizio…,  per ristrutturare  gli ambienti di apprendimento e  incrementare  e riqualificare,   in collaborazione con le aziende di settore e con altri soggetti del territorio,  le dotazioni soprattutto dei laboratori,  cuore dei nostri percorsi formativi in  tutti gli indirizzi: Informatica; Meccanica/Meccatronica ed Energia; Costruzioni/Ambiente e Territorio (ex Geometri); Elettronica/Elettrotecnica; Biotecnologie sanitarie. Abbiamo elaborato un progetto di forte innovazione tecnologica con laboratori e aule all’ avanguardia, in particolare quello di robotica e quello di Meccatronica 4.0, con l’ allestimento di un centro di lavoro per l’automazione industriale. Incrementeremo il  laboratorio di big data e coding, di machine learning e intelligenza artificiale, di progettazione digitale e topografia  per i geometri, rinnoveremo  le dotazioni   nei laboratori di informatica per le discipline di sistemi, reti e cybersecurity, aumenteremo le apparecchiature nei laboratori di chimica, biologia  microbiologia e anatomia come anche in quelli di elettronica ed energia elettrica.  Aumenteremo le  strumentazioni per  una didattica innovativa sulle STEM anche al biennio con particolare  riguardo a fisica e a scienze. Attenzione ovviamente anche anche alle lingue e  alle materie umanistiche.
 Come Dirigente Scolastico mi sento investita  di una grande responsabilità, siamo fino ad ora destinatari con il PNRR,  in totale, di circa 500.000 euro di finanziamento, oltre alle altre risorse per attività di orientamento e cerchiamo di rispondere alle esigenze del mondo dell’impresa in particolare, ma anche dell’università e dell’Istruzione Tecnica Superiore che richiede sempre di più i nostri diplomati con formazione tecnica e tecnologica di elevato livello, e con  profili di specializzazione crescenti e innovativi, profili che nel nostro paese e anche in Umbria sono mancanti.
L’ istituto tecnico tecnologico è per sua natura particolarmente adatto e predisposto a rispondere a questa sfida di innovazione e a preparare gli studenti in questi profili tecnici-scientifici   per i quali il mondo delle aziende, Confindustria in primis,  ha segnalato un vero e proprio allarme.  Noi siamo in prima linea come Comunità scolastica, l’ ITT Da Vinci si è messo in gioco in questo cammino verso la scuola 4.0 ma con  l’ attenzione prima di tutto verso ciascun studente, con tante azioni di accompagnamento anche di supporto allo studio per i ragazzi, vogliamo rispondere  insieme con le famiglie ai loro bisogni educativi speciali, aiutare ad affrontare le loro fragilità, a scoprire i talenti di ciascuno,  per affrontare con le competenze adeguate a 360°  il futuro che li attende.


La scuola tutta deve ritrovare e reinterpretare il suo ruolo  di produttore e catalizzatore di cultura , si deve porre al centro della rete  dei soggetti del territorio interessati ad investire sul futuro e anche pretendere di non essere lasciata sola.  Ognuno  deve tornare  a fare il suo, e in questa emergenza educativa a noi è stato delegato veramente troppo. Noi ci siamo ma non possiamo fare tutto, altrimenti non faremmo  bene quello che è il nostro mandato.
La sfida è complessa ed estremamente faticosa,  ma chi come me, come noi,  investe sui giovani non può non essere ottimista.

*La prof. Simona Lazzari è Dirigente d’Istituto dell’ ITT “Leonardo Da Vinci”

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