Cultura Letture

Il culturista / 12

Dodicesimo appuntamento con "Il culturista" di Marco Parlato.

#CULTURA #LETTURE
Di Marco Parlato


Un puntiglioso lettore mi ha scritto che il culturista, quale io sarei, non dovrebbe interessarsi alla politica, come accaduto nel numero precedente. In realtà ognuno delinea i confini della cultura come meglio gli garba, e ritengo sacrosanto pungere alcuni squallidi figuri, almeno con la nota penna peggiore della spada.

Tuttavia, con massima ruffianeria, ho invitato il lettore a propormi un argomento, ed ecco che mi ha fatto una confessione: vorrebbe frequentare i salotti della capitale, penetrare nelle quinte dell’industria culturale nazionale, scambiarsi risatine e consigli tra un calice di prosecco e un premio Strega; se non fosse che il solo aprire un libro gli causa l’emicrania, a causa di un problema del nervo ottico difficilmente curabile. Come farà a frequentare i salotti buoni della cultura, se non può leggere, e dunque non può parlare di libri?

Prima di tutto gli ho detto che avremmo discusso meglio di persona, al bar, dove mi avrebbe offerto un gin tonic. Come lui ha un problema al nervo ottico allo stesso modo io ho un momentaneo problema nel portafogli. 

Seduti al tavolino, dopo poche frasi rassicuranti, al secondo gin tonic gli ho rivelato che non avrebbe dovuto preoccuparsi: io stesso parlo di qualsiasi libro senza averlo letto. Anzi, parlo molto meglio dei libri non letti, perché ne ho bene in mente la collocazione nel mondo; au contraire, se mi arrischiassi tra le pagine perderei orientamento e contatto con la realtà.

Leggere è principalmente non leggere. Per ogni volume che apriamo ce ne sono milioni che abbiamo scartato, che mai toccheremo, e alla fine dei nostri giorni riconosceremo di essere le persone che siamo in base ai libri non letti, perché saranno la maggioranza schiacciante, rispetto alla cifra infinitesimale che avremo letto.

Per quanto riguarda le questioni tecniche, giunto al terzo gin tonic, gli ho consigliato Come parlare di un libro senza averlo mai letto, un saggio scritto da Pierre Bayard, professore all’Université de Paris VIII. Bayard illustra l’utilità dell’astensione dalla lettura; la questione dei libri letti e dimenticati, considerabili come non letti; e ancora la provvidenziale scelta di saltare le pagine; imparare a parlare di libri ascoltando gli altri; le tecniche per imporsi nei dialoghi; insomma una lista di strumenti fondamentali per fare una figura straordinaria nei tanto agognati salotti.

Fatto ciò mi sono fermato. Primo perché avevo la gola secca e mi sarebbe stato di aiuto un altro gin tonic; inoltre non avendo letto il saggio del professor Bayard non avrei potuto aggiungere altro. Eppure riconosco tuttora di essere stato più che esauriente.

Per scrivere al Culturista: ilculturistafoligno@gmail.com

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