
#STORIELLESENZAIMPORTANZA
A cura di Marco Parlato
Quando mi ha detto che avrei saputo trovare la porta giusta da aprire, non sapevo cosa pensare se non di smontare la tenda e tornarmene a casa, nel bosco di certo non avrei trovato una porta, lo so, prima che me lo dite, soprattutto tu, Giulia, che leggi tanto, possono esserci porte nei boschi, ma lo scrittore ha precisato che non gli sembrava una buona idea, anzi, avrebbe perso rispetto per se stesso, nel caso ci fosse stata una porta tra gli alberi, quindi sono andata a casa, pensavo di mettermi seduta a pensare per bene. Ho aperto la porta di casa e mi sono ritrovata qui, per sbaglio avevo usato la chiave dello scrittore, entrata precisamente nella serratura. Le migliori imprese si realizzano inconsapevolmente.
Guardavano e ascoltavano Valeria raccontare gli eventi, ma cosa significa tutto ciò?, questa riunione deve avere una certa importanza, quale sarebbe, Valeria, tu lo hai capito?, non credo, ma su una cosa non ho dubbi: siamo i suoi personaggi, facciamo ciò che decide lui, persino le nostre parole sono un’eco scritta delle sue.
Non può essere, disse Giulia, o forse fu Dalila, alla terza sigaretta, insomma, nessuno era d’accordo, noi tutti abbiamo le nostre vite, le nostre preoccupazioni, i fugaci momenti di serenità, per non parlare della quarantena, deve esserci qualcosa di più, un significato nascosto. No, affatto, siamo solo la storia dello scrittore, vi è mai capitato di immaginare ciò che fate in terza persona, di vedervi con uno sguardo esterno, mentre camminate verso l’ufficio, o cucinate, o salutate qualcuno e provate a figurarvi il vostro sorriso, il modo in cui alzate le gote?, è la stessa cosa, è ciò che fa lui, lo scrittore immagina le azioni che farebbe e gli dà un nome, Luca, Giulia, Roberto, Dalila, Valeria, spesso dà nomi persino ai suoi mal di testa, perché si illude che raccontare storie lo faccia rimanere nella realtà, più sono incredibili meno si sente estraneo al mondo che lo circonda, e quando è soddisfatto, o al contrario quando è disilluso, sconfortato, mette la parola fine e interrompe le parole.
Ci stai dicendo che la parola sta per arrivare?, no, non arriverà, perderebbe rispetto per se stesso, ancora, se facesse una cosa del genere, probabilmente ci farà continuare a chiacchierare in questo appartamento fuori dal centro, Dalila fumerà un’altra sigaretta, muoverà un pezzo sulla scacchiera, tu, Roberto, avrai da discutere con Giulia, e Luca potrebbe avere un’epifania, come scrive chi vuole sentirsi importante, ma tanti lo scrivono con autoironia, resteremo qui a parlarci e a rileggerci, fino a quando lui ne avrà bisogno, e se gli passerà la voglia troveremo qualcun altro che avrà bisogno di noi, fosse pure uno sguardo distratto, finito per sbaglio su queste ultime righe.