
#STORIELLESENZAIMPORTANZA
A cura di Marco Parlato
Aveva riempito ogni spazio del frigo con i prodotti acquistati, ordinati secondo un metodo imparato su internet. Esclusa la pandemia, erano tempi meravigliosi, dove si potevano trovare video nei quali russi con volti da crapuloni, americane agguerrite e indo-americane meticolose, e senza dimenticare le sempre composte giapponesi, insegnavano la gestione di ogni aspetto casalingo. Ripiegare correttamente le maglie e la biancheria; costruirsi un box doccia o una piscina in giardino con materiali di fortuna; valorizzare le stanze piccole con cassetti e cassettini; recuperare spazio in cucina, grazie alla verticalizzazione, diceva l’afroamericana nel video.
Anche i racconti si sviluppano in verticale, non pensi?, disse Giulia, che fino ad allora era rimasta in silenzio, nonostante avesse chiamato lei, come promesso, dopo avere interrotto la telefonata precedente perché non era il momento, perché c’erano i pensierini che non andavano via col docciaschiuma, ma questo Roberto non poteva saperlo.
Non so, a me sembra che si sviluppino in orizzontale. Anche il mio libro? Il tuo libro… Sono andato avanti, il protagonista va al supermercato, bel thriller! E cosa succede? Segue un uomo misterioso. Allora è un thriller, vedi, e si sviluppa in verticale. Ma un uomo lo si segue su di una superficie piana, è orizzontale. Hai detto che è un uomo misterioso, c’è un mistero e bisogna andare a fondo, o fino in fondo, si scende, e quando si è scoperto il mistero si risale alla soluzione, verticale. Ma un protagonista si sposta continuamente tra passato e presente, riconcorrendo il suo futuro, camminando verso l’orizzonte, il tramonto, la luce in fondo – non in basso! – al tunnel, la meta, più orizzontale di così. E la nostra storia allora in che direzione va?
Non era preparato a una domanda simile. La loro storia, la storia che non ha nulla da spartire con le lunghe telefonate, ma fatta di incontri brevi e lunghi, serate al cinema, attese dietro gli angoli delle strade, dandosi un tono, per non sembrare un disperato che aspetta, e più aspetta più teme che non lei non verrà, perché?, perché se una cosa può andare male lo farà, esagerato, verrà, è solo un pochino di ritardo e tu la fai sempre drammatica, hai cominciato a parlare da solo perché ami il dramma, ora prova un pochino a rispondere alla sua domanda, la vostra storia, se si può chiamare così, questo gioco di telefono col filo ma incomprensibile ha bisogno di azione, serve una scossa, muoviti, rispondi!, Roberto, mi hai sentito?, sì, ti ho sentito, penso che dovremmo vederci, il prima possibile.