Società

C’è Puzzer di stronzi

Un truce gioco di parole che va spiegato. Chi è Puzzer? Chi sono gli stronzi? Ma soprattutto un lettore di Sedicigiugno cosa dovrebbe farsene di questa faccenda?

#società
Di Matteo Bartoli
In foto: Stefano Putzer


Un truce gioco di parole che va spiegato. Chi è Puzzer? Chi sono gli stronzi? Ma soprattutto un lettore di Sedicigiugno cosa dovrebbe farsene di questa faccenda?

La prima risposta è la più facile, basta usare Google -ma siccome siete pigri ci penso io per voi.  Stefano Puzzer è quello che i media, all’inizio della recente protesta di Trieste, ormai quasi incapaci di problematizzare alcunchè, si sono sbrigati a definire il capo dei portuali. Ed era effettivamente un membro del collettivo dei portuali,vaccinato, che si batteva per la libertà di scelta. Ma, nel tempo, man mano che la protesta dalle condizioni materiali della logistica del porto si è caricata di connotato ideologico antigreenpass, vale a dire man mano che le piazze si riempivano di gente da tutta Italia e man mano che l’attenzione dei media cresceva, il collettivo dei portuali ha preso le distanze da Puzzer e dall’organizzazione delle proteste, cioè dal coordinamento 15 Ottobre. Puzzer, che intanto dalle luci della ribalta era stato sensibilmente caricato, si è poi in breve tempo allontanato anche da questo coordinamento per fondare un suo movimento, anche perché era stato accusato dall’ala antivaccinista più radicale di preferire i tavoli con Patuanelli. Ed è in questa veste, cioè come fondatore di questo nuovo movimento antigreenpass, che era da due giorni a Roma in piazza San Giovanni con il suo solitario banchetto mentre rileggeva l’intervista del messaggero veneto a sua moglie (se volete abbonarvi per leggerla eccovi il link https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2021/10/31/news/la-moglie-di-puzzer-niente-cene-fuori-ne-altri-sfizi-la-battaglia-richiede-sacrifici-1.40869126?ref=fbfmv). Ebbene proprio nei giorni scorsi gli è stato recapitato un foglio di via. Per un anno non potrà più mettere piede a Roma. La motivazione pare che sia il non aver richiesto le autorizzazioni necessarie.

Apriti cielo. Lampi fulmini, saette, dittatura, nazismo, comunismo, Lamorgese, Huxley, Orwell, pidioti. Questa la reazione di tanti No GP. Effettivamente chi può essere contento nel vedere un concittadino privato della libertà di muoversi dove vuole.

Veniamo a chi sono gli stronzi. Gli stronzi sono quelli che hanno la reductio ad hitlerum tipica di chi non ha mai riflettuto seriamente più di 3 minuti il problema della democrazia, cioè della libertà nella giustizia. Gli stronzi sono quelli che, di contro, vorrebbero togliere i diritti politici al Puzzer. Mi pare invece che, in generale, lo stronzo più grande sia un dibattito teleguidato che induce una polarizzazione utile non si sa a chi, di certo inutile ad un paese che soffre e che avrebbe davvero bisogno di tornare ad un dibattito concreto. Ci sono mille vertenze, la ripresa sbandierata dai migliori è fatta di contratti precari, “è il momento di dare e non di togliere” e sti stronzi si strappano le vesti per sto Puzzer. Beninteso, e forse un problema c’è se sono costretto a dirlo, io non sono contento quando lo stato usa e abusa la coercizione. E non lo ero nemmeno due anni fa.

 Viene da chiedersi invece due anni fa che posizioni sostenevano coloro che hanno scoperto solo con il Puzzer l’apparato repressivo del regime liberaldemocratico. Perché il cosiddetto daspo esiste almeno dai tempi della repressione del movimento hooligan e la macchina repressiva e di controllo, è universalmente verificabile, sta linearmente aumentando dagli anni di piombo. Perché il daspo urbano esiste dal decreto Minniti-Orlando ed è stato elogiato da tutto l’arco costituzionale meno che dai tanto odiati comunisti. Ed è stato poi rafforzato dal decreto Salvini. E fino a quando veniva usato contro i poveracci, gli emarginati e gli indecorosi andava benone. E fino a quando veniva usato per reprimere i lavoratori nel distretto tessile toscano o nel logistico emiliano nessuno di costoro ha sentito l’esigenza di parlare di dittatura. Ebbene io eliminerei dalla legge italiana il daspo urbano e tante altre norme repressive e demenziali perché nella stragrande maggioranza dei casi queste norme vanno a detrimento di coloro che non hanno la gazzetta veneta pronta ad intervistarli, ma vanno a detrimento di chi già vive di espedienti e vive ai margini e avrebbe bisogno di rispetto piuttosto che di una lettera che li costringe ad andarsene dalla città, lontano dagli occhi dei benpensanti.

E veniamo a cosa dovrebbe farsene un lettore di Sedicigiugno di questa faccenda. Non vi sarete mica scordati del daspo urbano comminato dal nostro sindaco a 5 indecorosi elemosinanti? E allora non dico altro, ci potete arrivare da soli.

Ho scritto questo per manifestare la mia inutile rabbia verso coloro che non mossero un dito quando c’era da difendere chi era indifeso. Ho scritto questo perché credo che, chi riesce a provare empatia solo per chi rientra nei confini della propria silhouette allo specchio, è opportuno che non si metta a dare lezioni di democrazia. Permettetemi, esiste il principio di realtà, non è tutto relativo, e ogni tanto capita che a qualcuno torni l’esigenza di ribadirlo.

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